ULTIMATUM - Stavolta la Commissione europea mette l’Italia con le spalle al muro. Chiude l’istruttoria sul mancato rispetto dei limiti di inquinamento nel nostro Paese e ci concede un’ultima possibilità, aprendo una procedura d’infrazione: entro breve, il governo di Roma dovrà inviare a Bruxelles documenti per dimostrare che ha messo in atto una lotta efficace contro lo smog. È l’ennesima sollecitazione all’Italia che, se non risponderà in modo adeguato, verrà deferita alla Corte di giustizia europea. Dopodiché, una pesante multa non ce la leverà nessuno.
QUI SI MUORE - Che l’Italia debba rimettersi in carreggiata lo dicono anche le statistiche sui decessi da smog: il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potočnik, mette nel mirino soprattutto Lombardia, Piemonte e Veneto. Dove più di 15 persone ogni 1000 abitanti muoiono prematuramente a causa delle polveri sottili (in totale, in Europa, sono 350.000 i decessi prematuri dovuti allo smog). L’Italia è in ritardo nella predisposizione di misure necessarie a contenere il PM10 entro i valori limite: una concentrazione annuale di 40 microgrammi per metro cubo, e una concentrazione giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo, che non può essere superata più di 35 volte in un anno. Si tratta di particelle, contenute principalmente nelle emissioni dell’industria, del traffico e degli impianti di riscaldamento domestico, che possono causare asma, problemi cardiovascolari, tumore ai polmoni e morte prematura.
POLEMICHE INTESTINE - Da noi, intanto, assistiamo allo “scaricabarile”. Sentitesi attaccate, le regioni del Nord rivolgono accuse a Roma, criticando l’immobilismo del ministero dell’Ambiente in materia di provvedimenti anti-smog. Infatti, in base a una direttiva europea sull’inquinamento (è del 2008), Bruxelles può concedere alle regioni una proroga al rispetto dei limiti di polveri sottili, purché dimostrino di avere fatto il possibile per non sforare il tetto consentito. Ma le deroghe, chieste da 17 regioni (80 le zone più inquinate), sono state quasi tutte bocciate, perché manca un piano nazionale di interventi. Insomma, stando alle regioni, la responsabilità sarebbe del governo centrale.
CHI PAGA? - A questo punto, la probabile multa dell’Unione europea all’Italia potrebbe ammontare a 100 milioni di euro (questa la stima del Corriere della Sera). Resta da vedere chi debba pagare: le regioni del Nord potrebbero rifiutarsi di versare il dovuto, esigendo che a saldare il debito sia il ministero dell’Ambiente, colpevole di non aver introdotto un piano anti-smog.