STATO D’EMERGENZA? - È passato più di un mese dal crollo, e ancora non c’è traccia di ricostruzione: parliamo del viadotto Himera sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Il 10 aprile scorso, un pilone di quel ponte cedeva, spezzando in due l’asse viario. E, conseguenza non di poco conto, la Sicilia. Una decina di giorni fa, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha affermato che il governo era pronto a dichiarare lo stato d’emergenza per accelerare i lavori di ricostruzione. Il provvedimento potrebbe arrivare già nel consiglio dei ministri di venerdì. Ieri sera, infatti, s’è chiusa l'istruttoria della Protezione civile: sarà possibile deliberare lo stato di emergenza e intervenire con gli strumenti necessari sui pericoli incombenti per ripristinare le vie di comunicazione interrotte, il viadotto Himera e la realizzazione di una bretella di deviazione di un chilometro e mezzo.
SCIOPERO DEI TIR - Nel frattempo, gli autotrasportatori, costretti a percorrere tragitti lunghissimi per consegnare le merci, hanno deciso di scioperare dal 25 al 29 maggio per protestare contro l'inadeguatezza del sistema viario. Stando alle previsioni dei tecnici, infatti, il viadotto sarà agibile solo fra 18 mesi, è c’è chi già ipotizza uno slittamento a 24 mesi, con notevoli disagi, dal momento che il tratto ceduto dovrà essere demolito e ricostruito. Abbattere il pilone costerà tre milioni di euro, altri cinque andranno nella sua ricostruzione.
CAUSE E POLEMICHE - Il crollo del pilone, secondo la Protezione civile siciliana, è da addebitarsi agli eventi meteo e alle precipitazioni continue fra il 17 febbraio e il 9 marzo. Una spiegazione che non convince Erasmo De Angelis, coordinartore di Italiasicura, la struttura del governo Renzi contro il dissesto ecologico: “Quel versante franato poteva essere messo in sicurezza. Anas e regione potevano e dovevano intervenire già 10 anni fa, ma nessuno l’ha mai fatto”.