BUONO IL FINE, MA LA REALIZZAZIONE… - L’intento delle amministrazioni comunali è chiaro: ridurre il traffico e limitare o vietare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti sono una priorità. Tuttavia, come spesso capita, ogni capoluogo affronta la questione in maniera differente dagli altri, creando non poca confusione tra gli automobilisti, spaventati da multe che possono arrivare anche a un centinaio di euro (più le spese di notifica).
LE REGOLE? UN CAOS - Sull’ultimo numero di alVolante abbiamo analizzato le zone a traffico limitato istituite dai comuni di Milano, Roma, Napoli, Torino e Firenze, riscontrando non poche difficoltà a stilare un promemoria con tutti i divieti da rispettare ogni qualvolta si entra nel perimetro urbano di queste città. La possibilità di circolare dei veicoli con qualche anno alle spalle differisce da un centro urbano all’altro in termini di orari, e poi va considerata l’applicazione di regole diverse nell’ambito dello stesso comune, il loro continuo inasprimento e il fato che le restrizioni cambiano in base alla normativa antinquinamento Euro (6, 5, 4 ecc.) e all’alimentazione (benzina, gasolio o bifuel) dell’auto. Addirittura, nel caso di Milano, può persino variare a seconda di quando è stata acquistata l’auto dall’attuale proprietario: vieta un anno prima la circolazione a chi ha comprato una vettura usata dopo il 31/12/ 2018, rispetto a chi ne era già proprietario.
REBUS CARTELLI - Nessuno sa dire con sicurezza se traffico e inquinamento calino. Di certo, i comuni anche grazie alle tante Ztl incassano multe per oltre 1,6 miliardi di euro all’anno. E i cartelli non aiutano: trascrivere tutte queste regole è complesso e le amministrazioni comunali finiscono per inserire pannelli rettangolari all’entrata delle Ztl con scritte troppo piccole e praticamente impossibili da leggere al volante, specie con i veicoli dietro che pressano… Come vi facciamo vedere qui sotto in video con due esempi inequivocabili presi da Milano e Roma.