Una quasi cabriolet
A dispetto del nome, la nuova
DS3 Cabrio non è una cabriolet in senso tradizionale, dato che conserva i montanti longitudinali del tetto: una soluzione (già vista sulla
Citroën C3 Pluriel e, più recentemente sulla Fiat 500C) che ha permesso di conservare gli airbag per la testa (di serie, assieme a quelli anteriori, laterali e all'Esp). Questa trasformazione ha permesso anche di limitare le modifiche alla vettura: di lato o di muso, la
Citroën DS3 Cabrio è uguale aalla berlina e la perdita del tetto in metallo ha richiesto pochi rinforzi alla scocca per conservarne la rigidità (una struttura metallica attorno al bagagliaio e poco più: il peso in più è contenuto in 66 kg). A tetto chiuso, la DS3 Cabrio è facilmente riconoscibile solo da dietro: il baule presenta un vistoso fregio cromato, il lunotto è più piccolo e squadrato (a prima vista sembra più grande solo perché ai lati ci sono due larghe strisce di tessuto nero) e sui suoi montanti ci sono due piccoli deflettori (servono per migliorare il valore del Cx, che così è pari a quello della DS3 berlina).
Mille posizioni
Il tetto in tela di questa Citroën scorre lungo gli archi sopra le porte: agendo una sola volta sul tasto di comando si può “bloccarlo” in due posizioni predeterminate (sopra i sedili anteriori o sopra il divano), oppure lo si può anche fermare in una qualunque posizione intermedia. Infine, la tela può continuare a scorrere fino a ripiegarsi a soffietto sopra il lunotto, che si adagia dietro le teste dei passeggeri posteriori per poi venire coperto dallo spoiler che integra le luci di stop. In questo modo, però, in retromarcia non si vede praticamente niente (ma la situazione non è molto migliore a capote chiusa, a causa della ridotta superficie trasparente del lunotto). Il tetto della Citroën DS3 Cabrio completa il suo movimento in 16 secondi e si può azionare anche in velocità (fino a ben 120 km/h). La tela è disponibile in tre colori: di serie è nera, quella blu costa 150 euro e quella color sabbia, stampata con una miriade di loghi “DS”, si paga 400 euro.
Per 3200 euro in più
Tre i motori a benzina della Citroën DS3 Cabrio: un 1.2 da 82 cavalli, il 1.6 da 120 e la sua versione turbo e con iniezione diretta da 156 CV, tutti abbinati a un cambio manuale. Una sola, invece, la scelta a gasolio: il 1.6 e-HDi da 92 cavalli che, però, è offerto solo col cambio robotizzato CMP, lento e poco fluido nei passaggi di marcia (ma la trasmissione manuale arriverà a luglio). Tre le versioni, già ordinabili (anche se le consegne inizieranno ad aprile): Chic, So Chic e Sport Chic. Rispetto alle equivalenti versioni della DS3 “chiusa”, il sovrapprezzo è ragionevole: circa 3.000 euro (3.200 per l'auto provata), ma la Cabrio ha in più i sensori di parcheggio dietro e i vetri posteriori scuri. La Chic offre il limitatore di velocità, il sedile di guida regolabile in altezza, la radio cd con comandi al volante (rivestito in pelle e regolabile anche in profondità) e i cerchi in lamiera con pneumatici 195/55 R 16. La Citroën DS3 Cabrio So Chic aggiunge il “clima” manuale con diffusore di fragranze, i cerchi in lega di 16'', le cromature sulla carrozzeria e la plancia color nero brillante. La più ricca Sport Chic ha anche il sistema eTouch (chiamata d'emergenza automatica e a comando), il climatizzatore automatico bizona, la presa Usb, i sedili sportivi, i cerchi di 17'' e i fanali posteriori a Led con effetto 3D. Questi ultimi costano 300 euro (sono di serie sulla Sport Chic) e sono stati introdotti anche sulla DS3 col tetto in metallo; hanno un disegno molto originale, con le luci di posizione che appaiono come tanti rettangoli luminosi uno dentro l'altro.
