Al mare con stile a bordo delle spiaggine

I soli due esemplari creati dalla Boano a partire dalla Fiat 500 del 1958 diventano subito famosi grazie ai loro illustri proprietari: Gianni Agnelli e Aristotele Onassis. Proprio questo modello contribuisce a fare affermare il termine “spiaggina”, in riferimento alle sedute pieghevoli utilizzate negli stabilimenti balneari. Foto: RM Sotheby's.

Per chi chiede ancora più spazio rispetto alle Jolly su base 500 e 600, la Ghia risponde nei primi anni ‘60 con la Renault 4CV Jolly. La ricetta è sempre la stessa e il carrozziere ne realizza una cinquantina di esemplari, molti dei quali venduti sul mercato americano. Foto: RM Sotheby's.

Progettata dall’artista e surfista Bruce Meyers, la Mayers Manx è forse più conosciuta con il nome Dune Buggy. Sul telaio di un Maggiolino della Volkswagen, di cui sfrutta anche il motore, viene montata una carrozzeria in fibra di vetro, la cui leggerezza consente una rapida accelerazione e buone prestazioni in fuoristrada. La Meyers ne costruisce circa 6.000 esemplari, ma altri costruttori replicano l’idea sfornandone almeno altre 250.000 unità in tutto il mondo.

Progettata inizialmente da Alec Issigonis come veicolo militare per l’esercito britannico, la scarsa altezza da terra, spinge la casa inglese a ripensare la Mini Moke come veicolo per il tempo libero. Compatta, semplice e divertente da guidare, la Mike diventa un successo nei paesi più caldi, beneficiando nel corso degli anni degli aggiornamenti destinati agli altri modelli della Mini e andando in pensione nel 1993.

Il carrozziere Michelotti si ispira alle diverse spiaggine della Ghia su base 500 e 600 per creare la Shelette. Per realizzarla unisce le forze con il progettista di yacht Philip Schell e il risultato è un’auto da spiaggia, basata sulla Fiat 850, caratterizzata da un design esterno contemporaneo e spazio per 4 passeggeri, che possono accomodarsi su altrettanti sedili in vimini. Foto: RM Sotheby's.

Se finora le spiaggine vere e proprie erano prodotte in un numero limitato di esemplari, con la Méhari la Citroën fa le cose in grande. Si parte dal telaio della 2CV su cui la casa francese monta pannelli carrozzeria in plastica fissati a una struttura tubolare metallica. Pensata per essere una vetturetta tuttofare, e anche per questo “arruolata” dall’esercito francese, la si può vedere tuttora in molte isole parcheggiata a fianco delle suv più prestigiose.

Il giorno prima della presentazione della Méhari della Citroën, l’acerrima rivale lancia la Renault 4 Plein Air. Basata sulla 4, ha una carrozzeria specifica senza portiere né capote. Tuttavia, anche se sulla carta sono due auto molto simili, il modello della losanga ha molta meno fortuna, forse perché costa ben più della Méhari ed è troppo simile alla Renault 4 da cui deriva.

Inizialmente la Volkswagen Thing non è pensata per le assolate spiagge californiane, ma per un ben più duro impiego nell’esercito della Germania Ovest, in cui dovrebbe sostituire la DKW Munga. Tuttavia al di là dell’Oceano Atlantico, questa vetturetta scoperta con la meccanica del Maggiolino, a cui si può togliere facilmente tettuccio in tela, portiere e parabrezza, prende piede come mezzo divertente per il lavoro e il tempo libero.

Negli anni ‘60, la Moretti non si interessa delle spiaggine, preferendo realizzare coupé e cabriolet orientate alle prestazioni. Fa marcia indietro all’inizio dei ‘70 con la Midimaxi: partendo dalla base della Fiat 127, l’azienda torinese realizza un veicolo a suo agio tanto in spiaggia quanto in campagna.

Basata sempre sulla Renault 4, la Rodeo 5 rappresenta l’ultimo tentativo della Renault di sfondare nel segmento delle spiaggine. Dotata di un motore a 4 cilindri di 1,1 litri, che la renderebbe adatta anche a viaggi più lunghi, la Rodeo 5 dovrebbe chiudere la carriera della rivale Méhari, che invece prosegue senza alcun fastidio.

Mentre le case automobilistiche ufficiali abbandonano, il segmento delle auto da spiaggia viene ripreso in mano dai carrozzieri. Tra questi Vernagallo prende la prima Renault Twingo e la modifica sostanzialmente nella parte superiore trasformandola in una sorta di buggy con capote in tela, senza portiere e interni personalizzati. Foto: Vernagallo Stile.

Simbolo della Costa Smeralda degli anni ‘90, la Fiat-Stola Destriero è una sorta di tender su 4 ruote realizzato sulla base della Panda 1000 Fire. Riprende lo stile di moda per le spiaggine degli anni ‘60. Ne vengono prodotti solo 2 esemplari, il primo celeste acqua marina con interni bianchi, il secondo blu scuro con selleria grigio chiaro.