Monovolume dal carattere brillante, conta su un potente turbodiesel abbinato a un valido cambio a doppia frizione. Ha un abitacolo spazioso, ma le poltrone sono poco imbottite e le sospensioni rigide penalizzano il comfort. Invitante il prezzo, ma gli accessori possono incidere parecchio.
Posizione di guida | (1 vote) |
Cruscotto | (1 vote) |
Visibilità | (1 vote) |
Comfort | (1 vote) |
Motore | (1 vote) |
Ripresa | (1 vote) |
Cambio | (1 vote) |
Frenata | (1 vote) |
Sterzo | (1 vote) |
Tenuta di strada | (1 vote) |
Dotazione | (1 vote) |
Qualità/prezzo | (1 vote) |
La rinnovata monovolume Ford non è grintosa soltanto nella linea, ma anche nel comportamento stradale: può contare su uno sterzo preciso e sull’agilità favorita dalle sospensioni rigide. Il comfort, però, non è il massimo, e a dispetto dell’abitacolo ampio, scarseggia anche lo spazio per chi viaggia dietro. Il turbodiesel da 163 CV, un po’ pigro ai bassi regimi, assicura prestazioni elevate anche grazie al contributo del veloce cambio automatico robotizzato Powershift. L’invitante prezzo di listino va considerato una base di partenza, poiché è destinato a lievitare a causa dei molti accessori irrinunciabili.
Ha una linea elaborata, con il profilo a cuneo, i passaruota sporgenti e profonde nervature che percorrono le fiancate: con il recente (e totale) rinnovamento la monovolume Ford è diventata più sportiva. Il carattere grintoso emerge anche su strada, visto che stabilità, aderenza, maneggevolezza e sterzo preciso rendono la guida gratificante nei percorsi ricchi di curve. Ma le sospensioni sono rigide e penalizzano il comfort.
L’abitacolo è ampio e ricco di portaoggetti, ma le poltrone, dall’imbottitura rigida, sono molto profilate e limitano nei movimenti; per chi sta dietro le cose non vanno meglio, perché il divano è comodo solo per due e l’eventuale terzo occupante deve fare i conti con il mobiletto che sbuca fra i sedili anteriori. Chi desidera maggior praticità tenga presente la versione a sette posti, che è un po’ più lunga (452 cm contro 438) e ha le portiere posteriori scorrevoli.
Con i suoi 163 CV il “due litri” turbodiesel assicura prestazioni elevate, anche se manifesta un certo ritardo di risposta sotto i 2000 giri; questo difetto, comunque, è attenuato dal cambio Powershift (un robotizzato a doppia frizione con sei marce), pronto a scalare automaticamente quando si preme a fondo l’acceleratore. I consumi sono discreti, ma per risparmiare ulteriormente (anche all’acquisto) c’è la più “tranquilla” versione da 116 CV.
Considerati i contenuti il prezzo non è alto, ma nel preventivo vanno calcolati gli accessori, molti dei quali ottenibili soltanto in combinazione con altri: per esempio i cerchi in lega di 17”, assieme al sistema d’accesso senza chiave e ai vetri posteriori scuri, fanno parte del pacchetto Titanium, ma quest’ultimo impone l’esborso aggiuntivo per il tetto in vetro. Un ulteriore “balzello” è legato ai colori: l’unico senza sovrapprezzo è il blu pastello.
La plancia è moderna ed elaborata, e non delude neppure il cruscotto, esteticamente riuscito e ricco di informazioni. Peccato, però, che non sia immediato abituarsi ai numerosi comandi al volante e nella plancia. Lo spazio a bordo non manca, ma con la loro imbottitura rigida e i fianchetti pronunciati, i sedili davanti sono più sportivi che comodi, e dietro si sta bene soltanto in due: chi sta al centro si trova il mobiletto fra i piedi. Ampio e ben sfruttabile il baule, anche se non c’è più il divano scorrevole come nel vecchio modello.
Plancia e comandi
La personalità non manca nemmeno all’abitacolo: la plancia ha linee spigolose e avveniristiche e anche il cruscotto – con i due strumenti principali protetti da palpebre “a binocolo” e un display ricco di informazioni – è riuscito. Di buona qualità i rivestimenti, almeno nella parte superiore. Peccato che abituarsi ai numerosi comandi presenti sul volante e nella consolle centrale non sia cosa immediata, e che alcuni tasti (come quelli che attivano i sensori di manovra e il sistema automatico di parcheggio, optional) risultino scomodi da raggiungere perché “coperti” dalla leva del cambio. Il navigatore si paga a parte ma non costa uno sproposito, anche se ha lo schermo di soli 5”.
Abitabilità
La parte anteriore dell’abitacolo è spaziosa, ma le poltrone molto profilate lasciano poca libertà di movimento e hanno l’imbottitura rigida; acquistando i rivestimenti in pelle, si ottiene pure la regolazione elettrica per il lato guida. Dietro l’abitabilità è condizionata dalla presenza del mobiletto che sbuca fra i sedili anteriori, sicché lo spazio è “giusto” solo per due occupanti; peccato che – diversamente da quanto accade per le C-Max vendute in altri paesi – non sia prevista la possibilità di avvicinare fra di essi i posti laterali quando quello al centro è inutilizzato. Non mancano i vani portaoggetti: ce ne sono anche alcuni ricavati nel pavimento.
