SEI ANNI E GIÀ EURO 6 - Le station wagon non piacciono più come un tempo. Solo sei anni fa incidevano ancora per oltre il 7% sul totale delle immatricolazioni: questo nonostante una concorrenza già spietata da parte di suv e crossover, più di tendenza ma anche più alte e più pesanti. Nel 2022, le familiari hanno rappresentato solo il 3,4% delle vendite. Eppure, le auto con questo tipo di carrozzeria sono ancora richieste sul mercato dell’usato; e, puntando su esemplari di cinque-sei anni, è possibile risparmiare oltre il 66% rispetto al nuovo. Andiamo quindi ad analizzare dieci wagon tra le più acquistate nel 2017, che rispettano la normativa Euro 6 e possono rappresentare un'ottima scelta per una famiglia.
FIAT TIPO STATION WAGON (2015-)
BESTSELLER CON TANTI MOTORI - Rispetto a quella di sei anni fa, la wagon più venduta in Italia si differenzia per la mascherina più elegante, la gamma motori, il multimediale aggiornato e gli aiuti alla guida. Inoltre, allora la frenata automatica d’emergenza era riservata all’allestimento Business e optional per gli altri. Sconsigliata la versione base Pop, priva perfino del vivavoce Bluetooth, del cruise control e dei sensori di distanza posteriori.
A GPL È ANCHE VIVACE - Sei i motori, tutti affidabili e a quattro cilindri. I tre a benzina bevono un po’: si tratta di due aspirati poco briosi (1.4 da 95 CV e 1.6 da 110 CV) e di un 1.4 turbo (con 120 cavalli). Meglio puntare su uno dei diesel (1.3 da 95 CV e 1.6 da 120 CV) o, soprattutto, sul 1.4 T-Jet a Gpl da 120 cavalli: brillante e dai bassi costi di
gestione.
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AUDI A4 AVANT (2015-)
VALIDA, MA POCO GENEROSA - Elegante, sportiva, ben fatta: la wagon tedesca, c’è a trazione anteriore o 4x4 ed è ancora in vendita, seppur dopo un restyling estetico e tecnico. Comoda e sicura (la frenata automatica è di serie), è penalizzata dalla scarsa visibilità posteriore e dall’impianto elettrico soggetto a guasti. Cercate esemplari ricchi: per la “base”, il cruise control e i sensori di parcheggio si pagavano a parte. Ma anche le versioni più care non erano generose.
SCELTA QUASI OBBLIGATA - Assai diffuse, le diesel con motore di 2 o 3 litri (rispettivamente con 4 cilindri o V6) bevono poco. Meno diffuse quelle a benzina (anche mild hybrid) o a metano.
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BMW SERIE 3 TOURING (2012-18)
NON È SOLO PIACERE DI GUIDA - La famigliare tedesca è un’auto elegante e curata: disponibile con la trazione posteriore o integrale, offre una tenuta di strada di alto livello e freni potenti. Peccato per i fruscii aerodinamici alle velocità autostradali. Ben fatto il vano bagagli: sebbene non sia enorme, ha forme regolari ed è impreziosito da due “chicche” (di serie per l’intera gamma) come il portellone automatico e il lunotto apribile.
ROBUSTA MA NON RICCA - Gli ultimi esemplari della sesta generazione sono affidabili, ma poveri: i fendinebbia erano di serie solo nella Sport e il “clima” bizona era optional per le meno care. I due litri a gasolio da 116 a 224 CV assicurano brio ed efficienza. Le versioni con il cambio manuale hanno rapporti lunghi per “bere” meno, ma praticamente tutte montano l’eccellente automatico a otto marce. Comunque, neppure i potenti 3.0 con sei cilindri in linea (258 o 313 CV) sono assetati.
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FORD FOCUS SW (2012-18)
PIÙ DA GUIDARE CHE DA CARICARE - Come altre wagon non brilla alla voce “visibilità posteriore”. Per il tipo di vettura, inoltre, il vano bagagli non è fra i più grandi. Senza contare che chi si accomoda dietro non ha tantissimo spazio per le gambe e non può contare sulle bocchette dell’aria. L’auto si riscatta, però, con il piacere di guida (ha uno sterzo diretto e preciso) e con il comfort.
VALIDA ANCHE A BENZINA - I diesel sono briosi e bevono poco: il 1.5 (da 95 a 120 CV) è robusto, mentre i 2.0 (150 o 185 CV) hanno avuto qualche “grana”. Il 1.0 turbo a tre cilindri a benzina da 125 CV è un’ottima scelta in zone ablocchi del traffico: controllate la frizione (fragile) degli esemplari col cambio manuale.
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OPEL ASTRA SPORTS TOURER (2016-21)
“FUORI TAGLIA” E ANCHE A GAS - È ingombrante (470 cm di lunghezza non sono pochi) e spaziosa. I passeggeri stanno comodi, anche se quelli anteriori non possono contare sulle cinture di sicurezza regolabili in altezza e quelli posteriori sulle bocchette d’aerazione. Questa famigliare ha uno sterzo preciso e offre un buon comfort, ma non è immune da difetti. I due richiami importanti (malfunzionamento dei freni e degli airbag) si riferiscono a esemplari prodotti nel 2016 e nel 2017.
SI TROVA SOPRATTUTTO DIESEL - I motori 1.6 a gasolio (da 95 a 160 CV, turbo o biturbo) nel 2017 dominavano le vendite. Non sono da sottovalutare, però, quelli a benzina. In particolare il “mille” sovralimentato a tre cilindri da 106 CV (ma evitate il cambio robotizzato a cinque marce). Se avete distributori vicini, considerate il 1.4 turbo ecoM a metano da 110 CV. Interessante la dotazione: il “clima” automatico bizona era standard già per gli allestimenti intermedi.
