COSA BOLLE IN PENTOLA - Evasione fiscale con
targhe estere (vedi
qui): è questo uno degli argomenti caldi del momento. Il governo, con un maxiemendamento alla legge stabilità 2016, approvata dal Senato, tenta di arginare il fenomeno. Nel mirino c’è chi, in Italia, guida auto con targa estera: riesce a non versare il bollo, non pagare Rca costosissime, e magari neppure eventuali multe. Sfuggendo anche alla lente del “redditometro”. Ma il provvedimento, spiega Raffaele Caracciolo, esperto di automotive dell’Unione nazionale consumatori, “non risolve il problema”.
OGGI, COSA AVVIENE - “Attualmente”, dice Caracciolo, “il meccanismo che consente l'evasione è semplice. Lo straniero residente in Italia acquista il veicolo usato in Italia, a prezzo di saldo, avverte il professionista venditore che dovrà occuparsi dell’esportazione in un paese straniero, dove sarà immatricolato in nome di un cittadino di quel paese, un familiare dell’acquirente, per poi tornare in Italia dove circolerà indisturbato. C’è pure un secondo meccanismo. Un cittadino italiano chiede a un’azienda di leasing estera di acquistare quel certo veicolo, importarlo nel paese e stipulare un contratto di noleggio a lungo termine, con l’utilizzatore italiano”.
COSA POTREBBE CAMBIARE - Oggi, il proprietario esporta e avviene la radiazione per la reimmatricolazione. La novità è questa: "Il provvedimento approvato in Senato subordina l'esportazione dei veicoli, la radiazione, alla loro reimmatricolazione estera. Devi avere già l’auto reimmatricolata. Con carta di circolazione e targa. Ma la soluzione adottata è peggiore del male. Una regola confusa e inutile. Che annulla il flusso legittimo di veicoli legittimamente all’estero. Il provvedimento scontenta tutti, salvo l'onorevole del Pd Stefano Vaccari e le lobby che hanno sostenuto la modifica. Si limita, infatti, a complicare la vita del cittadino, che anziché spendere 60-70 euro per demolire il suo veicolo, ne ricava 200-300 da un immigrato che lo farà reimmatricolare nel suo paese”. Inoltre, “si azzera un canale di vendita dei professionisti che non potranno più esportare legittimamente lo stock di veicoli poco attraenti per il mercato italiano, senza parlare dell’attacco diretto agli autodemolitori che vedono sfumare una quota non trascurabile del loro giro d’affari. Il tutto in barba a una delle quattro libertà fondamentali dell'Unione europea, quella delle merci”. Secondo Caracciolo, “il problema si risolve solo con un efficace accertamento della continuità di utilizzo del veicolo con targa straniera, che, dopo sei mesi, deve essere reimmatricolato in Italia, ponendo fine all’impunità”.