ZANDVOORT CHIAMA - Si chiama Spettacolo Sportivo 2014 quello che, secondo gli organizzatori, è “il più grande raduno di vetture
Alfa Romeo organizzato in Europa”: propositi a parte, è da sottolineare come l'evento che si terrà il 23-24 agosto prossimi - patrocinato dal RIAR (Registro Italiano Alfa Romeo) e messo in atto dal club olandese SCARB (Stichting Club Alfa Romeo Bezitters) - veda indiscussa protagonista l'
Alfa Romeo 155 V6 TI (
nelle foto), vincitrice del
DTM nel 1993 (
nel video più in basso lo storico successo del Nürburgring). Vero è che, al suo fianco, ci saranno a fare da ancelle un'Alfa di oggi, la gustosa 4C e due stupende Giulietta Spider di ieri (un prototipo America e una carrozzata da Bertone); ma, visto che la passerella si terrà sul circuito di Zandvoort, le luci della ribalta vanno tutte alla spigolosa 155.
CHE TIPO, QUELLA 155 - Auto controversa, la 155: parte di quella generazione chiamata a raccogliere l'eredità delle Alfa a trazione posteriore e ponte De Dion. Il pianale è quello della Tipo 2: oltre alle Fiat Tipo e Tempra, vi nascono le Lancia Dedra e Delta seconda serie, e le Alfa 155 e 145/146. Il primo condiviso con altre auto del gruppo Fiat (siamo negli Anni 90 e l'Alfa, tra mille polemiche, ne è parte dal 1987). Con relativamente pochi mezzi, si inventa una mossa geniale: la sportiva in grado di vincere c'è già, ed è la Lancia Delta che impazza nel Mondiale Rally. Il motore, anche: è il V6 Busso, nato come 2.492 cm3 sull'Alfa 6. Verrà sostanzialmente rivisto, ma almeno è “made in Arese”.
STA IN STRADA COME LA DELTONA - La vetrina è quella del DTM, almeno inizialmente: il Turismo tedesco, storico feudo di Mercedes, BMW e Audi (ma non in quel 1993 in cui la 155 vi debutta). Della vettura di serie rimane ben poco: le forme sono anabolizzate, l'aerodinamica raffinata. Il V6 è longitudinale con collocazione anteriore/centrale, e trazione integrale con ripartizione della coppia al retrotreno per oltre il 60%. La stessa disposizione delle bancate del V6, almeno nel suo stadio di massima evoluzione, è di 90°: quello di serie è di 60°. Le stesse sospensioni posteriori non erano a braccio tirato come sulla produzione stradale, ma avevano lo schema della Delta integrale: un mix sapiente di tecnologie già in casa che porta a un esordio col botto: Nicola Larini si aggiudica il titolo al primo tentativo contro marpioni del calibro di Klaus Ludwig, Bernd Schneider o Keke Rosberg. Gente con un passato da Formula 1 o con un presente di vittorie nel DTM. Ci sono anche un Alessandro Nannini redivivo dopo lo spaventoso incidente in elicottero del 1990, e lo stagionato Giorgio Francia che, a 46 anni, si fa ancora valere alla guida.
VINSE AL RING - Si può anche dire che le 190 Evoluzione e le M3 erano vetture a fine carriera, ma le 10 vittorie su 20 manche di Larini non sono frutto del caso: il versiliese viene soprannominato “Nivola” o “Teufel” dopo avere vinto le due gare sulla Norsdchleife (il paragone con Tazio Nuvolari poteva essere irriverente, ma era la prima vittoria Alfa Romeo al Nürburgring dal 1935), e la 155 D2, in versione turismo derivata dalla Silverstone di serie, con sospensioni derivate dal modello stradale e il bialbero 4 cilindri opportunamente preparato si fa onore anche nel Superturismo italiano, negli anni in cui la popolarità di DTM è all'apice. Per chi avrà la fortuna di vederla dal vivo, la 155 V6 è in grado di ammaliare con l'urlo del V6 2.5 e i suoi 420 CV, ben lontani, per esempio, dai 750 di una Williams di Formula 1 di quello stesso anno, ma sufficienti per “espugnare” la Germania.