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Una citycar della Shell progettata da Gordon Murray

09 aprile 2015

La casa petrolifera vuole dimostrare che si può avere una urban-car ecocompatibile anche con motore a benzina.

Una citycar della Shell progettata da Gordon Murray
SFIDE ECOLOGICHE - Nel fine settimana del 10-12 aprile si svolge a Detroit l’edizione americana dell’Eco-Marathon, la manifestazione organizzata da parecchi anni dalla Shell e che vede protagonisti gli studenti delle Università e delle scuole tecniche che si sfidano con mezzi da loro realizzati. La sfida non è a chi va più veloce ma a chi consuma meno energia. Quest’anno l’evento ha un motivo di richiamo tutto particolare, anche se non nella competizione vera e propria. La Shell ha infatti presentato in apertura dell’Eco-Marathon, il programma Project M, auto urbana con motore termico ma dai bassissimi consumi, sviluppato a “tre mani” da Shell Lubrificanti, Gordon Murray (foto qui sopra) e Geo Technology del giapponese Osamu Goto. 
 
COME IN FORMULA 1 - In pratica la squadra che sta sviluppando il Project M è la stessa che in passato ha collaborato in Formula 1, portando al successo i campioni del mondo Ayrton Senna e Alain Prost con le McLaren a motore Honda, come nel 1988 quando Senna vinse il titolo davanti a Senna e I due vinsero tutte le gare del campionato eccetto una gara. La vettura era la McLaren MP4/4 progettata da Gordon Murray, e il motore era il V6 1.5 Turbo della Honda progettato da Osama Goto. La Shell era fornitrice del know how in materia di carburante e lubrificanti.
 
A BENZINA MA SUPEREFFICIENTI - Per iniziativa della Shell, i tre protagonisti di quella alchimia vincente negli Anni 80 si sono ritrovati per lavorare con obiettivi molto diversi: realizzare una city-car capace con motore termico capace di competere con le proposte elettriche e ibride in tema di mobilità compatibili. Una sfida non da niente ma c’è da dire che a tentarla è quanto di meglio possa esserci in materia di tecnica automobilistica.
 
 
L’ESPERIENZA T25 - Nel presentare il programma Project M la Shell ha ricordato che la società già collaborò per la urban-car T25 (qui sopra) presentata dalla Gordon Murray Design nel 2010. La T25 potrebbe essere alla base del nuovo progetto, ma rivista e rimaneggiata nell’ottica degli obiettivi del programma. Ci saranno sicuramente materiali leggeri per la realizzazione del telaio e della scocca, così come il propulsore dovrà essere al tempo stesso molto efficiente e leggero. Per il momento comunque i tre protagonisti della sfida non hanno comunicato le caratteristiche a cui puntano. È stato solo annunciato che la urban car Shell verrà svelata nel novembre prossimo. Va detto che la T25 del 2010 era lunga 240 cm, larga 130 e alta 140 e pesante 575 kg. Il motore era un 3 cilindri di 660 cc da 52 CV e 60 Nm, abbinato a un cambio a 5 marce senza frizione. Raggiungeva i 143 km/h e scattava da 0-100 km/h in 16,2 secondi. Quanto ai consumi era in grado di percorrere 30 km con un litro di benzina, emettendo 86 grammi di CO2 per chilometro. L’abitacolo era con tre sedili, in posizione “a freccia”. 
 
ESPERTI IN CARBURANTI - Nel lanciare il Project M, la Shell ha sottolineato di voler dimostrare che l’aspetto dell’efficienza e dei consumi può essere sensibilmente migliorato se chi si occupa di carburanti e lubrificanti partecipa in prima persona al progetto della vettura fin dalle sue prime fasi, anziché essere coinvolto soltanto quando la vettura è definita. Approccio che appunto è alla base del Project M. L’idea nel suo insieme è evidentemente motivata dalla volontà di dimostrare la possibilità di avere auto urbane efficienti e non inquinanti (o molto poco inquinanti) anche con i motori termici. Una tesi certo nell’interesse della Shell e dei petrolieri, ma che ha l’indubbio aspetto positivo che se dimostrato su vetture di grande produzione semplificherebbe notevolmente la strada per avere una mobilità ecocompatibile, grazie alla maturità della tecnica motoristica e alla già esistente rete di distributori di carburanti. 


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Ritratto di znick
10 aprile 2015 - 11:07
1
il motorista della Honda si chiama Osamu Goto, non Osama! :)