LA GEELY CI CREDE - Le difficoltà finanziarie che si trova tuttora a dover fronteggiare in seguito al debutto del 2018 in borsa non stanno generando sconforto in casa Aston Martin. Tutt’altro: a Gaydon non sembrano voler perdere un solo secondo di tempo e dicono di voler alzare i giri del motore. Secondo Lawrence Stroll, il multimilionario canadese a capo della cordata di imprenditori che nel 2018 ha rilevato il pacchetto azionario di controllo della società, ci sono ampi margini per dare fiato alla ripresa. La leva principale per risalire la china, naturalmente, è la suv DBX, una vettura dotata - almeno sulla carta - di tutte le credenziali per conquistare terreno prezioso nel settore delle suv di super lusso ad alte prestazioni. E la cinese Geely sembra credere molto nelle possibilità di crescita dell'Aston Martin, tanto da aver investito 234 milioni di sterline per aumentare oggi la sua quota azionaria al 17%, dopo l'ingresso tra i soci avvenuto lo scorso anno. La Geely diventa così il terzo investitore dopo il consorzio guidato da Stroll (21%) e il fondo sovrano saudita (18%).
AVANTI TUTTA SULLE GT A MOTORE ANTERIORE - Secondo quanto riportato negli scorsi giorni da Motortrend.com, l’Aston Martin concentrerà la maggior parte dei suoi sforzi nello sviluppo di nuove gran turismo a motore anteriore. La strategia per uscire dal tunnel della crisi finanziaria e tornare a splendere nel dorato club dei costruttori di supercar segue quindi il solco della tradizione. In occasione del summit “The Future of the Car”, organizzato la scorsa settimana a Londra dal Financial Times, Stroll ha confermato che la casa britannica lancerà ben otto nuovi modelli da qui ai prossimi due anni, il primo dei quali, l’erede della coupé DB11, sarà svelato il prossimo 24 maggio. A dare nuova linfa alla gamma contribuiranno poi nuove varianti sia della DBX e sia della neonata hypercar Valhalla, che - ha detto Stroll - rimarrà in produzione per diversi anni e sarà costruita in 999 esemplari.
NIENTE “BABY” SUPERCAR - Ma il piano di rilancio dell’Aston Martin non prevede solo nuove nascite. A causa delle limitate risorse a disposizione, infatti, ai piani alti di Gaydon si è deciso di recidere anche qualche filo pendente. Come quello che, fino a pochissimo tempo fa, faceva capo al prototipo svelato nel 2019 al salone di Ginevra (nelle foto). Al più tardi tra un paio d’anni, quell’affascinante berlinetta sarebbe dovuta diventare la nuova Vanquish a motore centrale. Ovvero, per intenderci, una “baby” supercar nella quale l’Aston Martin avrebbe potuto trovare una macchina ideale per provare a guastare la festa a bolidi come la Ferrari 296 GTB, la McLaren 750S e l’erede dell’attuale Lamborghini Huracán.
CAMBIO DI PROGRAMMA - Il progetto di una nuova Aston Martin Vanquish era stato varato durante la gestione di Andy Palmer, che con quell’auto puntava a raggiungere maggiori volumi di vendita. Ma due anni fa, quando la poltrona di amministratore delegato è passata a Tobias Moers, l’ex numero uno della Mercedes-AMG ha dovuto fare i conti con i ritardi nello sviluppo del nuovo motore V6 biturbo progettato dalla casa britannica per la nuova vettura. Non essendo pronto, il manager aveva deciso di adottare un’unità che conosceva molto bene, ovvero il 4.0 V8 biturbo costruito dal reparto sportivo della casa di Stoccarda.
RIPARTIRE DA ZERO? IMPOSSIBILE - L’ipotesi di “cucire” intorno al V8 di derivazione Mercedes-AMG un telaio sofisticato e costoso come quello, formato da pannelli di alluminio incollati, che gli ingegneri avevano concepito per l’ Aston Martin Vanquish e il suo V6 progettato internamente è stata ben presto scartata. E il perché è molto semplice: sarebbe stato folle, se non addirittura impossibile, per un’azienda che nei primi tre mesi dello scorso anno ha accumulato un buco di oltre 110 milioni di sterline, affrontare le spese che ne sarebbero conseguite. Inevitabile, perciò, che alla fine l’Aston Martin, attualmente guidata dall'italiano Amedeo Felisa in qualità di ceo, abbia deciso di accantonare il progetto della nuova supercar a motore centrale. Un’auto da sogno che, almeno per ora, è destinata a rimanere tale.