CONTO ALLA ROVESCIA - Tutto è pronto per la ottantaduesima edizione della 24 Ore di Le Mans. Il via sarà dato sabato alle 15:00 con le vetture schierate secondo l’ordine scaturito dalle prove di qualificazione svoltesi ieri fino a mezzanotte sul circuito di 13,6 km. A partire in pole position sarà la Toyota TS 040 Hybrid n° 7 (qui sopra) dell’equipaggio Alexander Wurz-Stéphane Sarrazin-Kazuki Nakajima. In seconda posizione ci sarà la Porsche 919 Hybrid n° 14 (foto qui sotto) di Romain Dumas-Neel Jani-Marc Lieb. Quindi terza l’altra Toyota TS 040 Hybrid, la n° 8 di Anthony Davidson-Nicolas Lapierre-Sebastien Buemi.
I PIÙ VELOCI IN PROVA - Il miglior tempo della categoria LMP2 è stato realizzato dalla Ligier JS P2 con motore Nissan di Philippe Thiriet-Ludovic Badey-Tristan Gommendy. Le Ferrari 458 hanno invece fatto segnare il miglior tempo nelle due categorie GT: quella di Gianmaria Bruni-Toni Vilander-Giancarlo Fisichella nella LMGTE Pro e Stephen Wiatt-Michele Rugolo-Sam Bird nella LMGTE AM.
LE CATEGORIE - Le vetture al via sono 55, più una ammessa in pista per i suoi contenuti tecnici innovativi. Le auto sono suddivise in quattro categorie: LMP1, i prototipi più sofisticati e con le prestazioni più elevate; le LMP2, sempre prototipi ma con un regolamento che ne riduce le possibilità prestazionali; poi le due categorie delle vetture gran turismo, cioè derivate da modelli di serie: le GTE Pro sono quelle più competitive, affidate a professionisti del volante e emanazione delle case costruttrici, e le GTE AM su cui corrono molti gentlemen driver.
LE PROTAGONISTE - Le vetture attese alla grande battaglia per la vittoria finale sono le Audi R18 e-tron quattro, le Porsche 919 Hybrid e le Toyota TS 040 Hybrid. Tutte e tre impiegano sistemi di trazione ibridi, ma con soluzioni diverse. L’Audi utilizza un sistema ibrido diesel-elettrico col motore a gasolio V6 di 4 litri: 537 CV la potenza erogata dal turbodiesel. L’unità elettrica fornisce 230 CV che trasmette la coppia motrice alle ruote anteriori, mentre il turbodiesel aziona le ruote posteriori. La Porsche ha invece adottato un 4 cilindri di 2 litri sovralimentato capace di fornire 500 CV, abbinato a un’unità elettrica da 250 CV. Il motore a benzina invia la coppia motrice alle ruote posteriori; quello elettrico al retrotreno. Anche la Toyota punta sull’ibrido benzina-elettrico, ma con due unità elettriche. Il motore a benzina è un V8 di 3.7 di cilindrata, aspirato, da 513 CV. Il motore a benzina trasmette la sua coppia alle ruote posteriori mentre diversificata è l’azione delle unità elettriche: una uno agisce sulle ruote anteriori, l’altra su quelle posteriori.
NISSAN VERSO IL FUTURO - Oltre alle 55 vetture in gara, in pista è ammessa anche una vettura particolarmente innovativa. Quest’anno è la Nissan Zeod RC (foto qui sotto). Si tratta di un telaio derivato dalla Deltawing che scese in pista l’anno scorso mosso. Il profilo resta a freccia ma nella parte posteriore è stato modificato per migliorarne ulteriormente l’aerodinamica. Quanto al motore la Nissan Zeod RC è spinta da un inedito sistema ibrido benzina-elettrico che impiega un motore di 1,5 litri a 3 cilindri turbo che pesa solo 40 kg ed è capace di fornire 400 CV. Il sistema è dotato di recupero di energia in frenata e consente una velocità di 300 km/h. L’impegno della Nissan è di riuscire a compiere il primo giro di Le Mans con la sola trazione elettrica. A pilotare la Nissan Zeod RC è l’equipaggio Lucas Ordonez-Wolfgang Reip-Satoshi Motoyama.
INCIDENTI SEMPRE IN AGGUATO - Il miglior tempo sul giro è stato fatto registrare dal giapponese Nakajima con 3’21”789 alla media di 243,1 km/h. Quando mancavano solo 20 minuti alla fine delle prove e ci si aspettava l’ultimo assalto alla pole position da parte dei team favoriti, un incidente alla curva Indianapolis ha imposto il regime di bandiera gialla che è durato sino alla fine della sessione. Ma a Le Mans il rischio incidenti è sempre dietro l’angolo. Tra l’altro nelle prove dell’altro giorno uno ha visto protagonista Duval con l’Audi ufficiale. Il pilota ne è uscito indenne ma l’auto è rimasta distrutta. Quanto alla polke position, è vero che è ininfluente ai fini della gara, ma le case costruttrici vi contano non poco per ragioni mediatiche.
I TEMPI DI GUIDA - La 24 Ore di Le Mans ha un regolamento estremamente dettagliato, che interessa tutti gli aspetti della competizione. Un aspetto particolare è quello dei tempi di permanenza al volante dei piloti (in passato ci fu chi corse per 23 ore di fila). Anzitutto c’è la norma secondo cui ogni pilota non può guidare complessivamente per più di 14 ore. Poi c’è il limite di tempo consecutivo, che non può eccedere le quattro ore su sei, dunque con intervalli di riposo di almeno due ore. Per le categorie LMP2 e GTE AM c’è anche un tempo minimo di 4 ore di guida durante l’intera gara.