LUNGO LAVORO PARLAMENTARE - Le commissioni Ambiente e Lavori Pubblici hanno approvato all’unanimità un'articolata risoluzione di 12 pagine con la quale impegnano il governo a prendere tutta una serie di iniziative volte a migliorare il panorama del trasporto per quanto riguarda le conseguenze sull’ambiente. Con riferimenti alla situazione globale (compresi gli esiti della conferenza internazionale sull’ambiente di Parigi dell’anno scorso) e al processo in corso in Italia per la formulazione di un programma di iniziative (road map) mirante a realizzare una mobilità sostenibile, i senatori delle due commissioni hanno elaborato una lunga serie di obiettivi da perseguire, chiamando appunto l’esecutivo a metterli in pratica. Tra le tante cose contenute in questa agenda dei buoni propositi (qualcuno potrà dire dei sogni…) sicuramente la più ragguardevole è la chiamata verso il governo a deliberare il divieto “di commercializzazione di motoveicoli e autoveicoli alimentati a combustibili fossili a partire dal 2040”, vale a dire lo stop totale a motori a benzina e diesel.
POTENZIARE IL TRASPORTO PUBBLICO - In pratica le commissioni senatoriali hanno voluto richiamare le decisioni recentemente prese in altri Paesi, che appunto si sono dati obiettivi di questo tipo. Ma l’articolata risoluzione delle commissioni Ambiente e lavori Pubblici, inerente l’argomento n. 1015 “Mobilità sostenibile” affronta molti altri aspetti relativi ai trasporti. Rilievo importante vi ha il TPL, trasporto pubblico locale, che secondo le commissioni il governo dovrà potenziare, aumentando gli stanziamenti per consentire un ringiovanimento della flotta dei mezzi pubblici (fino a una media di 7 anni, che è la media europea, oggi ampiamente superata in Italia). Per questo si sollecita lo stanziamento dei finanziamenti necessari, con particolare attenzione agli automezzi a motori alternativi.
“BOLLO” SECONDO GLI SCARICHI - Altro capitolo rilevante è la politica in materia della mobilità elettrica, con la sollecitazione ad incentivare la realizzazione di una ampia rete di punti di ricarica, con adeguato sostegno economico, anche sotto forma di incentivi fiscali. A proposito di tali provvedimenti, la risoluzione auspica anche l’introduzione della detraibilità per i contribuenti di quanto speso per acquistare veicoli “puliti”. Ciò avviando anche una forma di tassazione dei veicoli (tassa automobilistica) in funzione delle caratteristiche degli stessi in materia di emissioni inquinanti. Per la precisione: “prevedendo forme di riduzione/esenzione per i veicoli a combustibili a basse emissioni, senza penalizzare le classi economicamente più svantaggiate”. Altro intervento incentivante auspicato dalla risoluzione per i veicoli “puliti” è l’introduzione della possibilità per i comuni di prevedere “tariffe differenziate per la sosta nelle aree di parcheggio pubbliche” appunto in base alle caratteristiche ambientali dei veicoli.
QUESTIONE DI GRANDE RILIEVO - Tutto ciò facendo riferimento a una realtà molto complessa e articolata, che in Italia vede quotidianamente 29,1 milioni di persone spostarsi per ragioni di lavoro (2,1 milioni in più rispetto a 10 anni fa), secondo i dati 2016 del Censis. Una realtà che porta ad avere il 90% delle province italiane con almeno il 60% degli spostamenti casa-lavoro effettuati in auto e non poche province che superano anche il 70%.