VIZIETTO ANTICO - Da un po' di tempo le problematiche legate alla condizione di straniero sono legate alle grandi vicende che riempiono le cronache politiche internazionali. Il tema però riesce a emergere (ancora, viene da dire) anche in altre realtà. Realtà come la Svizzera, dove tanti italiani hanno potuto provare cosa significhi essere forestiero, e soprattutto essere considerato tale.
SENZA SENTIRE RAGIONI - Lo ha constatato un taxista milanese che con la sua Prius è stato fermato dalla polizia ticinese per un controllo nella serata del 3 aprile. Il poliziotto che l’ha fermato nel tunnel di Vedeggio Casarate nei pressi di Vezia, vicino a Lugano, ha ritenuto di riscontrare delle irregolarità legate all’attività di taxista. A bordo della Prius c’era infatti un cliente che da Milano aveva chiesto di essere portato a Lugano, cosa assolutamente lecita a patto che il tassametro resti in funzione, come nel caso in questione. Ma non aveva fatto i conti con un poliziotto ticinese che lo ha praticamente aggredito verbalmente, perché sosteneva che stesse esercitando abusivamente la professione all'estero. E alla fine, pur di uscire dall’impasse, il cliente del taxista ha pagato la pesante sanzione (400 franchi svizzeri, pari a 393 euro) inflitta dal tutore dell’ordine ticinese. Il quale non ha voluto prendere in considerazione quanto sosteneva il taxista meneghino, che cercava di spiegare come secondo lui tutto fosse regolare.
SOPRA LE RIGHE - Secondo quanto scritto dal Corriere della Sera che ha riportato l’episodio, il poliziotto ha argomentato il proprio operato affermando “quando ho ragione ho ragione” (è tutto registrato dall’apposito impianto di sicurezza installato sul taxi). Quanto alla volontà di sanzionare il malcapitato taxista è sempre la registrazione a testimoniarla: “Qui detto io quello che si fa!... Glielo dico io: 2016 anni fa un tizio veniva messo in croce, oggi lo metto in croce io un tizio”. E non solo: secondo il racconto fatto dal taxista (supportato appunto dalla registrazione audio) quando la sua Prius, in automatico, ha avviato il motore termico l'agente, forse pensando che il fermato volesse scappare, ha anche messo mano alla pistola, affermando “Per molto meno c’è chi s’è preso una fucilata...”.