Bagagliaio
In termini di capacità fa meglio di molte rivali e la praticità è più che buona grazie all’imboccatura ampia e squadrata e al profilo interno regolare, che permette di sfruttare al meglio lo spazio. Peccato che rispetto al vecchio modello la Ford C-Max abbia “perso” il divano scorrevole e ci si debba accontentare solo della possibilità di reclinare singolarmente le poltroncine; in questo caso non si formano gradini sul piano di carico. Anche la soglia (che dista appena 60 cm dal suolo) è a filo, dunque è possibile caricare e far scorrere agevolmente pure bagagli grandi e pesanti. Di buona qualità finiture e rivestimenti.
Ha gli ingombri di una berlina compatta, e a dare una mano nel traffico c’è pure il cambio automatico, anche se la visibilità posteriore è scarsa: nelle manovre è bene affidarsi ai sensori (optional, come pure il sistema di parcheggio automatico). Fra le curve si apprezzano il brio del motore, esaltato dalla rapidità del cambio a doppia frizione, e la tenuta di strada assicurata dall’assetto sportivo. Le sospensioni rigide, però, penalizzano il comfort: se ne risente soprattutto in autostrada, dove emergono pure fastidiosi fruscii provocati dai retrovisori.
In città
Le dimensioni sono quelle di una berlina compatta, e la posizione di guida leggermente rialzata aiuta a tenere la situazione sotto controllo: nel traffico ci si muove senza troppo impegno, con in più la comodità del cambio automatico che allevia dall’impegno di premere il pedale della frizione quando si sta in coda. Tuttavia, la visibilità posteriore è scarsa e in manovra è meglio avere i sensori: acquistando il pacchetto City si ottengono quelli posteriori, mentre nel City Premium ci sono anche quelli davanti, assieme al sistema automatico di parcheggio.
Fuori città
Il cambio robotizzato “nasconde” efficacemente il vuoto d’erogazione che affligge il turbodiesel sotto i 2000 giri, e così il comportamento è brioso e la spinta sempre vivace. Fra le curve si apprezzano pure lo sterzo preciso e le sospensioni rigide, che limitano il rollio favorendo tenuta di strada e agilità; corretta la taratura dell’Esp. I sedili trattengono bene il corpo, ma quando non si guida sportivamente la loro capacità di contenimento appare persino esagerata.
In autostrada
Viaggiando nei limiti imposti dal codice il turbodiesel lavora a regime di tutto riposo e non disturba affatto, anche se i retrovisori esterni originano fruscii che diventano sensibili già a partire dai 120 km/h. L’assetto sportivo e lo sterzo “consistente” fanno sì che la precisione si mantenga elevata anche alle andature più sostenute, ma la taratura delle sospensioni incide negativamente sul comfort: rattoppi e giunzioni provocano contraccolpi che disturbano anche, e soprattutto, chi sta dietro. Bene l’impianto frenante, modulabile nei rallentamenti e incisivo nelle situazioni di emergenza.
Com’è lecito attendersi da una vettura di moderna progettazione, la capacità di salvaguardia in caso di impatto è ottima: alla monovolume Ford l’EuroNcap ha assegnato la massima valutazione, cinque stelle. Tutto l’indispensabile per la sicurezza attiva e passiva è di serie, e con un sovrapprezzo si possono aggiungere i fari bixeno e il radar che tiene sotto controllo l’angolo morto posteriore (ma solo se si acquista il pacchetto Titanium).
Immancabili, in una vettura di questa classe, i controlli elettronici di trazione e stabilità (peraltro ben tarati) e una completa dotazione di airbag, che include quelli a tendina estesi anche a proteggere la testa dei passeggeri posteriori. Inclusi nel prezzo pure il cruise control e i fendinebbia, mentre sono a pagamento – e purtroppo in subordine all’acquisto del pacchetto Titanium – i fari bixeno e il sistema che tiene sotto controllo l’angolo cieco dei retrovisori. Riscontri confortanti arrivano dall’EuroNcap, che ha assegnato alla C-Max il punteggio massimo (cinque stelle). Elevate pure le valutazioni percentuali relative agli occupanti adulti (92%) e ai bambini su seggiolini Isofix (83%), mentre è discreta la capacità di salvaguardare i pedoni in caso di malaugurato investimento (50%); il fatto che l’Esp sia di serie per l’intera gamma ha dato un congruo contributo ai 71 punti percentuali di valutazione dei sistemi di assistenza alla sicurezza.
Grintosa e ben costruita, fra le monovolume è una delle più gratificanti da guidare: oltre che sul potente turbodiesel abbinato a un veloce cambio robotizzato può contare sullo sterzo preciso e sull’assetto sportivo. Tuttavia, non va bene per chi mette al primo posto il comfort: le sospensioni dure la penalizzano sullo sconnesso e neppure i sedili sono il massimo della comodità, soprattutto per chi viaggia dietro. Nella valutazione si deve anche tenere conto degli optional, che possono far lievitare parecchio un prezzo di listino altrimenti invitante.
