CONVIENE O NO? - Ma il metano è o non è una fonte di energia “pulita”? L’interrogativo non è del tutto nuovo ma è tornato con forza d’attualità nei giorni scorsi per i contenuti fortemente critici di uno studio dedicato appunto al metano e in genere i gas impiegati come carburante nei motori per auto. Autore della ponderosa ricerca (77 pagine) è l’organizzazione non governativa europea Transport & Environment, che è una sorta di punto di riferimento nel settore ambientalistico. Secondo il rapporto il metano non è affatto ecocompatibile.
GIUDIZIO TRANCIANTE - Lo studio (che trovi qui) ha un approccio a 360 gradi sull’argomento “gas e autotrazione”, affrontando l’argomento sulla base degli ultimi test e i più recenti dati disponibili considerando anche il metano rinnovabile (biometano e metano sintetico) e le diverse politiche fiscali in proposito. E l’esito finale del lavoro non lascia spazi a incertezze: “Sulla base dei più recenti dati disponibili, il gas fossile utilizzato nei trasporti non presenta benefici climatici significativi rispetto ai carburanti derivati dal petrolio”.
I REALI BENEFICI - La “sentenza” deriva soprattutto dagli esiti dei raffronti fatti tra le diverse forme di autotrazione e i benefici offerti dall’impiego del gas. Il rapporto afferma che “per le autovetture, le riduzioni di gas serra sono le più basse, con un intervallo compreso tra -7% e +6% rispetto al diesel”. Precisando poi che “non è stata trovata alcuna prova a sostegno del vantaggio teorico dei veicoli a gas sulla base del minore contenuto di carbonio. In realtà, la scarsa efficienza del motore a gas spesso annulla i benefici già al tubo di scappamento”. Insomma, una stroncatura totale delle politiche di enti pubblici e case costruttrici che spingono l’impiego del gas e del metano in modo particolare.
RILEVANTI PERDITE DI GAS - Va subito detto però che il giudizio di T&E tiene in considerazione tutti gli aspetti ambientali del ciclo di produzione e impiego del gas. Vale a dire che considera anche le perdite di gas che si verificano dal pozzo di estrazione sino all’impiego finale. Perdite che ovviamente finiscono nell’atmosfera con conseguente sensibile contributo all’effetto serra. Secondo lo studio, queste perdite sono molto sottovalutate. Lo stesso studio le sintetizza con dettaglio: “Attualmente, le emissioni medie delle perdite di metano nella filiera del gas fossile ammontano al 2,2% del gas prodotto, con una percentuale che varia tra lo 0,2% e il 10%”. Infine, è da segnalare che lo stesso rapporto esprime pollice verso anche per il cosiddetto biometano, cioè il gas ricavato o dal riciclo di rifiuti o da prodotti dell’agricoltura. Ciò per i costi di produzione, per l’indisponibilità della “materia prima” necessaria, e per i danni al territorio che provoca il cambiamento della destinazione d’uso del terreno.
BILANCIO A FAVORE DELL’ELETTRICO - Insomma, dal rapporto di T&E esce un quadro negativo anche per l’uso del metano. Un esito che lascia alle esigenze di trasporto una sola alternativa: il ricorso ai motori a emissioni zero, cioè alla trazione elettrica. Ora c’è da attendersi la risposta dei sostenitori del metano, e magari anche di chi difende il diesel, perché in definitiva lo studio di T&E mette in luce meno negativa il motore a gasolio.