INIZIA IL POST DISASTRO - Con 43 vittime accertate, sono finite le ricerche sotto la montagna di calcestruzzo causato dal crollo del ponte Morandi di Genova avvenuto quattro giorni fa (qui per saperne di più). Le discussioni sulle cause del crollo e le polemiche sulle responsabilità di quanto accaduto invece non sono finite. Anzi... Si è comunque messo in moto il post-catastrofe. Lunedì 20 agosto saranno consegnati i primi alloggi per gli sfollati delle palazzine sotto al ponte (e c’è l’impegno sistemare tutti entro otto settimane) mentre la società Autostrade per l’Italia - concessionaria del tratto dell’A10 interessato dal crollo - ha annunciato, in occasione di una conferenza stampa tenuta dal presidente Fabio Cerchiai e dall’amministratore delegato Giovanni Castellucci (nella foto), cosa intende fare per le persone e per la viabilità.
SCUSE PER LE MANCATE CONDOGLIANZE - In occasione della conferenza stampa (nel video qui sotto), la società si è scusata per non avere subito manifestato vicinanza e solidarietà con le famiglie delle vittime e contemporaneamente ha messo a disposizione 500 milioni di euro proprio per le esigenze dei parenti di chi è rimasto coinvolto nel crollo. L’amministratore delegato Castellucci ha parlato anche della possibilità di realizzare un nuovo ponte (in ferro) in otto mesi. Ciò indipendentemente da come evolveranno le indagini sul crollo e respingendo qualsiasi responsabilità che, sostiene la società, dovranno essere appurate dalle inchieste tecniche e della magistratura. L’ad Castellucci ha aggiunto: "Costruiremo noi, in accordo con il Comune, la nuova viabilità interna alle aree Ilva per alleggerire il traffico pesante dalla città. Inoltre c'è l'ipotesi di liberalizzare i pedaggi nel nodo di Genova da Bolzaneto a Voltri a Genova Ovest”.
AIUTI E REVOCA - L’iniziativa della società Autostrade, parte del gruppo Atlantia, facente capo alla famiglia Benetton, ha però suscitato altre reazioni critiche. Da parte di esponenti del governo ci sono state dichiarazioni su quanto annunciato dalla società Autostrade. Il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio ha infatti dichiarato: "Sia ben chiaro: lo Stato non accetta elemosine da Autostrade. Pretendiamo risarcimenti credibili e non vi sarà alcun baratto. L'unica strada che il governo seguirà è quella di andare avanti con la procedura di revoca”. Dunque il governo ha reiterato la determinazione a procedere alla revoca della concessione alla società, nonostante quanto sottolineato da molti intervenuti nella discussione a proposito dei costi che tale revoca avrebbe per le casse statali (circa 20 miliardi di euro).