CHE SALASSO - In Europa, pochi settori industriali hanno la stessa importanza di quello automobilistico. Anche a livello fiscale, tanto è vero che l’anno scorso i 14 principali mercati hanno fruttato 440,4 miliardi di euro fra imposte da pagare al momento dell’immatricolazione, tasse legate al possesso, spese per il carburante e Iva (all’acquisto, per le spese di manutenzione e per le parti di ricambio), oltre ad altri costi di vario genere. È quanto emerge dall’analisi condotta dall’Acea, l’associazione delle case automobilistiche presenti in Europa.
FRA I BIG - I 14 Paesi considerati sono l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Irlanda, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Spagna, la Svezia e il Regno Unito, oltre all’Italia, che in Europa è fra i “big”: nel 2019, è stata il quarto mercato per nuove auto immatricolate. Il nostro Paese, inoltre, è fra quelli con il maggior numero di auto registrate in rapporto alla popolazione: secondo i dati più recenti dell’Acea, riferiti al 2017, circolavano 721 vetture ogni 1.000 abitanti (contro le 602 della media europea).
CARI CARBURANTI - Dallo studio, intitolato Acea Tax Guide, emerge che il carico fiscale dell’Italia è stato pari a 76,3 miliardi di euro, cifra inferiore a quella di Germania (93,4 miliardi) e Francia (83,9%). Circa la metà del gettito deriva dalla spesa per i carburanti: ben 37,8 miliardi, meno solo di Francia e Germania. L’Italia del resto è la nazione in cui le accise pesano di più sul prezzo dei carburanti: ogni 1.000 euro spesi alla pompa, 728 vanno allo Stato per la benzina (primi i Paesi Bassi, con 800) e 617 per il diesel. La media europea è di 359 euro per la benzina e 330 euro per il diesel.
SEMPRE SUL PODIO - Dopo la Germania e il Regno Unito, l’Italia è al terzo posto anche fra i Paesi dove sono maggiori i costi annui per il possesso dell’auto: 6,8 miliardi di euro. Alti anche i costi da sostenere al momento dell’immatricolazione, che hanno fruttato allo Stato circa 1,8 miliardi di euro (prima la Spagna, con 5,3 miliardi), e quelli per l’Iva, dopo l’Italia è seconda solo alla Germania: 18,6 miliardi contro 31,3. La restante tassazione pesa per 11,4 miliardi, meno solo della Francia.