Il baule perde poco
L'abitacolo della Citroën DS3 Cabrio è identico a quello della versione chiusa: lo spazio è discreto per quattro ma (caso unico fra le cabriolet) la vettura è omologata per cinque, benché sul divano si stia meglio solo in due e chi è alto 180 cm sfiori il tetto, più basso di 5 mm rispetto alla berlina. Due pratici maniglioni aiutano a uscire da dietro e la plancia ha uno stile ancora attuale, nonostante la DS3 sia stata lanciata nel 2010. Anche i difetti, però, sono rimasti: manca la regolazione in altezza delle cinture anteriori, l'hazard è lontano dal guidatore, certe plastiche si graffiano facilmente e alcuni assemblaggi non sono curati. In compenso, data l'impossibilità di mantenere la plafoniera al centro del tetto (peraltro, era poco luminosa), su questa Citroën debutta quella sull'arco del parabrezza: integra il comando per azionare il tetto apribile e ha due luminosi punti-luce a led che si vanno ad aggiungere all'illuminazione soffusa. A cambiare è anche il baule, che perde il portellone: lo sportello, aprendosi, si sovrappone al lunotto: questo pratico meccanismo permette di accedere al vano di carico anche quando dietro alla vettura non c'è molto spazio. Una volta superati gli scogli della piccola imboccatura (71x26 cm) e dello scalino di ben 21 cm dalla soglia al fondo, si ha a disposizione un discreto volume: 245 litri (sono 285 sulla DS3 berlina), che possono arrivare a 940 (40 in meno della “sorella”) abbassando lo schienale, frazionato asimmetricamente.
Bene il motore, meno il cambio
Visto come è stata realizzata la trasformazione, la Citroën DS3 Cabrio non accusa il problema più tipico della “scoperte” derivate da berline: la mancanza di rigidità della scocca. Infatti, non si notano “tremolii” alla guida, né vibrazioni quando si passa sullo sconnesso. Le sospensioni piuttosto “ferme” assicurano un'elevata tenuta in curva senza essere punitive per la schiena: risultano poco confortevoli solo sulle asperità più marcate, come certi rallentatori di velocità. A capote alzata, l'auto non è molto più rumorosa della DS3 berlina (si avverte più il rotolamento delle gomme che i fruscii dell'aria) e, quando si “scopre”, un piccolo deflettore a rete si distende automaticamente in cima al parabrezza per evitare che troppa aria penetri nell'abitacolo. In questo modo, anche un lungo trasferimento a velocità di circa 100 km/h non diventa una… punizione. In ogni caso, quando si gira la testa e lo sguardo incontra i montanti laterali e gli archi del tetto, la sensazione è più quella di essere a bordo di un'auto con un grande tetto apribile che non su una vera cabriolet. Le prestazioni ufficiali della Citroën DS3 Cabrio sono allineate a quelle della DS3 chiusa: 0-100 in 7,4 secondi (un decimo più lenta) e 210 km/h di velocità massima (quattro in meno). E, visto il brio del motore, “a pelle” i dati paiono realistici. Ottimistici, al contrario, i valori omologati sul consumo medio, che parlano di 16,7 km/l: anche se il motore è efficiente (grazie al turbo e all'iniezione diretta di carburante), manca comunque il sistema di Stop& Start e noi, nel nostro tortuoso percorso extraurbano fuori Valencia, non siamo andati oltre i 12 km/l. Niente da eccepire, infine, sullo sterzo, preciso e dal giusto "peso". Il cambio, invece, ha innesti un po' legnosi e la sua leva ha una corsa piuttosto lunga. Luci e ombre, infine, per i freni: sono potenti, ma il pedale non molto modulabile richiede un po' di assuefazione.
Secondo noi
PREGI
> Comfort. Anche col motore più “pepato” la DS3 Cabrio non è una scomoda sportiva: le sospensioni vanno in crisi solo sulle asperità più marcate e, a tetto giù, non entra troppa aria nell'abitacolo.
> Motore. Il 1.6 turbo è fluido e spinge con vigore già ai bassi regimi. Inoltre, l'iniezione diretta aiuta a “centellinare” la benzina.
> Tetto. È apribile in più posizioni e, grazie alla soluzione di mantenerne gli archi, si sono potuti conservare gli airbag per la testa. Il tutto con un sovrapprezzo ragionevole.
DIFETTI
> Baule. Parlando di una piccola cabriolet, lo spazio non è poco: il problema è la bocca di carico, davvero stretta.
> Cambio. La leva non ha una corsa breve e gli innesti sono legnosi.
> Visibilità. A capote chiusa il lunotto è piccolo; e, quando la si apre, la situazione peggiora addirittura.