UNA TAVOLA ROTONDA INTERNAZIONALE - La Volvo presta molta attenzione alla sicurezza fin dal 1959, anno in cui introdusse (prima fra le case automobilistiche) le cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio. E proprio di sicurezza stradale si è parlato giovedì 15 ottobre al Volvo Studio di Milano, in collegamento con gli altri quattro centri multifunzionali presenti nel mondo. All’inedito Volvo Talks (è questo il nome del format ideato per discutere con esperti internazionali di temi e valori importanti per il marchio) hanno partecipato, infatti, anche i Volvo Studio di Stoccolma, New York, Tokyo e Varsavia. Il tema era la sicurezza di tutta la famiglia, guardando in modo particolare ai bambini e partendo dalla regola base di far viaggiare i più piccoli ben legati a un seggiolino disposto in senso contrario a quello di marcia.
LIMITI DI VELOCITÀ TROPPO ALTI - Oltre ai contributi degli esperti internazionali, che hanno posto l’accento sul fatto che la velocità eccessiva è uno dei fattori di rischio (ricordiamo al proposito che la Volvo è la prima casa ad aver limitato la punta massima di tutte le sue auto nuove a 180 km/h, leggi qui la news), sull’esigenza di comunicare ai genitori come usare in modo corretto i seggiolini per bimbi e sul problema crescente della scarsa attenzione alla guida, a Milano hanno parlato di sicurezza Federica Deledda, vice questore della Polizia di Stato e dirigente Polizia Stradale di Cremona, il dottor Federico Semeraro, anestesista rianimatore del Comitato Scientifico Italian Resuscitation Council di Bologna, che ha sottolineato la relazione fra salute e sicurezza, e la professoressa Federica Foiadelli, docente del dipartimento di energia del politecnico di Milano, che ha delineato quello che potrebbe essere lo scenario della sicurezza nella mobilità elettrica del futuro, sia per quanto riguarda i veicoli, con un focus sullo sviluppo delle auto a batteria, sia in relazione alle infrastrutture di ricarica. La giornalista Danda Santini, direttore del settimanale “Io Donna”, ha invece esposto i risultati di un sondaggio svolto fra le lettrici. Ne è emerso che il pubblico femminile dà un elevato valore ai sistemi di ausilio alla guida, oltre che ai consumi e al comfort. Il 71% delle intervistate, infatti, ritiene che la sicurezza alla guida coincida con la capacità dell’auto di prevenire un incidente, grazie proprio ai sistemi elettronici di aiuto (i cosiddetti adas). Ma è anche vero che il rispetto delle regole e il senso di responsabilità vengono prima di tutto nel ridurre i rischi: sono fondamentali per l’87% del panel.
EDUCAZIONE AL RISPETTO DELLE REGOLE - La vice questore Deledda ha parlato del progetto Icaro, con il quale la Polizia ha portato la sicurezza stradale nelle scuole: un’iniziativa che per l’efficacia dimostrata nel tempo è stata adottata da diversi altri Paesi nell’ambito della Comunità Europea, diventando un esempio di eccellenza italiana. Nel suo intervento la vice questore ha tenuto a sottolineare quanto sia importante educare al rispetto delle regole gli studenti, dai bambini dell’asilo ai ragazzi delle scuole superiori, usando un linguaggio che sia il più vicino possibile alla loro esperienza. Sulla base del progetto Icaro è stato realizzato un programma di formazione rivolto ai giovani di età compresa tra i 17 e i 21 anni, che si basa sui fattori di rischio comuni a livello europeo e quelli più specifici in ambito nazionale. Del resto quello degli incidenti stradali è un flagello che colpisce ogni angolo del globo. In Italia nel 2019 le vittime di incidenti stradali sono state 3.173 (una media di 9 morti al giorno, fonte Istat), con un’incidenza sulle strade urbane del 73%, su quelle extraurbane del 21% e in autostrada del 5,3%. Impressionante il dato dei feriti, che l’anno scorso sono stati 241.384 (in calo dello 0,6% sul 2018): in media, 661 al giorno. E le cause? Le statistiche dicono che il 15,1% degli incidenti è dovuto alla distrazione alla guida, il 13,8% al mancato rispetto della precedenza e il 9,3% alla velocità troppo elevata. Notizie un po’ migliori vengono dai dati sul lungo periodo (2010-2019), che vedono una diminuzione degli incidenti del 19,2%, col 22,8% di morti in meno e una decrescita dei feriti del 20,8%. Notevole il costo sociale di questa strage quotidiana, pari a 16,8 miliardi di euro in un anno, ovvero l’1% del Pil italiano.