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Sarkozy “invita” la Renault a produrre le sue auto in Francia

14 gennaio 2010

No del Presidente francese all'intenzione della Renault di trasferire la produzione della futura Clio in Turchia. In Francia, come in Italia, scoppia un caso sull'occupazione degli stabilimenti in patria.

TUTTO IL MONDO È PAESE - Se in Italia la Fiat è “ai ferri corti” con i sindacati per la decisione di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese (leggi qui la news), l'aria non è certo più serena in Francia.

L'ipotesi avanzata dai dirigenti della Renault di trasferire la produzione della prossima generazione della Clio (attesa nel 2012) in Turchia, ha fatto squillare più di un campanello d'allarme all'Eliseo. Tanto che il presidente Sarkozy ieri ha convocato Carlos Ghosn, amministratore delegato della Renault, per sincerarsi dei futuri piani industriali.
 
TANTI INVESTIMENTI - Sarkozy avrebbe chiesto - per non dire imposto, dato che lo stato francese detiene una quota della Casa - alla Renault di mantenere la piena occupazione dei suoi stabilimenti in patria, dopo che si è impegnato a sostenere  il settore automobilistico con le campagne di incentivi all'acquisto prorogate anche per quest'anno, con i sei miliardi di euro prestati a Renault e al gruppo PSA e i 250 milioni investiti per lo sviluppo e la produzione dell'auto elettrica derivata dal prototipo ZOE (foto in alto) presso lo stabilimento di Flins (leggi qui la news).

FUGA ALL'ESTERO - Come dimostra il caso francese, la volontà della Fiat di trasferire la produzione delle auto in regioni del mondo ritenute più strategiche, o meglio dove la mano d'opera è meno costosa, non è un caso isolato. Tutt'altro, è una tendenza in atto da anni e alla quale i governi non hanno saputo porre un rimedio.



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Ritratto di SAUZER75
14 gennaio 2010 - 14:22
CONDIVIDO IN PIENO IL PATRIOTISMO DEI FRANCESI. APRIRE STABILIMENTO VERSO PAESI IN CUI LA MANODOPERA CORRISPONDE A UNA CIOTOLA DI RISO E LE TASSE PER CHI INVESTE CORRISPONDONO A POCHI CENTESIMI DOVE IN PIU' SI POSSON PRENDERE FORTI INCENTIVI DA PARTE DI GOVERNI DOVE FAVORISCI L'OCCUPAZIONE NEI TUOI STABILIMENTI FA DI CERTO GOLA A TUTTI GLI INDUSTRIALI. VEDI FIAT PER ESEMPIO. CHE NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO CHIUDONO IN ITALIA PER APRIRE ALL'ESTERO. SE NOI ITALIANI BOICOTASSIMO LA FIAT, FORSE CAPIREBBE CHE INVESTIRE SULLA MONODOPERA ESTERA PER CONTENERE I COSTI PER POI NON VEDERE CHE POCHE CENTINAIA DI MACCHINE NELLA PROPRIA PATRIA NON FAVORIRA' DI CERTO AL SUO SVILUPPO. MAGARI DOVREMMO COMPRARE SOLO MODELLI COSTRUITI IN ITALIA, LA PANDA PER ESEMPIO CHE FORSE LA PRODUZIONE VERRA' SPOSTATA A PARMA. NON SON UN OPERAIO FIAT MA SOLO UNA PERSONA CHE SOLIDARIZZA CON CHI HA PERSO UN LAVORO CREDENDO IN FIAT.
Ritratto di TheNico
14 gennaio 2010 - 14:54
Approvo e quoto in pieno
Ritratto di napleo
14 gennaio 2010 - 16:19
bravo il presidente francese
Ritratto di Moreno50
14 gennaio 2010 - 16:59
Si è fatto di tutto per abbattere le barriere tra i popoli, si è festeggiato (ripeto, "festeggiato") da poco il decennale della caduta del muro di Berlino, si fanno leggi per stimolare la concorrenza; ogni giorno, giornali, radio e tv ci insegnano che per risparmiare sulla benzina dobbiamo cercare il distributore dove è meno cara, a costo di fare della strada in più. E allora, per quale motivo gli industriali dovrebbero continuare a produrre dove costa di più, per amore di Patria? Al bene della Patria devono pensarci i politici con opportune leggi. Se non ci riescono loro, vuol dire che ci siamo messi in mani sbagliate. Troppo facile (oltre che inutile e sciocco) prendersela con gli industriali. E ve lo dice un dipendente, non un imprenditore.
Ritratto di El bocia
14 gennaio 2010 - 17:26
Credo che ad un industria spettino degli aiuti se favorisce l' occupazione nel poprio paese...è assurdo che paghiamo di tasca nostra per trasferire la produzione all' estero, dovevano essere trasparenti prima dell' inizio degli incentivi...
Ritratto di napleo
14 gennaio 2010 - 22:51
perfetto. si agli aiuti se l'impresa si impegna per favorire i lavoratori nel nostro paese. è logico che se un'impresa ritiene di andare a produrre dove costa meno è più che leggittimo che lo faccia ma SENZA ALCUN contributo statale. così è comodo. me ne sbatto dell'italia( e dei lavoratori italiani) e poi vado a produrre in plonia, ungheria ecc in questo caso. si facciano dare i contributi dai paesi dove vanno a produrre e non da noi
Ritratto di Alessandro
14 gennaio 2010 - 20:58
I francesi sono molto patriottici,noi Italiani dobbiamo esserlo ancora più loro soprattutto nel settore auto,anche se sono il primo che compra solo le loro auto.
Ritratto di Fede97
14 gennaio 2010 - 21:56
Non so se c'entriamo noi italiani ma vabbè... Nei modelli delle elettriche Renault non mi piace tantissimo la Twizy, proprio per niente...
Ritratto di blitz
14 gennaio 2010 - 23:14
investire all'estero a volte è una scelta obbligata, prima dell'arrivo della seconda repubblica la fiat ha goduto alla faccia nostra, se compri fiat di italiano c'è solo la proprietà, nel bene e nel male. se costruiscono all'estero indubbiamente risparmiano nella manodopera, se chiudono termini significa che dei dipendenti italiani non c'importa nulla. Bisognerebbe incentivare in italia, dettassando gli utili reinvestiti magari, tassi zero per nuovi investimenti su strutture immobili, ma siamo sicuri che alla fiat questo interessi, concordo con Moreno sulla politica, dipendenti o imprenditori siamo sulla stessa barca.