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Stop alle auto termiche dal 2035: slitta la riunione del Coreper

Pubblicato 03 marzo 2023

Dopo l'annunciato no dell’Italia e i ripensamenti della Germania, ora si cerca una soluzione.

Stop alle auto termiche dal 2035: slitta la riunione del Coreper

RINVIO - Per l’approvazione definitiva della norma che sancisce lo stop delle auto a combustione dopo il 2035, voluta dal Parlamento europeo (qui la news), serve l’ok del Consiglio europeo, l’organismo composto dai capi di governo dei singoli Paesi. La riunione del Coreper, che è responsabile della preparazione dei lavori del Consiglio, prevista il 3 marzo, è stata però rimandata a data da destinarsi.

E ORA? - Ma cosa sta succedendo? L’Italia ha preso una posizione netta, dicendo che voterà no al provvedimento, per la preoccupazione relativa all'impatto che questo avrà sull’industria nazionale, molto forte nella componentistica per le attuali auto termiche. Poi anche la Germania ha espresso preoccupazioni (qui la news) e ci sono altri Paesi contrari. Dunque non è così scontato che si abbia una maggioranza qualificata per votare il provvedimento.

URGE UNA SOLUZIONE - Il rinvio della riunione del Coreper significa che i governi dei Paesi europei ora dovranno trovare una forma di compromesso rivedendo almeno in parte una normativa che avrà un forte impatto sul tessuto industriale e quindi sui posti di lavoro dei Paesi dove l’attuale industria dell’auto è più sviluppata.



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Ritratto di Carlopd
4 marzo 2023 - 10:44
Il documento va riscritto completamente, pensando a soluzioni alternative più ampie rispetto al solo elettrico e da adottare con gradualità (ridefinire la viabilità solo in europa non ha grande impatto sull'inquinamento globale quando alcuni tra i paesi più densamente popolati applicano restrizioni minime, specie alle industrie altamente inquinanti)
Ritratto di AndyCapitan
4 marzo 2023 - 17:46
4
....in europa siamo in mano a politicanti che non hanno la minima preparazione tecnica per decidere certe cose....come si e' visto sono solo pericolosi!!!!
Ritratto di Check_mate
5 marzo 2023 - 07:39
Il merito di un discorso del genere è molto labile e spesso finisce per far passare un messaggio completamente errato. O, almeno, questo è ciò che si comprende leggendo un commento di questo tipo: nessuno fa niente nel mondo, perché allora proprio noi? Ed allora io vi chiedo, perché non noi, dato che siamo quelli nelle condizioni teoricamente migliori per iniziare un percorso del genere. Sarebbe anche giusto diversificare l’offerta e le alternative, a patto che si vada però avanti e non indietro.
Ritratto di alveolo
5 marzo 2023 - 09:59
Capisco/intuisco lo spirito positivistico, ma Domandare è lecito, rispondere è cortesia; penso sia la regola. Se la cosa viene imposta, invece, si perde in partenza l'eventuale propositività a tema filantropico del "Perché non noi per primi?". Discorsi del genere si fanno, o almeno hanno un significato realistico, quando l'adesione è su base volontaria e non per imposizione coatta; e andando così un attimo a sensazione direi decisamente che per una altissima percentuale non vi sarebbe alcuna appoggio/adesione volontaria a tale ""proposta"" (ma al limite si potrebbe fare un referendum, per togliersi eventuali dubbi). Che sennò dal doniamo una parte della nostra ricchezza/reddito ai paesi del terzo mondo, ad accogliamo tutti in casa almeno un rifugiato; sai su quanti Perché non noi per primi, ben più nobili, potremmo far o meglio Avremo Già da Tempo dovuto far prima una tappa, rispetto al "tutti ObbligaVolontariamente in bev"...
