DISCRIMINAZIONE SÌ O NO? - Nuovo capitolo della vicenda sindacale-giudiziaria che contrappone la Fiat e il sindacato Fiom-Cgil per la riorganizzazione societaria e contrattuale dello stabilimento di Pomigliano, in provincia di Napoli. Il sindacato aveva accusato la Fiat di discriminazione sindacale, poiché con la trasformazione della società a cui fa capo lo stabilimento, i 145 lavoratori iscritti alla Fiom-Cgil non avevano avuto confermato il loro posto di lavoro. Nel giugno scorso i giudici avevano accolto il ricorso del sindacato e aveva imposto alla Fiat l’assunzione dei lavoratori aderenti alla Fiom-Cgil.
NIENTE SOSPENSIVA - A quel punto la Fiat aveva inoltrato ricorso in appello, richiedendo anche di sospendere l’attuazione della sentenza in attesa del giudizio d’appello previsto per il 9 ottobre prossimo. Ieri la Corte di Appello ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dalla Fiat contro l’attuazione della sentenza.
POSIZIONI FERME - Da parte del sindacato è stata ribadita la volontà di richiedere l’immediata attuazione di quanto previsto dal giudizio di primo grado, cioè l’assunzione dei 145 lavoratori tesserati Fiom-Cgil. La Fiat dal canto suo ha ribadito l’intenzione di non aderire alla richiesta e di aspettare il giudizio d’appello.
ASPETTANDO LA CASSAZIONE - La vicenda di Pomigliano è solo una piccola parte del conflitto giudiziario in corso tra casa automobilistica e Fiom-Cgil. In tutto il Paese sono infatti diverse le cause legali inerenti alla materia. In pratica ciò si verifica ovunque la Fiat abbia applicato la sua scelta di riconoscere soltanto le rappresentanze sindacali che hanno sottoscritto i nuovi accordi sui rapporti tra azienda e lavoratori, e che hanno visto la discriminazione degli iscritti alla Fiom-Cgil. La questione è al momento nella massima incertezza in quanto i giudici delle diverse località chiamati a esprimersi sulla vicenda si sono espressi in maniere diverse. A questo punto occorre una decisione univoca che derima la matassa. Un giudizio che potrà venire soltanto in sede di Corte di Cassazione.