PAROLA DI MARCHIONNE - Tolti i veli alla monoposto Alfa Romeo Sauber che partecipa al campionato mondiale di Formula 1 del 2018. È rossa e bianca, con il logo del Biscione bene in vista sulla carrozzeria perché, come ha detto Sergio Marchionne nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi al museo storico di Arese “ci piaceva così”. Ufficializzati anche i piloti: allo svedese ventiduenne Marcus Ericsson, già in forza alla Sauber nel 2017, si aggiunge il ventenne debuttante monegasco Charles Leclerc, una delle promesse della Ferrari Driver Accademy (la “scuola piloti” di Maranello): quest’anno ha vinto il titolo in Formula 2. “Il ritorno in Formula 1 dopo oltre 30 anni di assenza” ha dichiarato il capo di FCA “va a completare il DNA Alfa Romeo e l’aiuterà a ritrovare il suo posto nel mondo dell’automobile. Non solo, ma restituiamo così alla Formula 1 un nome che ha contribuito a costruire il mito di questa specialità agonistica”. Marchionne ha ricordato gli sforzi del gruppo nel rilanciare il marchio milanese, con investimenti importanti per Giulia e Stelvio, auto che stanno ottenendo buone affermazioni commerciali. Ha anche osservato come l’Alfa debba essere presente nelle competizioni, e ai massimi livelli, com’è stato a lungo nel suo passato: da qui la scelta della Formula 1.
FINO A 2021 - L’accordo con la Sauber è per un periodo piuttosto lungo: fino al 2021. Il 2018 va considerato, quindi, un anno di “apprendistato”, benché non privo di ambizioni. La presenza dell’Alfa Romeo non si limita alla livrea delle monoposto, ma è anche tecnica con scambio di informazioni fra i progettisti della Sauber e quelli della casa lombarda. La power unit della monoposto fornita dalla Ferrari è la stessa dei bolidi di Vettel e Raikkonen e porta il logo di Maranello. “È prematuro, e non sarebbe nemmeno corretto” ha risposto Marchionne alla nostra domanda sul perché il motore non sia marchiato Alfa Romeo “utilizzare il logo Alfa Romeo sia perché si tratterebbe solo di un marchio applicato a un’unità Ferrari sia perché desidero che i tecnici Alfa e Sauber sviluppino anche in modo autonomo la power unit, per poter davvero meritarsi di chiamarla in futuro Alfa Romeo”. Una bella prospettiva, che lascia margini di manovra alla squadra benché comunque, nel corso del 2018, la power unit segua gli stessi step di sviluppo di quella della Rossa “a eccezione” ha puntualizzato Marchionne “di quegli interventi che comportino dei rischi che possiamo assumerci alla Ferrari, ma che non è corretto scaricare anche sulla Sauber”. “L’obiettivo dell’Alfa Romeo Sauber per il 2018” ha poi aggiunto Pascal Picci, numero uno della Sauber, “è quello di competere con le squadre di metà schieramento”. Un traguardo difficile, se consideriamo che nella classifica 2017 il team elvetico ha chiuso in ultima posizione, ma non impossibile. Perché questa volta c’è di mezzo un nome come quello dell’Alfa Romeo.