L’AUTO SI ACQUISTA PER IL DESIGN - A Parigi la Renault ha presentato il prototipo TreZor, una coupé sportiva che prefigura lo stile delle auto del marchio francese nel prossimo futuro. Uno stile che non è rivoluzionario rispetto a quello attuale, ma che continua nella direzione delle linee fluide e dinamiche: forme che, a dirla con Laurens van den Acker (nelle foto), capo del design della Renault, devono emozionare, appassionare. In un incontro con i giornalisti, l’estroso designer olandese ha detto che lo stile è ancora uno dei temi più importanti nella valutazione di un’auto da parte del cliente. Addirittura, per la Renault in Europa dal 2014 il design costituisce la prima motivazione d’acquisto; nel 2012 era al terzo posto, dopo il prezzo e la fedeltà alla marca, poi è salita al secondo posto e ora al primo. Oggi, in sostanza, si sta più attenti alla forma.
LINEE SENSUALI - Così, per van den Acker, il concetto che era stato sviluppato a suo tempo con il prototipo DeZir, esposto al Salone di Parigi nel 2010, e concretizzato successivamente con la Clio, resta anche oggi legato a un linguaggio sensuale, che punta a rendere desiderabile e appagante la forma dell’auto, magari anche giocando con i colori e i contrasti di tonalità. Così si nota come nella gamma della Renault il rosso sia il colore fondamentale della Clio, l’arancione della Captur e la tinta melanzana dell’Espace. L’obiettivo, per van den Acker, è di rendere la vita più bella, anche nell’abitacolo, dove si vive veramente la macchina. Anche grazie al crescente dominio del digitale, che sta rendendo le auto sempre più “social” e connesse, liberando spazio utile per stare più comodi quando si viaggia. È un modo per portare la vita quotidiana di ognuno di noi all’interno l’auto, con gli schermi tattili, i tasti virtuali e la connessione continua a internet.
SEMPRE PIÙ CONNESSI - Quello della “digitalizzazione”, in sostanza, è un passaggio obbligato per tutti i costruttori, un trend sociale e tecnologico che richiede maggiore attenzione per la vita a bordo, anche da parte dei centri stile. Progressivamente, afferma van den Acker, si avrà sempre più tempo a disposizione per se stessi, anche mentre si viaggia. Ci si potrà rilassare, leggere, guardare un film, giocare con i bimbi, tutto senza stress. Quindi il modo di “abitare” la macchina cambia.
CAMBIA IL MODO DI VIVERE GLI INTERNI - Per van den Acker, comunque, sarà l’evoluzione della mentalità della gente, sempre più attenta allo spazio, alla vivibilità dell’auto, a influenzare lo stile. E la tecnologia consentirà di andare incontro a queste esigenze: anche la “rivoluzione” elettrica, con il motore più compatto del 60%, consente di organizzare le volumetrie interne in modo diverso, migliorando l’abitabilità. Un processo in atto, quello della “digitalizzazione”, che ha bisogno di nuove professionalità, che fino a poco tempo fa non avevano nulla a che fare con il mondo dell’auto, come i software designer, gli hardware designer, i programmatori di videogiochi. Il futuro è già iniziato.