A muso duro
Per la sfiziosa utilitaria francese è il momento di un leggero aggiornamento, che riguarda sia la versione berlina (oggetto del test) sia la cabrio. A cambiare è, soprattutto, la mascherina: il vecchio "double chevron" (lo stemma della Citroën), che si estendeva sino alla presa d'aria inferiore, lascia il posto a una nuova griglia, più ampia e con il logo DS al centro, raccordata con due listelli cromati ai fari anteriori rimasti invariati (erano già stati oggetto di un aggiornamento lo scorso anno), così come le originali luci diurne a sviluppo verticale. Nel complesso, la
DS 3 ha ora un frontale più massiccio, che non altera però l'eleganza che già la contraddistingueva. Con l’arrivo di un nuovo colore per il tetto (il marrone Topazio), le possibilità di personalizzazione della vettura sono cresciute a 78.
Più essenziale, ma sempre lussuosa
Gli interni non sono stati stravolti: si apprezzano i sedili, efficaci nel trattenere il corpo in curva (ma lo schienale, regolabile solo a scatti, continua a essere poco pratico) e lo spazio a disposizione, anche dietro (pure il bagagliaio non delude per praticità e per capienza). Si ritrova l’ambiente curato della vecchia DS 3, con il morbido rivestimento della plancia e le finiture accurate, a cui non manca qualche nota di sportività: volante con la corona “appiattita” nella parte inferiore e cruscotto con tre elementi circolari. Non è stata colta l'occasione del restyling per spostare il pulsante che aziona le “quattro frecce” in una posizione più comoda e meglio raggiungibile anche per il guidatore, ma sono scomparsi i 20 tastini (che si trovavano nella parte bassa della consolle centrale) che gestivano la radio, il telefono e il navigatore. Le funzioni sono ora gestibili tramite lo schermo, di 7”, del tipo a sfioramento, ben leggibile e pratico: si possono ora sfruttare le potenzialità del nuovo impianto multimediale che supporta i protocolli CarPlay e Mirrorlink, grazie ai quali è possibile gestire dal monitor le principali funzioni dello smartphone. Migliorato anche il sistema a controllo vocale: ora c'è la possibilità di dettare i messaggi vocalmente.
Poche vibrazioni, alte prestazioni
La prontezza dello sterzo e la taratura ferma (ma per nulla punitiva per la schiena) delle sospensioni, in aggiunta ai pneumatici 205/45 montati sui cerchi in lega di 17", invitano subito a una guida brillante, favorita dalla spinta del 1.2 tre cilindri da 131 cavalli a iniezione diretta di benzina, che debutta sulla piccola francese. Pronto fin dai bassi regimi e fluido, vibra pochissimo ed è poco rumoroso in tutte le situazioni (tira fuori un po’ della sua voce nella parte più alta del contagiri, sopra i 4000). Le accelerazioni della DS 3 sono briose (ci sono sembrati reali gli 8,9 secondi dichiarati per raggiungere da fermo i 100 km orari) e le riprese convincenti: sfruttando la generosa coppia motrice a basso regime, si può anche usare poco il cambio manuale a sei marce. In ogni caso, scalare non è un problema: la leva si manovra agevolmente e il pedale della frizione non affatica la gamba sinistra. Tuttavia, gli innesti delle marce potrebbero essere più rapidi e fluidi, considerando che si tratta di una vettura che strizza l'occhio alla sportività.
Secondo noi
PREGI
> Comfort. Motore poco rumoroso e sedili accoglienti: si possono affrontare senza problemi anche i lunghi viaggi.
> Linea. L’auto ha una forte personalità, rimarcata dagli ultimi ritocchi al frontale.
> Spazio. Per una piccola è più che buono, anche per chi siede dietro, e il baule non è piccolo.
DIFETTI
> Cambio. Gli inserimenti delle marce potrebbero essere più fluidi e rapidi.
> Schienale. La regolazione a scatti è scomoda.
> Tasto "hazard". Troppo spostato sulla destra, non è raggiungibile con facilità dal guidatore.