Ritratto di alveolo
5 marzo 2023 - 10:02
sprito * positivo (positivismo è altra cosa; anzi alquanto all'incontrario, invece pratico - pragmatico)
Ritratto di deutsch
6 marzo 2023 - 14:49
4
guarda che il bando non prevede l'obbligo dei motori elettrici ma il divieto termici in quanto producono co2 ed inquinanti e la gradualità è rappresentata dai 13 anni prima dell'introduzione. per il resto dubito che l'europa possa obbligare gli stati extraeuropei a contenere gli inquinanti e la co2. io piuttosto mi preoccupo che visto il bando non c'è un percorso europeo di incremento di produzione elettrica sostenibile (anche in relazione al passaggio da caldaia a pompe di calore) e colonnine
Ritratto di TheViking
4 marzo 2023 - 10:59
Mi sta anche bene che il provvedimento non passi. Un cambio di paradigma completo senza step intermedi non è mai stato, a mio modesto parere, una grande idea. Questo però non vuol dire che la direzione non sia quella da seguire. Gli obbiettivi di riduzione della CO2 al 2035 e al 2050 (e prima che arrivino i benaltristi, gli obbiettivi cinesi slittano al 2040 e '60 rispettivamente, non è che non esistano e le misure, quando applicate, saranno tranquillamente più severe che in UE) passano anche (anche) per il trasporto privato. La richiesta della deroga da parte tedesca poi dimostra solamente quanto la Germania, per la cui politica energetica degli ultimi 20 anni nutro il più profondo disprezzo, si sia resa conto di non avere una strategia per l'elettrificazione delle autovetture. Il ricorso agli e-fuel nel trasporto privato su gomma avrebbe senso se al 2035 i distributori potessero vendere solo benzina e gasolio ricavati da cattura di CO2 (con impianti alimentati da elettricità a zero emissioni) e idrogeno sempre ricavato in modo green: prezzo medio di vendita? 10€/litro? Molto facile comunque dire "no", molto più difficile proporre alternative valide. Io avrei spinto verso una progressiva ibridizzazione dei motori, non puntando su un parametro tipo emissioni/km ma su un parametro di efficienza, tipo energia/km, che è misurabile con qualunque tipo di alimentazione e che spinge verso sistemi con trazione elettrica (ma non necessariamente alimentati a batteria).
Ritratto di alveolo
4 marzo 2023 - 11:08
Forse un approccio più di fiducia, intendo fiducia sulle capacità di chi deve recepire, e meno sensazionalistico/allarmistico aiuterebbe. Nell'era dell'internet ""forse"" l'intortata alla vecchia maniera del lo dice la TV (magari in mezzo a 2 altre notizie che poi a ben pensarci mostrano ben altra situazione in atto) e quindi è per forza così, probabilmente ha perso molto della propria forza persuasiva. E alzare i toni sul potenziale pericolo imminente, quando le persone poi si guardano intorno (più o meno a distanza ravvicinata) e tutto il resto va lo stesso come è sempre andato (gli eventi sportivi mondiali che senza alcun problema ed obiezione di sorta spostano in giro masse indefinite di persone, giusto per dire la cosa più banale) magari a qualcuno inizia (e non da oggi) più a dar luogo a una sorta di immediata sensazione di diffidenza e rigetto
Ritratto di TheViking
4 marzo 2023 - 12:26
Concordo sul problema dei toni. C'è anche un'altra serie di problemi però: l'allarmismo è più semplice da capire rispetto ai numeri; i numeri inoltre sono spesso talmente grandi da non essere capibili da chi non ha una conoscenza tecnica adeguata: tutti sappiamo che 3kW sono la potenza media di un impianto domestico, che 100kW è una potenza indicativa per un'auto di Segmento C... ma come si quantifica 1GW? Poi quanti anche lato tecnico capiscono la differenza tra potenza ed energia? Senza un minimo di base fisica, possono raccontare quello che vogliono, incluso che basterebbe consumare meno: poi si fanno i conti e si verifica che quel "consumare meno" significherebbe ospedali chiusi la notte e magari un 20% di posti di lavoro in meno, ma questo a chi vive di "assoluti" non interessa.
Ritratto di alveolo
4 marzo 2023 - 12:40
Mi fermo alle sole primissime righe. L'allarmismo premia fino a quando però poi il tempo passa e finisce per venire sonoramente smentito (o, per dirla più soft, finisce per non trovare alcun riscontro), che appunto altrimenti diventa il perfetto boomerang tale che poi magari anche quando effettivamente dovuto, quella volta dopo oramai l'effetto al lupo al lupo te lo sei fatto da te in casa. Per capirci: i ghiacciai del polo nord che si sarebbero dovuti inesorabilmente estinguere ""totalmente"" (un po' un capostipite della narrazione ancora in corso) già dal 2013, poi stanno ancora là. Ora qualcuno non avrà memoria di storie come questa, altri invece tale memoria ce l'hanno...
Ritratto di TheViking
4 marzo 2023 - 14:49
Come, no! Certo che ce ne ricordiamo. :-) Un po' come quando si diceva che le RISERVE di petrolio si sarebbero esaurite negli anni '90. Poi nei 2010, poi nei 2040... peccato che esista una differenza sostanziale tra RISERVE e RISORSE..
