AGITAZIONI DIFFUSE - Mercoledi 16 gennaio è stata una giornata “calda” negli stabilimenti francesi della Renault e in quello di Aulnay del gruppo PSA Peugeot Citroën. Il sindacato CGT ha proclamato lo stato di sciopero e molti lavoratori hanno incrociato le braccia. Un appello allo stato di agitazione è stato lanciato anche agli addetti degli impianti Renault, in particolare per brevi astensioni dal lavoro, anche di una sola ora.
SORPRESA RENAULT - Anche se le società sono diverse, all’origine delle agitazioni ci sono motivazioni analoghe. Per il sito PSA di Aulnay - di cui la casa ha deciso la chiusura per la fine del 2014 - la preoccupazione è che non vengano attuate le forme di garanzia per i lavoratori destinati a perdere il posto. Per la Renault l’iniziativa del sindacato è stata invece la prima reazione all’annuncio a sorpresa di voler alleggerire gli organici di 7.500 unità entro il 2016.
VIE DIVERSE, PROBLEMI IN COMUNE - Se la vicenda della chiusura di Aulnay e della ristrutturazione del gruppo PSA è cosa nota da parecchi mesi, per le migliaia di posti di lavoro da “bruciare” alla Renault si può parlare di novità. La casa ha annunciato questo suo progetto martedì, nel corso dei periodici incontri con i sindacati per discutere di nuovi modi di riorganizzare il lavoro ai fini di migliorare la produttività.
NESSUN LICENZIAMENTO - La Renault ha precisato che non ha in mente né licenziamenti, né chiusure di impianti, ma soltanto un blocco delle assunzioni di sostituzione. In pratica chi arriverà alla pensione (per l’azienda la cosa riguarderà 5.700 unità) o chi deciderà di andarsene, non sarà sostituito. E la Renault prevede appunto che per il 2016 si arriverà a 7.500 addetti.
FUORIUSCITA DAL LAVORO “ASSISTITA” - La Renault ha illustrato il suo progetto facendo riferimento a un intervento che modificherebbe le condizioni per beneficiare di percorsi facilitati per l’uscita dal lavoro (verso la pensione), che oggi sono riservati a determinate categorie presenti in azienda. Tutto ciò potrà essere attuato a condizione che i sindacati accettino un accordo più ampio sui rapporti di lavoro.
MENO PRODUZIONE, PIÙ RISPARMI - Nel corso dei colloqui, la Renault ha argomentato la sua iniziativa con la volontà di abbassare il numero di veicoli prodotti necessari perché i conti risultino in attivo. Con “l’alleggerimento” in questione tale soglia passerebbe dall’attuale 2,72 milioni di veicoli a 2,42 milioni. Il risparmio realizzato in questo modo sarebbe di circa 400 milioni di euro.
CONDIZIONI DI LAVORO E QUALITÀ - Da parte sindacale, il piano della Renault è contestato perché si ritiene che voler mantenere un livello produttivo comunque importante con un numero di addetti sensibilmente inferiore, significherebbe rendere più dure e pesanti le condizioni di lavoro per chi resta, anche con pesanti conseguenze sulla qualità, il cui miglioramento è invece un obiettivo fondamentale per la Renault.