ULTIMA CHANCE - La Seat tenterà di "riprendersi" attraverso un piano di salvataggio quinquennale. Sebbene non ne siano ancora stati diffusi i dettagli, secondo quanto riporta Automotive News, il numero uno della Seat, James Muir, è stato categorico sul futuro: "Questo è l'ultimo tentativo della Volkswagen per salvare la Seat”, ha detto. Muir è al comando della casa dal settembre scorso con il preciso compito di risanarla, dopo il fallito tentativo del suo predecessore Erich Schmitt, che negli ultimi tre anni aveva cercato di riportarla in attivo.
IN PIENA CRISI - Con 110 milioni di euro di perdita nell'ultimo trimestre, la Seat è la "pecora nera" dell'universo Volkswagen con un passivo doppio rispetto alle altre due “malate”, la Bentley e la divisione veicoli commerciali. Nel 2009, stando ai dati dell'Acea (l'associazione dei costruttori europei), la Seat ha venduto 337.000 auto con una diminuzione dell'8,5% rispetto all'anno precedente. Inoltre il mercato spagnolo l'anno scorso è calato del 21%.
PALLA AL PIEDE - Se i conti non dovessero migliorare nei prossimi anni, il rischio per la Seat è di diventare la "palla al piede" del gruppo Volkswagen che, entro il 2018, intende essere il numero uno al mondo: a quel punto non resterebbe che venderla al miglior offerente. A mettere i bastoni fra le ruote della Seat ci si mette anche la grave crisi Europea, con una situazione disastrosa in Spagna, che ha una disoccupazione al 20%. Secondo Muir, che ha parlato durante una tavola rotonda con i giornalisti, la Seat deve ridurre la sua “dipendenza” dalla Spagna, che attualmente è il suo mercato principale, e dalla Ibiza (in foto) che rappresenta il 56% delle vendite della casa. Inoltre, nell'ambito del piano quinquennale mirato a riportare la Seat in attivo, è indispensabile un forte taglio dei costi e una maggiore sinergia con gli altri costruttori del gruppo Volkswagen.