Ritratto di Volpe bianca
4 marzo 2023 - 13:07
Visto il contenuto dell'articolo, pensavo ci fossero molti più commenti. Sembra che in molti se lo aspettasero. Rimane da vedere se la sorta di compromesso che si cercherà di trovare, riguarderà il posticipo della scadenza 2035, la concessione anche alle full hybrid oltre che alle bev per le vendite. O magari entrambe le cose.
Ritratto di Volpe bianca
4 marzo 2023 - 13:07
*aspettassero
Ritratto di Gordo88
4 marzo 2023 - 13:36
1
Sarà perchè nonostante sia in basso come posizione è uscito solo oggi..
Ritratto di Volpe bianca
4 marzo 2023 - 13:46
In effetti l'hanno un po' nascosto...
Ritratto di TheViking
4 marzo 2023 - 14:56
Magari troveranno una soluzione di compromesso, tipo BEV + PHEV (e FCEV se dovessero esserci novità in tal senso), così si farà finta di averla data vinta alle aziende che producono componentistica (con le PHEV) quando poi le case automobilistiche vireranno verso le BEV perché poi alla fine le PHEV non gli convengono (o convengono solo per certi scenari, tipo Seg. D e superiori).
Ritratto di Volpe bianca
4 marzo 2023 - 16:31
@TheViking ce ne sarebbe anche più di una, volendo, di soluzioni di compromesso. Certo che se la Germania, con le percentuali di vendita di bev che ha, fa un passo indietro un motivo ci sarà. E intanto la credibilità dell'Ue, già di per sé vicino al minimo storico, continua a scendere...
Ritratto di Volpe bianca
4 marzo 2023 - 16:31
*sarebbero
Ritratto di Miti
4 marzo 2023 - 20:33
1
Volpe , Comunità euro...cosa ? Poi era da aspettare ovviamente. Intanto, letto che la Cina stava già aumentando di nuovo il prezzo del litio sulla piazza internazionale. Ti do un po' da leggere.... "Il prezzo del litio, ingrediente chiave nelle batterie dei veicoli elettrici, è salito del 1000% dal 2020 a 82.000 dollari per tonnellata a dicembre. L’aumento della domanda, man mano che la produzione di veicoli elettrici si espande, manterrà i prezzi alti."...." Gli esperti del settore prevedono una carenza mentre le aziende occidentali e cinesi combattono con le unghie e con i denti per avere più risorse. Alla conferenza annuale Mines and Money a Londra il 29 novembre è stata sottolineata la necessità di dare priorità ai collegamenti della catena di approvvigionamento ai nuovi depositi più lo sviluppo della capacità produttiva intermedia. Altrimenti, hanno avvertito gli esperti, la desiderata transizione energetica verde di molti paesi verso il trasporto a emissioni zero non sarebbe realizzabile entro il 2030." ..."Mentre la Cina domina la produzione di batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici, per le quali è il mercato più grande, rappresenta solo una piccola quantità di produzione mineraria di litio." ..."Perché il prezzo del litio schizza in alto ? L’aumento della domanda di litio manterrà alti i prezzi. Intanto, la Namibia indaga sulle operazioni della Cina. Il prezzo del litio, ingrediente chiave nelle batterie dei veicoli elettrici, è salito del 1000% dal 2020 a 82.000 dollari per tonnellata a dicembre. L’aumento della domanda, man mano che la produzione di veicoli elettrici si espande, manterrà i prezzi alti. CI SARÀ CARENZA DI LITIO? Gli esperti del settore prevedono una carenza mentre le aziende occidentali e cinesi combattono con le unghie e con i denti per avere più risorse. Alla conferenza annuale Mines and Money a Londra il 29 novembre è stata sottolineata la necessità di dare priorità ai collegamenti della catena di approvvigionamento ai nuovi depositi più lo sviluppo della capacità produttiva intermedia. Altrimenti, hanno avvertito gli esperti, la desiderata transizione energetica verde di molti paesi verso il trasporto a emissioni zero non sarebbe realizzabile entro il 2030. Mentre la Cina domina la produzione di batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici, per le quali è il mercato più grande, rappresenta solo una piccola quantità di produzione mineraria di litio, la Namibia e gli altri paesi africani con risorse di litio finora non sfruttate e altri “metalli per le batterie” – tra cui cobalto, grafite e nichel – sono stati presi di mira da aziende occidentali e cinesi alla disperata ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. Ad esempio la Lepidico australiana sta sviluppando una miniera di litio da 63 milioni di dollari e un impianto di lavorazione nei vecchi giacimenti di Helikon e Rubikon vicino a Karibib nella regione centrale di Erongo; l’impianto in loco realizzerà concentrato per l’esportazione in un nuovo impianto di conversione chimica di 203 milioni di dollari ad Abu Dhabi. L’azienda prevede un tasso di rendimento interno annuo del 42% in 15 anni."