ORA È OBBLIGATORIO - Oggi il sistema Esp (Electronic Stability Program) è un dispositivo obbligatorio sulle auto nuove e per i più giovani può apparire uno scontato componente dell’automobile. In realtà sono solo vent’anni che l’Esp ha cominciato a essere installato sulle auto di serie. Cominciando dai modelli più importanti e costosi per poi “scendere” di categoria appunto sino all’obbligatorietà diffusa. L’Esp è un sistema elettronico che, agendo sui freni e sul motore (ed entro i limiti consentiti dall’aderenza delle ruote sul terreno) riesce a correggere le sbandate, riportando la vettura nella traiettoria voluta dal guidatore.
UNA VICENDA PARTICOLARE - Nel 1995 una delle due prime auto di serie ad essere dotata dell’Esp fu la Mercedes S600 coupé, a cui poi seguirono nei mesi successivi la versione berlina e la SL. Nello stesso anno fu adottato anche dalla BMW sull'allora nuova Serie 7 (E38). Ma il boom dell’Esp si può far risalire al 1997, alla fase iniziale delle vendite della Mercedes Classe A (nella foto in alto), quando alcuni test di stampa misero in luce un comportamento stradale pericoloso della vettura. La Mercedes reagì rapidamente e senza mezze misure decise l’installazione di serie dell’Esp su tutta la gamma della A. Così le sorti commerciali del modello furono salve, ma non solo: iniziava in questa maniera la incontenibile diffusione del dispositivo che in poco tempo venne adottato da tutti i costruttori.
VITE UMANE SALVATE - In questi due decenni di vita il sistema è stato un elemento importantissimo nella riduzione degli incidenti e nella limitazione dei loro effetti. Tanto che, appunto, le autorità dell’Unione europea hanno deciso che dal novembre del 2011 il dispositivo sia obbligatorio su tutte le auto di nuova immatricolazione. Assieme all’Abs, l'antibloccaggio dei freni, l’Esp va considerato uno dei dispositivi di maggior importanza per la sicurezza. E sotto il profilo tecnico c’è una certa “parentela” tra i due sistemi. Alla messa a punto dell’Esp i tecnici della Bosch arrivarono partendo dall’Abs, che cominciò a essere impiegato nel 1978.
In questa foto del 1995 due Mercedes S600 con e senza Esp affrontano la stessa curva alla stessa velocità, ma con risultati differenti.
SEMPRE PIÙ INFORMAZIONI - I tecnici ricercatori della Bosch, alla quale si deve lo sviluppo e la realizzazione dell'Esp in collaborazione con la stessa Mercedes, arricchirono quanto rilevato dall’Abs con tutta una serie di informazioni raccolte da accelerometri trasversali e longitudinali, oltre a quanto rilevato da sensori posti sullo sterzo e sull’acceleratore. Con questa messe di indicazioni i progettisti misero a punto il programma di gestione della centralina elettronica in maniera che in caso di situazione considerata a rischio, il sistema fosse capace di intervenire su freni e acceleratore in maniera di “riprendere” la vettura ed evitare la sbandata e l’uscita di strada.
AFFINAMENTO PROFONDO - Va anche detto che la pur breve esistenza dell’Esp ha registrato una marcata evoluzione del sistema. Se all’inizio il suo intervento poteva apparire un po’ brusco, con l’arrivo dell’Esp 2 ed Esp 3 la logica di funzionamento è diventata sempre più affinata dando luogo a una serie quasi continua di lievi interventi piuttosto che pochi e pesanti. Il risultato è che oggi nella percorrenza delle curve il conducente è superassistito dalla “intelligenza elettronica” che sulla base delle accelerazioni laterali interviene per far mantenere la corretta traiettoria.
ALL’ORIGINE DI TANTE COSE - Altro aspetto importante dell’Esp è il suo ruolo fondamentale per la nascita di tutta una serie di sistemi di sicurezza che apparentemente sono indipendenti dall’Esp, ma che tecnicamente si basano sulle informazioni procurate del complesso dell’Esp. È il caso del dispositivo che aiuta nelle partenze in salita, così come quello per il mantenimento della corretta direzione di marcia con allerta se si esce dalla propria corsia. Lo stesso vale per il sistema che aiuta a controllare l’auto in caso di vento laterale, così come il regolatore di velocità in discesa, e così per altre funzioni.
TESTIMONIANZA DIRETTA - In occasione del “compleanno” dell’Esp la Mercedes ha diffuso anche una testimonianza dell’ingegnere Frank-Werner Mohn che lavorò nell’equipe di tecnici che realizzò l’Esp. Anzi, forse in base ai suoi ricordi si potrebbe dire che fu lui ad avere l’idea iniziale.
TUTTO NACQUE IN UN… FOSSO - Mohn ricorda infatti che nell’inverno del 1989 si trovava nel nord della Svezia per una serie di test con una Mercedes 300 E-24. Uscì di strada finendo in un fosso con tutte le difficoltà che ciò comportava per via della temperatura molto bassa. Poi, una volta tornato il giorno e il sole, le difficoltà principali divennero quelle relative all’auto. Il fondo stradale era molto scivoloso da rendere l’auto incontrollabile. E lì Mohn cominciò a pensare come si poteva ovviare al problema, come si poteva tenere sotto controllo la coppia motrice da inviare alle ruote… Era l’inizio del lungo lavoro di sviluppo dell’Electronic Stability Program.