NEWS

Rossignolo punta su un americano per far rinascere la De Tomaso

04 giugno 2010

Peter Arnell, guru dell’immagine di marca, è entrato nel consiglio d’amministrazione della De Tomaso: gestirà il marketing e il design. La prima auto verrà presentata a Ginevra nel 2011, con l’obiettivo di arrivare a produrre 8000 vetture l’anno, ripartite fra tre modelli.

UN AMERICANO IN ITALIA - Peter Arnell, 51 anni, americano, è un esperto di comunicazione e rilancio dei marchi, famoso in tutto il mondo per aver ridisegnato il logo della Pepsi e per aver curato l’immagine di Samsung, Donna Karan e Reebok. Architetto, un passato in Chrysler, Arnell da oggi è nel consiglio d’amministrazione della De Tomaso e il suo ruolo sarà quello di Chief Innovation Officer (CIO). Si occuperà di definire le strategie di marketing, branding, design, e merchandising della società.


detomaso_peter_arnell_2.jpgdetomaso__gian_mario_rossignolo.jpg
A sinistra Peter Arnell, a destra Gian Mario Rossignolo.


TRE AUTO ENTRO QUATTRO ANNI
- Come riporta Il Mondo, i piani di Gian Mario Rossignolo (che ha rilevato il marchio De Tomaso) sono chiari: un investimento di 116 milioni di euro in quattro anni per lanciare tre modelli e arrivare a una produzione a regime di ben 8000 vetture l’anno. Il primo sarà una Suv di lusso, mossa da un motore a benzina di cinque litri (probabilmente un V8 americano, come da tradizione De Tomaso) e che dovrebbe costare 130.000 euro. A questa, dovrebbero seguire una berlina di lusso e una coupé.

PRODOTTE IN ITALIA - Tutta la produzione sarà concentrata negli stabilimenti ex-Pininfarina di Grugliasco e in quelli ex-Delphi di Livorno; la Pininfarina curerà lo stile delle nuove De Tomaso. Secondo le prime informazioni, tutte le vetture dovrebbero poggiare su un’ossatura in alluminio e Rossignolo punta molto sulla sua tecnologia brevettata “Univis” per abbattere i costi. Al momento, i dettagli al riguardo non sono disponibili, ma già in passato lo stesso imprenditore aveva usato per la fuoristrada Rayton Fissore Magnum una tecnologia con lo stesso nome. Si trattava di creare un telaio con dei tubi a sezione quadrata, saldati fra loro e successivamente fissati ad un sottotelaio di tipo a longheroni (come nelle 4x4 più pure). Comunque venga costruita, una Suv rimane, però, un tipo di vettura ben diverso da quelle storicamente prodotte dalla De Tomaso.


detomaso_mangusta_1966.jpg
La De Tomaso Mangusta del 1966.


SPORTIVE COL MOTORE AMERICANO
- La casa nasce nel 1959 e prende il nome da quello del pilota argentino (e suo fondatore) Alejandro De Tomaso. La prima auto stradale è la Vallelunga del 1964, seguita due anni dopo dalla Mangusta (disegnata da un giovanissimo Giugiaro). Il primo vero successo commerciale, però, fu la Pantera del 1970 (nella foto più in alto), disegnata dall’americano Tom Tjaarda: prodotta in ben 7260 esemplari, questa due posti dalla linea “cattivissima” inaugurò il sodalizio con la Ford come fornitrice di motori. Dello stesso anno sono anche la Deauville e la sua versione con telaio accorciato e carrozzeria coupé, la Longchamp. 


detomaso_guara_coupe.jpg
La De Tomaso Guarà Coupé del 1994.


IL PERIODO MASERATI
- Intanto, De Tomaso entra nel mondo delle due ruote con la Benelli e la Guzzi, prima di acquistare anche la Maserati e l’Innocenti. Sua, infatti, è la Biturbo, prima Maserati “popolare”: la vettura, proposta in numerose variante nel corso degli anni, ebbe notevole successo, benché fosse afflitta da seri problemi di affidabilità. Nel 1990 viene presentata una versione aggiornata della Pantera, mentre il 1993 vede la nascita della sportiva Guarà ma anche i primi sintomi della malattia che porterà il fondatore alla morte nel 2003. L’ultima creatura sarà la Biguà, poi prodotta in piccola serie col nome di Qvale Mangusta e sulla cui piattaforma la MG Rover Sport successivamente produsse la supersportiva MG X-Power.



Aggiungi un commento
Ritratto di alberto89
4 giugno 2010 - 18:51
finalmente nasce un nuovo marchio dopo tante chiusure...e per di piu italiano...dopo dr...
Ritratto di appassionato di alvolante
5 giugno 2010 - 21:29
che poi dr non è nemmeno del tutta italiana
Ritratto di apm
5 giugno 2010 - 22:56
la Dr è totalmente italiana, prende modelli cinesi, dalla Chery, li modifica qua e la (marchi e vari dettagli) e li rivende in italia, ma Dr come marchio è 100% italiano, un pò come vauxhall/opel
Ritratto di appassionato di alvolante
9 ottobre 2010 - 13:47
volevo intendere quello che hai detto tu non mi sono espresso bene
Ritratto di osmica
5 giugno 2010 - 22:58
se non e' italiana... che cos'e'??????? (visto che sai che non e' italiana, saprai che cos'e'... ragionamento logico!)
Ritratto di miana80
5 giugno 2010 - 23:54
prende come base i modelli di autovetture casa cinese Chery commercializzandole in Italia col proprio marchio con qualche motore vm di vecchia generazione e qualche ritocco alla carrozzeria.......................rendendole di fatto cinesi e non italiane, alla fine non ha importanza se sono vendute con lo stemma dr, tanto sempre cinesi rimangono...................di risio vai a vendere platesse al supermercato non macchine (macchine?!?!?)
Ritratto di apm
6 giugno 2010 - 01:06
si ma si parla di marchio, non di modelli commercializzati, il marchio DR è italiano, che le auto siano cinesi o italiane o di chissà quale altro paese non fa di DR un marchio non italiano... anche la Vauxhall rimane inglese pur vendendo modelli tedeschi (tranne la Monaro, che sarebbe australiana)
Ritratto di Al86
6 giugno 2010 - 09:59
per la precisione la Monaro sarebbe americana, è una Pontiac GTO con guida a destra e mascherina differente, oltretutto monta anche il motore 6l V8 da 404cv della Corvette.
Ritratto di apm
6 giugno 2010 - 13:06
nono mi sono informato, la Pontiac GTO "gemella" delle Monaro è costruita in Australia insieme alle Holden (australiana) e Vauxhall (inglese) Monaro, negli stabilimenti della Holden
Ritratto di Al86
6 giugno 2010 - 14:06
Si, so che viene costruita in Australia dalla Holden, per la questione della guida a destra, io mi riferivo al progetto dell'auto