..."Nel frattempo, le autorità namibiane stanno indagando sulle circostanze in cui un’azienda cinese finora sconosciuta, Xinfeng Investments, è riuscita ad acquisire una licenza al litio. La Commissione anticorruzione indipendente sta indagando sulle accuse secondo cui i funzionari del ministero delle Miniere e dell’energia (MME) hanno impropriamente facilitato l’acquisizione da parte di 50 milioni di dollari della Namibia (2,3 milioni di dollari americani) da parte di Xinfeng dei diritti di esplorazione e esportazione del litio vicino a Omaruru nel nord-ovest di Erongo. Ad agosto all’azienda cinese è stata concessa una licenza mineraria fino al 2042 per metalli di base e gli addetti ai lavori affermano che i funzionari MME sono ampiamente sospettati di utilizzare i loro parenti e associati per richiedere diritti di esplorazione in aree con depositi minerari di alto valore, specialmente quando c’è interesse da parte di investitori cinesi e altri investitori stranieri. Nel frattempo, Xinfeng ha attirato polemiche tentando presumibilmente di esportare grandi volumi di minerale di litio – tra 54.000 e 135.000 tonnellate – come “campioni di prova” in Cina senza test locali o elaborazione di prova."..." Una settimana fa il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha annunciato che Washington ha intenzione di destinare all’Africa 55 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. I fondi verranno destinati a “un’ampia gamma di settori per affrontare le sfide fondamentali del nostro tempo”, ha spiegato, come la sanità, i cambiamenti climatici e la partecipazione femminile al mondo del lavoro."..."Sia il Congo che lo Zambia ospitano giacimenti importanti di cobalto, un metallo utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici: il primo paese – ha detto Blinken – ne produce oltre il 70 per cento delle forniture mondiali, mentre il secondo ne è il secondo maggiore produttore africano (oltre a essere “il sesto più grande produttore al mondo di rame”, un altro metallo necessario alla transizione energetica)."..." Le aziende cinesi possiedono gran parte delle miniere di cobalto in Congo. Gli Stati Uniti, dunque, potrebbero voler cercare di contrastare l’enorme influenza di Pechino sul mercato dei metalli per le batterie. Non solo in Africa, peraltro: l’amministrazione Biden ha infatti intenzione di finanziare con soldi pubblici una dozzina di progetti sui minerali critici per la transizione ecologica nel mondo.I fondi potrebbero venire distribuiti attraverso la Minerals Security Partnership, nota informalmente come “NATO dei metalli”, un raggruppamento di paesi alleati o partner degli Stati Uniti che ha l’obiettivo di costruire una filiera internazionale dei minerali critici “libera” dall’influenza di Russia e Cina. Ne fanno parte l’Australia, il Canada, la Corea del sud, il Giappone, il Regno Unito e la Commissione europea."
Ritratto di Miti
4 marzo 2023 - 21:31
1
Postato ancora un'altro articolo di Gianclaudio Torlizzi – esperto di materie prime, fondatore della società di consulenza T-Commodity e consigliere del ministro Guido Crosetto per l’analisi strategica dell’impatto delle commodities sul comparto industriale della Difesa che è stato audito a Brussels della Commissione sul commercio internazionale del Parlamento Europeo.
Ritratto di realista
6 marzo 2023 - 00:18
1
Caro Volpe, ho anticipato io la notizia con un commento ad un altro articolo che richiamava lo stesso argomento ma non dava ancora la notizia, nonostante fosse già conosciuta. Forse per questo che qui i commenti sono pochi. Si sapeva già.
Ritratto di Gordo88
4 marzo 2023 - 13:34
1
Dedicato a coloro che avevano già decretato la fine del termico nel 2035
Ritratto di Alvolanaftone
4 marzo 2023 - 14:55
Ahahahaha staranno rosicando di brutto. Godo siumm.
Ritratto di Spock66
4 marzo 2023 - 14:11
Tanto per non dire le solite cose scontate, credo che questa decisione o finisce in una bolla di sapone, nel senso che prima fanno finta di litigare ma poi si mettono tutti d'accordo come prima (le tangenti della Open Society e delle altre multinazionali green fanno gola a tutti), oppure segna una delle più importanti pietre miliari dell'Unione Europea dopo Maastricht...per la prima volta si ha una decisione importante non imposta da tecnocrati elitari ideologizzati che dall'alto dei loro privilegi si ingegnano a bullizzare le persone comuni (attaccando la libertà, le automobili, le case, il lavoro). Mi viene da dire troppo bello per essere vero...
