INDAGINI IN CORSO - L'inaugurazione ha avuto luogo il 23 dicembre 2014, ma già una settimana dopo, alla vigilia di Capodanno, metà della carreggiata è sprofondata: pessimo debutto per il viadotto di Scorciavacche, sulla strada statale Palermo-Agrigento. Sulla questione (gravissima, anche se per fortuna non transitavano veicoli al momento del crollo) è subito intervenuto il premier, Matteo Renzi: "Ho chiesto conto all'Anas". Mentre il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha puntato il dito contro "chi ha costruito l'opera, chi non ha controllato e chi ha dato via libera alle auto". Intanto, la procura di Termini Imerese, che coordina l'inchiesta, ha disposto il sequestro di tutta la documentazione relativa ai lavori.
IL GESTORE PRECISA - Nell’occhio del ciclone c’è la società che gestisce quel tratto di strada: l’Anas. Che, però, non mostra alcuna intenzione di fare da capro espiatorio: l’ente, infatti, parla di “un anomalo abbassamento del piano stradale”, aggiungendo che “il cedimento non ha riguardato il viadotto, ma il tratto di rilevato di accesso all'opera”. La stessa Anas, dopo avere accertato il 30 dicembre un avvallamento del piano stradale, aveva deciso di procedere alla chiusura della strada tra i km 226,04 e 227,04, in località Mezzojuso, in provincia di Palermo, ripristinando la deviazione sulla SP55 bis. Spiega il suo presidente, Pietro Ciucci: "Nel pomeriggio del 30 dicembre, ho immediatamente disposto la chiusura preventiva e cautelare della variante. Ciò ha evitato ogni eventuale rischio per gli utenti." Ora l’ente si dice pronto a un’azione legale nei confronti sia della ditta costruttrice sia del direttore dei lavori: “Tutti gli interventi di ripristino saranno a carico della ditta costruttrice, senza alcun onere per l'Anas".
IL COSTRUTTORE RIBATTE - Alla voce dell’Anas ha dato risposta, nelle scorse ore, in un’intervista a Repubblica.it, Massimo Matteucci, presidente della Cmc di Ravenna, la più grande cooperativa di costruzioni d’Italia, alla guida del consorzio di imprese Bolognetta Scpa titolare dell’appalto per il grande cantiere da 220 milioni tra Palermo e Agrigento. “Era una cosa che non doveva accadere”, ha detto Matteucci. “Laddove esistono problemi servono accorgimenti preventivi. Ma, nella vita di un cantiere grande come quello, di smottamenti simili ne succedono. Io proverei anzitutto a togliere di mezzo il termine crollo, perché quello che si è verificato è stato solo uno smottamento". E polemizza contro Renzi, il qualche ha twittato “è finita la festa, chi deve pagare pagherà”: "Io penso che prima di scrivere quel tweet il premier non sia stato informato bene, perché, insisto, non è crollato il viadotto. Capisco la vita sul filo del secondo di Renzi, ma dal tweet sembrava davvero che fosse venuto giù tutto".