In questa recente versione rinnovata, la C-Max ha accentuato la sua attitudine sportiva: le sospensioni dure e lo sterzo preciso la rendono molto efficace fra le curve. Lo scotto da pagare è nel comfort che, complici i sedili poco imbottiti, sullo sconnesso lascia a desiderare; per essere una famigliare, inoltre, offre poco spazio a chi sta dietro (il divano è comodo solo per due persone). Dunque è adatta a chi – anche in una monovolume – cerca soprattutto sportività e prestazioni, tanto che ripiegare sulla più economica versione da 116 CV (anch’essa provvista di cambio Powershift) non ha molto senso: il turbodiesel da 163 CV appare la motorizzazione più consona, perché è brillante già dai medi regimi e a compensare la sua pigrizia sotto i 2000 giri ci pensa l’efficiente automatico a doppia frizione (che si può usare anche in manuale, pur se, purtroppo, mancano le pratiche “palette” al volante). Moderna e ben costruita, può essere equipaggiata con molte “chicche” tecnologiche (come il sistema di parcheggio automatico che “gestisce” il volante durante la manovra) che, però, fanno salire il prezzo. E altrettanto vale per accessori ai quali è difficile rinunciare, a partire dai cerchi in lega di 17”, proposti solo in pacchetto con altri optional.
Cambio
Oltre a essere rapido e dolce nei passaggi di marcia, il robotizzato Powerhisft non fa crescere i consumi di gasolio. Peccato che non siano disponibili le levette al volante, che aumenterebbero il piacere di guida quando si passa dalla modalità automatica a quella manuale sequenziale.
Plancia
A parte lo schermo del navigatore – troppo piccolo – e qualche pecca nei materiali utilizzati nella parte bassa, è realizzata con cura e trasmette una sensazione di elevata qualità. Esteticamente riuscito anche il cruscotto.
Tecnologia
Vettura di concezione moderna, offre molti dispositivi “tecnologici” che aumentano comfort e sicurezza, come ad esempio il sistema di parcheggio automatizzato oppure il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori. Ovviamente, però, non sono gratis.
Comandi al volante
I numerosi tasti collocati nelle razze e all’interno della corona (questi ultimi neppure gradevoli al tatto) disorientano, e per essere utilizzati rapidamente richiedono un cospicuo periodo di apprendistato.
Comfort
A parte qualche fruscio di troppo che disturba ad andatura autostradale, a penalizzare il comfort sono le sospensioni dure e i sedili molto profilati e dall’imbottitura compatta: più che per una monovolume, andrebbero bene per una sportiva.
Optional
Su dieci tinte disponibili solo una è gratis, e per avere determinati accessori se ne debbono per forza acquistare altri: così la differenza tra il prezzo di listino e il costo finale della vettura è tutt’altro che trascurabile.
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3900 giri | 205,4 km/h | 207 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 9,3 | 9,3 secondi | |
0-400 metri | 16,7 | 134,8 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 30,5 | 170,1 km/h | non dichiarata |
RIPRESA IN DRIVE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h | 28,7 | 169,6 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h | 27,5 | 170,7km/h | non dichiarata |
da 80 a 120 km/h | 6,8 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,9 km/litro | 14,1 km/litro | |
Fuori città | 15,2 km/litro | 20,8 km/litro | |
In autostrada | 12,5 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 13,0 km/litro | 17,9 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 37,8 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 62,4 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 135 km/h | ||
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,9 metri | non dichiarato |
Cilindrata cm3 | 1.997 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 120 (163)/3750 |
Coppia max Nm/giri | 340/2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 149 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (robotizzato a doppia frizione) + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 438/183/163 |
Passo cm | 265 |
Peso in ordine di marcia kg | 1475 |
Capacità bagagliaio litri | 471/1723 |
Pneumatici (di serie) | 215/55 R 16 |
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 6a a 3900 giri | 205,4 km/h | 207 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 9,3 | 9,3 secondi | |
0-400 metri | 16,7 | 134,8 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 30,5 | 170,1 km/h | non dichiarata |
RIPRESA IN DRIVE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h | 28,7 | 169,6 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h | 27,5 | 170,7km/h | non dichiarata |
da 80 a 120 km/h | 6,8 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 10,9 km/litro | 14,1 km/litro | |
Fuori città | 15,2 km/litro | 20,8 km/litro | |
In autostrada | 12,5 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 13,0 km/litro | 17,9 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 37,8 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 62,4 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 135 km/h | ||
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 11,9 metri | non dichiarato |
Cilindrata cm3 | 1.997 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 120 (163)/3750 |
Coppia max Nm/giri | 340/2000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 149 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (robotizzato a doppia frizione) + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 438/183/163 |
Passo cm | 265 |
Peso in ordine di marcia kg | 1475 |
Capacità bagagliaio litri | 471/1723 |
Pneumatici (di serie) | 215/55 R 16 |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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Ford C max usate 2018 | 9.900 | 13.390 | 25 annunci |
Ford C max usate 2019 | 10.800 | 14.930 | 11 annunci |