Ritratto di Spock66
4 marzo 2023 - 14:17
..non per niente i francesi sono con la bava alla bocca dalla rabbia, non capiscono come sia possibile che con tutte le Legion d'Onore che hanno dato ai politici italiani (tutti del PD e affini, gli elenchi sono online), abbiano avuto questa pugnalata per loro inaspettata (come francesi intendo la cordata statal-Macroniana, la più eco-fanatica, non Stellantis che invece col suo CEO è sempre stato più possibilista)
Ritratto di Alvolanaftone
4 marzo 2023 - 14:51
Ahahahaha quanto sto godendo in giorni leggere i commenti dei proelettrico demenziale rosicare di brutto. Siiii si brindaaaa e si festeggia. Forza Motore Termico.⛽
Ritratto di andi9
4 marzo 2023 - 15:14
Il folle provvedimento deve essere cancellato, non modificato o rinviato: è una delle peggiori follie che i burocrati europei potessero concepire
Ritratto di domi2204
4 marzo 2023 - 16:17
Che il provvedimento sia stupido è arcinoto, purtroppo è anche possibile sia stato guidato, come altre scelte europee da logiche non proprio democratiche. Ovviamente ciò non significa che non si debba comunque ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera, ovviamente pensare al solo full elettric era un errore per svariati motivi, ma vedremo gli sviluppi.
Ritratto di Flynn
4 marzo 2023 - 19:40
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Tranquilli , nel 2035 ci sarà la Panda Euro 8, a un prezzo base di 35.000 euro.
Ritratto di Zonamorta
6 marzo 2023 - 12:44
Bhe.. presa bene per una 0 stelle...
Ritratto di Miti
4 marzo 2023 - 21:25
1
Stando alle stime di Bloomberg, saranno necessari metalli per un controvalore di 10mila miliardi di dollari per garantire la transizione energetica entro il 2050. Metalli di cui però l’industria europea è sostanzialmente sprovvista. Per fare un esempio, il livello delle scorte dei metalli non ferrosi scambiati sia al London Metals Exchange veleggia sui livelli minimi record. Il mercato del rame offre un esempio concreto della tensione strutturale sul lato dell’offerta: malgrado i venti recessioni che hanno colpito la Cina (primo consumatore mondiale di metallo) nel corso del 2022, il prezzo è rimasto a un livello doppio rispetto ai picchi pre-pandemici. Il vulnus di natura strutturale ruota attorno al fatto che, non potendo contare su un’adeguata capacità di estrazione e raffinazione di minerali, sia Stati Uniti sia Europa rimarranno fortemente dipendenti dalle importazioni. Importazioni che nel caso specifico di alcuni minerali sono addirittura concentrate in un solo paese: il che si acuisce i potenziali problemi di natura logistica. Per fare un esempio, attualmente il 27% dell’offerta mondiale di rame proviene dal Cile. Capacità produttiva, quella del paese sudamericano, che però non assisterà a un visibile aumento nel breve termine. Il regime di “concentrazione produttiva” riguarda anche il litio, se si considera che Australia (50%), Cile (20%) e Argentina (10%) ne controllano attualmente la produzione. Al di fuori del litio, la fornitura mineraria di elementi critici è concentrata in Cina sia direttamente, come nel caso delle terre rare e della grafite, sia anche indirettamente. Con una quota di mercato superiore al 60%, la Repubblica democratica del Congo (RDC) domina la produzione di cobalto, con l’Indonesia che si posiziona per diventare un lontano secondo. Tuttavia, le società cinesi ora possiedono 15 delle 17 miniere di cobalto nella RDC e controllano il 97% delle forniture indonesiane. Nel nichel la Cina mantiene anche una posizione di leadership, incidendo circa per il 45% dell’offerta globale di miniere di nichel attraverso la sua proprietà delle operazioni in Indonesia. Nel frattempo, la Cina continua a stoccare materia prima. Secondo le stime di JPMorgan, a oggi Pechino detiene il 93% delle scorte mondiali di rame e il 74% di quelle di alluminio. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che la transizione energetica, aumentando il valore della parte alta supply chain, incentiva i paesi estrattori di minerali come Indonesia e Filippine a specializzarsi anche nel processo di raffinazione. Stando alle stime di Bloomberg, saranno necessari metalli per un controvalore di 10mila miliardi di dollari per garantire la transizione energetica entro il 2050. Metalli di cui però l’industria europea è sostanzialmente sprovvista. Per fare un esempio, il livello delle scorte dei metalli non ferrosi scambiati sia al London Metals Exchange veleggia sui livelli minimi di mercato. Il mercato del rame offre un esempio concreto della tensione strutturale sul lato dell’offerta: malgrado i venti recessioni che hanno colpito la Cina (primo consumatore mondiale di metallo) nel corso del 2022, il prezzo è