GRIDO D’ALLARME - È oggi necessario mettere mano a un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade. Il nostro Paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi”. Sono parole di Stefano Ravaioli, direttore del Siteb, l’associazione italiana bitume e asfalto, dunque figura istituzionalmente interessata ai lavori stradali, ma sicuramente ben informata e in possesso di un quadro esatto è aggiornato della rete viaria italiana. Questa opinione Ravaioli l’ha espressa a commento dei risultati di un’indagine demoscopica che ha messo in evidenza come gli italiani siano molto preoccupati dal rischio di incidenti, anche a causa del pessimo stato in cui si trovano le strade.
QUADRO ANGOSCIANTE - L’inchiesta si intitola “Gli italiani e la percezione della sicurezza stradale” ed è stata effettuata dall’istituto IPR, specializzato in ricerche e analisi di mercato, per incarico della Fondazione Luigi Guccione delle vittime della strada, appunto dal Siteb e da Assosegnaletica. Il quadro che ne esce è di profonda preoccupazione per le condizioni di degrado in cui versano le strade italiane a causa della mancanza di manutenzione. Secondo quanto raccolto dall’indagine, nell’ultimo anno il 60% degli automobilisti italiani ha rischiato un incidente stradale a causa delle condizioni del manto stradale. Una situazione che colloca il rischio incidente della strada al secondo posto nella graduatoria di quelli più avvertiti e temuti. Al primo posto c’è la paura di subire un furto in casa. I timori di rapine e altro vengono dopo la preoccupazione per i sinistri stradali.
NON SOLO SONDAGGI - Ma il direttore del Siteb non ha argomentato la sua presa di posizione con gli umori degli automobilisti raccolti dall’indagine dell’IPR. A supporto del suo autentico grido di allarme Ravaioli ha portato appunto i numeri che ha a disposizione dal suo punto di osservazione, cioè il vertice della Siteb. Secondo le stime dell’associazione infatti dal 2006 al 2015, gli interventi di manutenzione stradale omessi hanno rappresentato la mancata messa in opera di 96 milioni di tonnellate di asfalto, per un controvalore di 9 miliardi di euro. Dunque, le ricerche demoscopiche e i dati elaborati dagli addetti ai lavori coincidono nel formulare una situazione particolarmente grave, che si traduce in seri pericoli per la circolazione (specie per i motociclisti, ma non soltanto) e anche in una rilevante perdita di attività economiche.
SICUREZZA E PROSPETTIVE - Del resto che la situazione sia quella denunciata dalla ricerca dell’IPR e sottolineata dalla Siteb non è certo una novità per gli automobilisti che percorrono quotidianamente le strade di città come le regionali e le provinciali, da anni sempre più abbandonate e bisognose di interventi massicci. Che la ragione di questa situazione sia nota a tutti e spiegata con la mancanza di finanziamenti per lo stato dei conti pubblici non èuna consolazione né una motivazione per non fare nulla e accettare lo status quo. In allo c’è la sicurezza stradale e anche la prospettiva futura di vede andare in malora definitivamente ampie parti del tessuto stradale italiano, con la conseguenza che in un futuro non lontanissimo per ripristinare non poche strade saranno necessari impegni economici molto superiori.