UN COLPO DI RAGIONEVOLEZZA - Per andare incontro alle esigenze del settore auto, il ministero dell’Interno ha deciso di sospendere le procedure sanzionatorie contro chi viene colto in situazione ritenuta irregolare nell’utilizzo della targa “Prova”. L’iniziativa è provvisoria: la sospensione è infatti a scadenza. Quando il Consiglio di Stato avrà emesso il giudizio sulla materia, ci sarà una situazione chiara in cui non dovrebbero esserci dubbi su quando e come è corretto l’utilizzo di tale targa. Notoriamente è uno strumento di lavoro per concessionari, commercianti e autoriparatori, i quali con la targa “P” possono movimentare più veicoli, questo per i collaudi, per far eseguire le prove veicoli ai clienti, eccetera. Il ricorso al Consiglio di Stato per fare chiarezza deriva dal fatto che nel marzo scorso lo stesso ministero dell’Interno era intervenuto sull’argomento sostenendo che le targhe Prova erano utilizzabili soltanto sui veicoli non ancora immatricolati.
INTERPRETAZIONI E CONTRODEDUZIONI - L’iniziativa era parsa come frutto di un errore o di un abbaglio, in quanto da sempre questo strumento serve per garantire l’operatore (venditore o autoriparatore) dai rischi della circolazione con veicoli di cui non è tenuto a sapere se sono o meno assicurati. Perché le targhe Prova sono legate a una polizza che segue appunto la targa. D’altra parte l’impiego di queste ultime è strettamente vincolato agli usi professionali; il che vuol dire che sul veicolo deve esserci solo una delle persone registrate per la targa “P” che sta usando, e al massimo il cliente della vettura stesa. Quindi, per intenderci, non è ammesso andare in discoteca o cose del genere con un’auto che utilizza la targa Prova. Si vedrà ora cosa dirà il Consiglio di Stato, anche se la legge c’è ed è quella che vale.