rimasto a un livello doppio rispetto ai picchi pre-pandemici. Il vulnus di natura strutturale ruota attorno al fatto che, non potendo contare su un’adeguata capacità di estrazione e raffinazione di minerali, sia Stati Uniti sia Europa rimarranno fortemente dipendenti dalle importazioni. Importazioni che nel caso specifico di alcuni minerali sono addirittura concentrate in un solo paese: il che si acuisce i potenziali problemi di natura logistica. Per fare un esempio, attualmente il 27% dell’offerta mondiale di rame proviene dal Cile. Capacità produttiva, quella del paese sudamericano, che però non assisterà a un visibile aumento nel breve termine. Il regime di “concentrazione produttiva” riguarda anche il litio, se si considera che Australia (50%), Cile (20%) e Argentina (10%) ne controllano attualmente la produzione. Al di fuori del litio, la fornitura mineraria di elementi critici è concentrata in Cina sia direttamente, come nel caso delle terre rare e della grafite, sia anche indirettamente. Con una quota di mercato superiore al 60%, la Repubblica democratica del Congo (RDC) domina la produzione di cobalto, con l’Indonesia che si posiziona per diventare un lontano secondo. Tuttavia, le società cinesi ora possiedono 15 delle 17 miniere di cobalto nella RDC e controllano il 97% delle forniture indonesiane. Nel nichel la Cina mantiene anche una posizione di leadership, incidendo circa per il 45% dell’offerta globale di miniere di nichel attraverso la sua proprietà delle operazioni in Indonesia. Nel frattempo, la Cina continua a stoccare materia prima. Secondo le stime di JPMorgan, a oggi Pechino detiene il 93% delle scorte mondiali di rame e il 74% di quelle di alluminio. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che la transizione energetica, aumentando il valore della parte alta supply chain, incentiva i paesi estrattori di minerali come Indonesia e Filippine a specializzarsi anche nel processo di raffinazione. Si tratta di un ulteriore distanziamento dalla globalizzazione basata sulla iper-specializzazione in alcune parti delle catene di fornitura verso un processo di de-globalizzazione basato sul controllo sull’intera filiera attraverso l’adozione di una politica industriale. Le criticità di un’eccessiva dipendenza dalla Cina non attengono solo al lato estrazione e agli stock: anche la bassa capacità di raffinazione dovrebbe rappresentare un elemento di preoccupazione per L’Occidente. La Cina è infatti il leader indiscusso nella raffinazione di una gamma di minerali controllando l’85% della raffinazione delle terre rare. Mentre L’Australia è il principale estrattore di litio, il paese ne esporta la maggior parte in Cina, che rappresenta oltre il 70% della capacità mondiale di raffinazione. Quasi l’80% del minerale di cobalto lascia il Congo per essere raffinato in Cina e quasi il 70% della capacità di nichel raffinato è di proprietà di società cinesi. Quasi il 100% della grafite mondiale viene raffinata in Cina. Questa condizione di leadership aumenta fortemente il rischio di future azioni di weaponization contro l’Occidente. Non bisogna pertanto sottovalutare il rischio che Pechino possa provocare uno shock sul comparto delle terre rare per mettere in ginocchio le economie occidentali, proprio come provarono a fare le monarchie del Golfo negli anni Settanta del secolo scorso. Da non sottovalutare anche il forte utilizzo di acqua necessario all’estrazione e raffinazione di metalli: per 1 kg di rame raffinato sono necessari mediamente 0,4 litri di acqua.
Ritratto di Miti
4 marzo 2023 - 21:32
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Gianclaudio Torlizzi – esperto di materie prime, fondatore della società di consulenza T-Commodity e consigliere del ministro Guido Crosetto per l’analisi strategica dell’impatto delle commodities sul comparto industriale della Difesa
Ritratto di realista
5 marzo 2023 - 00:49
1
@Miti direi che ha messo la pietra tombale sulle bev così come oggi concepite. Ma, sinceramente, non ce n'era bisogno. Già oggi le persone dotate di un minimo di raziocinio e non privilegiati da ZTL lo sapevano.
Ritratto di corsa1
5 marzo 2023 - 07:59
wow MIti 6 1 economista analista complimenti (sinceri) x il tuo commento- é iniziata la corsa all'oro bianco _ NON credo comunque che queste politiche salvino l italia ; Darsi una mossa per estrarre litio in italia visto che c'è ,e costruire eolico offshore a più non posso per limitare importazioni di greggio e gas che da 100 anni paghiamo e regaliamo soldi all'estero senza possibilità di riciclo . Tutti i metalli sono riciclabili x non so quante volte, ed una buona volta che tra10 /15 /20 anni arriveremo ad un riciclo ottimale le importazioni saranno limitate NO?
