UNA PROPOSTA CONCRETA - Le fluttuazioni del prezzo della benzina, particolarmente in questi tempi di crisi, rappresentano un vero problema per gli automobilisti italiani. Per questo Roberto Sambuco, il garante per la sorveglianza dei prezzi, ha avanzato una proposta al ministro per lo Sviluppo Economico, Caludio Scajola. Una riforma del mercato dei carburanti divisa in quattro punti per allineare il costo della benzina in Italia alla media europea. In pratica abbassare di 3,5 centesimi di euro al litro il prezzo dei carburanti.
Secondo Sambuco il problema è rappresentato da una totale inefficienza delle rete di distribuzione italiana: “il mercato italiano è caratterizzato da una forma di rendita alimentata da una rete troppo frammentata che per questo fa fatica a produrre margini di guadagno”, ha detto.
I QUATTRO PUNTI SALIENTI - Sambuco sembra avere le idee molto chiare. Se si vogliono abbassare i cosiddetti prezzi alla pompa, è necessario aumentare la presenza di self service sul territorio. Per incentivare questo tipo di operazione, si potrebbero ridurre le accise sul carburante venduto attraverso il “fai da te”. Inoltre andrebbe liberalizzato l'orario di apertura dei distributori e permettere la vendita anche di sigarette, giochi del lotto, giornali e bevande calde, sullo stile dei “drugstore” americani. In questo modo i proprietari delle singole pompe di benzina, potrebbero abbassare i prezzi del carburante senza subire un calo degli introiti.
UN FONDO PER ABBASSARE I PREZZI - Nella proposta di Sambuco ci sarebbe l'idea di attingere a un fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione. Secondo “Mr. Prezzi”, con una legge del ministero dell'Economia, si potrebbe spingere le compagnie ad allineare i prezzi con la media europea fissando una serie di obiettivi da raggiungere entro tre anni. Chi non dovesse rispettare il provvedimento dovrebbe versare i guadagni extra al fondo.
TROPPI DISTRIBUTORI - Il problema maggiore per i distributori italiani è che sono troppi, circa 24.000. In Germania, decisamente più vasta dell'Italia, sono circa 16.000 mentre in Francia sfiorano I 14.000. Ancora meno in Gran Bretagna, circa 11.000.
Tutti questi punti vendita devono essere a loro volta riforniti e ciò fa crescere enormemente i costi per il trasporto del carburante che inevitabilmente finiscono per gravare sui consumatori. Tutto questo fa scendere enormemente la redditività media di ogni distributore italiano che, non a caso, è decisamente inferiore a quella europea (1,5 milioni di litri annui con 2,5). Inoltre, secondo Sambuco, andrebbe rivisto il contratto che oggi lega le compagnie ai gestori:dovrebbe diventare un comodato d'uso gratuito senza alcun obbiettivo di efficienza.