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PEUGEOT 308 SW (2014-21)
UN GRAN BAGAGLIAIO E QUALCHE DIFETTO - La seconda generazione di questa francese era venduta soprattutto con i turbodiesel BlueHDi: motori parchi, ma con un filtro antiparticolato che tende a intasarsi. Il 1.5 da 131 CV è più moderno dei 1.6, mentre il due litri (da 150 o 177 CV) è piuttosto rumoroso. Invece, il 1.2 turbo a tre cilindri a benzina da 131 CV soffre di buchi di erogazione in accelerazione e ha una cinghia di distribuzione soggetta a usura e a rotture premature.
ATTENTI A QUEI RICHIAMI - L’auto, inoltre, è stata ottoposta a due richiami per la possibile non conformità del software di gestione del motore negli esemplari costruiti dal 2016 al 2017, e degli airbag per il solo 2017. I punti di forza, comunque, non le mancano: dal comportamento stradale sicuro al vano bagagli accessibile e capiente. Limitata, invece, la visibilità posteriore: un difetto comune a molte wagon.
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RENAULT MÉGANE SPORTER (2016-22)
CON LEI CONSUMI POCO - È quasi uguale a quella in listino, sottoposta a un lifting lieve nel 2020. I turbodiesel dCi sono robusti, salvo qualche problema d’intasamento del filtro antiparticolato: il 1.5 (90 o 110 CV) ha consumi bassi, mentre il 1.6 da 131 CV è più adatto a chi vuole un po’ di brio, benché non sia molto reattivo ai bassi regimi. Più rari i silenziosi turbo a benzina TCe: il 1.2 da 101 o 132 CV e un grintoso 1.6 da 205 CV, soggetto a surriscaldamento della frizione.
BEN DOTATA E ANCHE AGILE - Questa francese vanta un elevato livello di comfort; non male la capacità del bagagliaio. Interessante la dotazione: il climatizzatore bizona è di serie già per gli allestimenti intermedi e le più lussuose GT Line e Bose hanno sistemi di assistenza alla guida come il mantenimento di corsia. Nelle sportiveggianti GT ci sono persino le ruote posteriori sterzanti: aumentano l’agilità in manovrae a bassa andatura e la stabilità a quelle più elevate (come in autostrada).
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SKODA OCTAVIA WAGON (2013-19)
CAMPIONESSA DI CARICO - La terza serie della familiare ceca (proposta con la trazione anteriore o integrale) è spaziosa, costruita bene e affidabile. L’unico richiamo ha riguardato i portacuscinetti delle ruote posteriori non a norma. La dotazione presenta alti e bassi: tutte offrono l’airbag per le ginocchia del guidatore e quasi tutte il “clima” bizona, ma la frenata automatica era optional, così come altri assistenti alla guida più evoluti quale il mantenimento di corsia.
C’È PURE A METANO - I turbodiesel TDI sono facili da trovare: il 1.6 (90 o 116 CV) per chi vuole risparmiare, il 2.0 (150 o 184 CV) per chi viaggia spesso a pieno carico. Da prendere in considerazione, se avete un punto di rifornimento a portata di mano e nonostante l’attuale prezzo elevato del gas, anche la 1.4 G-Tec turbo a metano da 110 CV:non è monofuel come l’Octavia attuale (e di conseguenza paga il bollo intero, anziché quello ridotto a un quarto), ma, grazie al serbatoio della benzina di 50 litri anziché 9, toglie l’ansia da viaggio.
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VOLKSWAGEN PASSAT VARIANT (2014-)
DIESEL, BENZINA O “ALLA SPINA” - Una wagon non troppo diversa nel look da quella attuale (l’unica rimasta dopo che la casa ha sospeso le vendite della berlina): il restyling del 2019 è intervenuto più sulla sostanza che sull’apparenza. A trazione anteriore o integrale, era offerta anche nelle varianti a benzina o ibrida plugin a benzina, ma quasi tutti l’hanno acquistata diesel (1,6 o 2 litri da 120 a 239 CV).
TANTO LO SPAZIO PER LE VALIGIE - Offre un baule da record e tanto comfort per quattro persone (ma chi occupa il posto centrale del divano viaggia scomodo). Inoltre, i rari esemplari col cambio manuale hanno una leva dagli innesti duri. Capitolo affidabilità: qualche avaria ai servocomandi e al tetto apribile. Il “clima” trizona è di serie, ma gli assistenti alla guida erano optional.
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TOYOTA AURIS TOURING SPORTS (2012-18)
LA FORZA DELL’IBRIDA - La giapponese si guida bene ed è una delle auto più affidabili, ma non è esente da difetti. È stata coinvolta nel famoso richiamo degli airbag difettosi prodotti dalla Takata e sottoposta anche a controlli per l’installazione non corretta degli iniettori. Segnalati, inoltre, intasamenti del filtro del sistema di raffreddamento ad aria della batteria. La Active è completa: airbag per le ginocchia del guidatore, avviso di uscita involontaria di corsia, cerchi in lega da 16”, “clima” automatico e frenata automatica d’emergenza.
A GASOLIO? NO, GRAZIE - La Hybrid, col suo 1.8 affiancato da due unità a corrente, è la più diffusa e anche quella che consigliamo: “beve” poco (specie in città), ma ha una trasmissione automatica a ingranaggi epicicloidali che predilige le andature rilassate (altrimenti fa impennare i giri del motore). Fiacca la 1.6 diesel da 111 CV.