Ritratto di Miti
5 marzo 2023 - 11:30
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@corsa1 ...l'unica cosa che volevo dire è che in tutta questa storia delle risorse del suolo e del cambiamento della mobilità l'Europa è ancora quel spettatore "a pagamento". Quel perenne cliente che deve pagare. Non essendo in grado di avere una politica industriale dopo la caduta del comunismo del est nei '90. Un Europa divisa continuamente di interessi di stato, dove ancora ci sono i rancori, dove si trovano subito i soldi per quadruplicare in budget militare ma non per quello dell'istruzione o sanità, con zone con un'altra tassa di corruzione a volte dilagante, un'Europa che non riesce vedersi i propri interessi se non tramite quelli di un'altro. Il record di un paese comunista come la Cina di dettare le regole della nuova mobilità è notevole. Diventata al improvviso la "terra delle tante promesse" economicamente parlando è riuscita prendere quel qualcosa che le serviva dal punto di vista del management e del semplicemente marketing. Quel qualcosa in più di tutti. Con l'aiuto del loro partito comunista che l'ho sempre visto come un specie di idra. Dietro al eterno sorriso amabile ma, perché non dirlo, anche con la determinazione tipica asiatica sono riusciti avere tutto quello che serve per dire ... si farà nel nostro modo. Noi le abbiamo dato tutti gli strumenti per diventare quello che sono. Il punto di riferimento. La cosa che mi spaventa è quello che rimarrà dell'Africa alla fine di tutto questo. Probabilmente niente. Ormai in mano a due o tre nazioni, divisi da religioni e sottomessi di guerre da decenni e della corruzione. Tutto oggi si fa nel nome dei soldi e della ricchezza patologica. Lo stop alle auto termiche europeo. Una questione di questo concetto. Ed in questo caso , nel nostro caso , i soldi e la ricchezza di altri.
Ritratto di corsa1
5 marzo 2023 - 07:46
WoW stiamo vincendo , la corsa alle streghe è iniziata , primeggeremo in tecnologia del passato remoto e pagheremo petrolieri e accise per sempre . Sarebbe stata la rovina del fisco, lo spauracchio è stato allontanato la catastrofe finanziaria non ci sarà ,potremo essere spremuti e fumare per essere non dipendenti dalla china
Ritratto di Zonamorta
6 marzo 2023 - 12:47
Speriamo ci mandino anche qualche arma, fanno sempre comodo...
Ritratto di capobutozzi
5 marzo 2023 - 10:05
Penso che dopo il Qatar gate ognuno ha la risposta di come vengano prese le decisioni in Europa
Ritratto di Oxygenerator
5 marzo 2023 - 19:04
Tutti sti commenti trionfalistici per cosa ? La transizione elettrica ci sarà lo stesso perchè è molto conveniente per i costruttori. Si ridiscute solo il discorso del termico con gli e fuel, che in realtà per ora costano ancora molto e consumano molta energia per essere prodotti.
Ritratto di realista
6 marzo 2023 - 00:25
1
Appunto, molto conveniente per i costruttori che si illudono di poter vendere auto che gli costano la metà al doppio del prezzo. Per un po' potrebbe anche funzionare, ma quando satureranno il ristretto mercato della gente che può permettersi di spendere 50k per un elettrodomestico inefficiente solo per fare i figh.etti in ztl, allora tutto crollerà. La questione degli e-fuel e dei bio-fuel è conosciuta. Produrli a CO2 neutrale ha un costo impossibile. Così come l'idrogeno per le fuel cell. Tutto questo assurdo "cinema" per la CO2... Che cosa ridicola.
Ritratto di Oxygenerator
6 marzo 2023 - 07:58
Non è che i costruttori non abbiano avuto problemi in tutti questi anni di assoluta libertà di vendita. È ovvio che comunque sia, bisogna cambiare rotta. Sono innumerevoli le aziende crollate. Quindi l’auto per tutti è stata un flop. L’auto è un oggetto di lusso, che costa, sia da comprare che da mantenere e credo che il discorso elettrico serva anche a questo. A far rinunciare all’auto chi, può farne a meno. Diciamo un insieme di fattori per arrivare ad un risultato più vivibile in un contesto cittadino. Fuori in realtà, ci potrebbe essere più libertà dalle costrizioni, per quel che mi riguarda. Ci sono più spazi e molte meno persone che vivono attaccate una all’altra. Ma in città, mi piacerebbe solo elettrico.
