UN AMERICANO IN ITALIA - Peter Arnell, 51 anni, americano, è un esperto di comunicazione e rilancio dei marchi, famoso in tutto il mondo per aver ridisegnato il logo della Pepsi e per aver curato l’immagine di Samsung, Donna Karan e Reebok. Architetto, un passato in Chrysler, Arnell da oggi è nel consiglio d’amministrazione della De Tomaso e il suo ruolo sarà quello di Chief Innovation Officer (CIO). Si occuperà di definire le strategie di marketing, branding, design, e merchandising della società.
A sinistra Peter Arnell, a destra Gian Mario Rossignolo.
TRE AUTO ENTRO QUATTRO ANNI - Come riporta Il Mondo, i piani di Gian Mario Rossignolo (che ha rilevato il marchio De Tomaso) sono chiari: un investimento di 116 milioni di euro in quattro anni per lanciare tre modelli e arrivare a una produzione a regime di ben 8000 vetture l’anno. Il primo sarà una Suv di lusso, mossa da un motore a benzina di cinque litri (probabilmente un V8 americano, come da tradizione De Tomaso) e che dovrebbe costare 130.000 euro. A questa, dovrebbero seguire una berlina di lusso e una coupé.
PRODOTTE IN ITALIA - Tutta la produzione sarà concentrata negli stabilimenti ex-Pininfarina di Grugliasco e in quelli ex-Delphi di Livorno; la Pininfarina curerà lo stile delle nuove De Tomaso. Secondo le prime informazioni, tutte le vetture dovrebbero poggiare su un’ossatura in alluminio e Rossignolo punta molto sulla sua tecnologia brevettata “Univis” per abbattere i costi. Al momento, i dettagli al riguardo non sono disponibili, ma già in passato lo stesso imprenditore aveva usato per la fuoristrada Rayton Fissore Magnum una tecnologia con lo stesso nome. Si trattava di creare un telaio con dei tubi a sezione quadrata, saldati fra loro e successivamente fissati ad un sottotelaio di tipo a longheroni (come nelle 4x4 più pure). Comunque venga costruita, una Suv rimane, però, un tipo di vettura ben diverso da quelle storicamente prodotte dalla De Tomaso.
La De Tomaso Mangusta del 1966.
SPORTIVE COL MOTORE AMERICANO - La casa nasce nel 1959 e prende il nome da quello del pilota argentino (e suo fondatore) Alejandro De Tomaso. La prima auto stradale è la Vallelunga del 1964, seguita due anni dopo dalla Mangusta (disegnata da un giovanissimo Giugiaro). Il primo vero successo commerciale, però, fu la Pantera del 1970 (nella foto più in alto), disegnata dall’americano Tom Tjaarda: prodotta in ben 7260 esemplari, questa due posti dalla linea “cattivissima” inaugurò il sodalizio con la Ford come fornitrice di motori. Dello stesso anno sono anche la Deauville e la sua versione con telaio accorciato e carrozzeria coupé, la Longchamp.
La De Tomaso Guarà Coupé del 1994.
IL PERIODO MASERATI - Intanto, De Tomaso entra nel mondo delle due ruote con la Benelli e la Guzzi, prima di acquistare anche la Maserati e l’Innocenti. Sua, infatti, è la Biturbo, prima Maserati “popolare”: la vettura, proposta in numerose variante nel corso degli anni, ebbe notevole successo, benché fosse afflitta da seri problemi di affidabilità. Nel 1990 viene presentata una versione aggiornata della Pantera, mentre il 1993 vede la nascita della sportiva Guarà ma anche i primi sintomi della malattia che porterà il fondatore alla morte nel 2003. L’ultima creatura sarà la Biguà, poi prodotta in piccola serie col nome di Qvale Mangusta e sulla cui piattaforma la MG Rover Sport successivamente produsse la supersportiva MG X-Power.