Ritratto di Miti
6 marzo 2023 - 15:19
1
Oxy , che vuoi te per le nostre città e che succederà per davvero sono due cose diverse. Molto ma molto diverse.
Ritratto di Oxygenerator
6 marzo 2023 - 17:25
Si certo. Però posso dire ciò che mi piacerebbe, no ?
Ritratto di Miti
6 marzo 2023 - 22:19
1
Oxy , assolutamente sì. E un mondo libero. Ovviamente che la puoi dire. Ma poi non lamentarti che la gente ti prende di mira.
Ritratto di Oxygenerator
7 marzo 2023 - 08:07
Non mi lamento per questo. Mi lamento per la pochezza di alcuni commenti.
Ritratto di realista
7 marzo 2023 - 23:17
1
Tra cui annovero i tuoi da talebano dell'elettrico da ztl... Dai Oxy... piantala di scrivere stupidaggini! :)
Ritratto di Alvolanaftone
6 marzo 2023 - 13:49
Quanto sta rosica di brutto questo Oxygeneratore. Ahahahaha.
Ritratto di Oxygenerator
6 marzo 2023 - 13:54
Per niente
Ritratto di Mbutu
5 marzo 2023 - 19:42
Poteva andare peggio, poteva piovere. Tra l'altro ancora nessuno ha spiegato dove e come reperire tutti questi bio ed e carburanti. Ma tant'è, quando sale l'acqua c'è chi scava trincee e chi costruisce palafitte ...a noi toccherà di annegare in un buco.
Ritratto di Zonamorta
6 marzo 2023 - 12:49
Abbiamo il Mose, qui l'acqua un pole arriva...
Ritratto di corsa1
6 marzo 2023 - 04:39
IL vanto segnato in positivo con la spunta verde orgogliosamente come una medaglia / primo punto del programma di governo fatto! - tra poco avverrà il secondo punto l'inizio dei lavori sulla faglia dello stretto di messina , tutte cose interessanti che porteranno il pil in cielo . quando arriverà €7 e le utilitarie costeranno di più qualcuno già non le fa più il carburante bio costerà €7 al L l'orgoglio di aver contribuito a questo è strapagante , cosìccome quel bellissimo ponte pagato da TUTTI NOI usato da non tutti noi e dal costo a fine opera di €999999999999999999999999, un altro buco da chiudere con tagli a tutti e per tutti
Ritratto di Spock66
6 marzo 2023 - 08:46
Certo che se come prova di "benaltrismo" devi ricorrere al ponte sullo stretto, sei messo proprio male..dai, su, sforzati si può fare di meglio..
Ritratto di Superza_69
6 marzo 2023 - 14:36
Benissimo, spazio a combustibili alternativi a ridotte/nulle emissioni. Le batterie portatili non potranno mai avere una densità energetica minimamente paragonabile al potenziale sprigionabile dalle reazioni di combustione (a meno di batterie a fusione fredda per ora poco probabili). L'auto elettrica deve rimanere un alternativa valida ma non può diventare l'unico mezzo a motore vendibile. E' follia
Ritratto di TheViking
6 marzo 2023 - 17:23
Il mio problema con gli e-fuel è quanti se ne possono produrre che siano davvero a zero emissioni (perché bisogna produrli E trasportarli). Facevo il conto che Porsche conta di portare il suo impianto in Cile a produrre 550 milioni di litri all'anno. Poi ho visto che negli USA di sola benzina si consumano 1,4 miliardi di litri al giorno... quindi servirebbero 1000 impianti tipo quello cileno per la sola benzina statunitense... solo che l'impianto di Porsche sta in Cile perché in quel punto il vento soffia 270 giorni all'anno. Vedo gli e-fuel come una buona alternativa per i settori hard-to-abate (tipo l'aviazione o il trasporto marittimo a lungo raggio), ma per l'automobile...
Ritratto di Mbutu
6 marzo 2023 - 20:00
E no the viking, gli e-fuel prodotti in Cile non vanno bene. Perché qui ci hanno spiegato che le bev sono il male perché dipenderemmo dall'estero. Quindi immagino che anche gli e-fuel li vogliano autoctoni.
Ritratto di TheViking
7 marzo 2023 - 08:52
@Mbutu, giusta osservazione! :-) In fondo anche il petrolio è sempre stato estratto e raffinato localmen... ah, no? :-))
Ritratto di bangalora
7 marzo 2023 - 07:37
Il termico morirà tra una 70ina di anni, forse, bisogna fare i conti con i poteri forti che contrastano e conttadteranno questa idea folle. C'è ancora troppo petrolio.