L’ALFA 33 SENZA SEGRETI - Non importa se di vecchia data o ancora in erba: per un alfista, il rombo accattivante di quel motore boxer è una melodia che prende lo stomaco. Gli intenditori della casa milanese - si sa - rimpiangono ancora quella guida brillante e quell’originale linea a “due volumi spezzato”. Sfreccia con grinta sul traguardo dei suoi primi quarant’anni, l’Alfa Romeo 33, e a raccontare la sua bella storia, fresca d’arrivo in libreria, è la monografia "Alfa Romeo 33" (Giorgio Nada Editore, vedi scheda più in basso). È scritta a quattro mani da due grandi cultori del marchio come Lorenzo Ardizio, curatore del Museo Storico Alfa Romeo, e Leonardo Olivari, grande appassionato ed esperto del modello. Entrambi hanno il pregio d’aver vissuto dal vivo l’epopea dell’ultima, gloriosa erede dell’Alfasud (qui per saperne di più), e quindi sono in grado non solo di narrarne i segreti e gli aneddoti, ma anche di gettare un fascio di luce su quello che per l’Alfa Romeo è stato un momento storico di grandi e stridenti contraddizioni.
NON DOVEVA FAR RIMPIANGERE L’ALFASUD - Pur coi conti in rosso e sempre più in difficoltà nello sfruttare la propria capacità produttiva, la casa milanese (all’epoca ancora nel “ventre” dell’Iri, dove stava muovendo i suoi ultimi passi come azienda di Stato, ormai sfiancata dai contrasti con la propria forza lavoro e da pesanti ingerenze politiche) finanziò il progetto dell’Alfa Romeo 33 con 154 miliardi delle vecchie lire. Quell’investimento monstre serviva a scongiurare i problemi di qualità che avevano afflitto (e in parte penalizzato sul piano della reputazione, e quindi delle vendite) l’Alfasud. Per allontanare lo spettro della ruggine, in particolare, le linee della fabbrica di Pomigliano d’Arco vennero completamente ripensate, con un massiccio impiego di robot, nuovi sistemi di prototipazione che consentivano di accelerare e migliorare la produzione e una miglior organizzazione del lavoro (per esempio, furono creati nuovi magazzini per i componenti semilavorati e la pianificazione della logistica fu affidata ad “Alcione”, un sistema computerizzato sviluppato in collaborazione con l’Olivetti).
UN MITO “POPOLARE” - Nel mondo dell’auto niente è avulso dal contesto. Ecco, quindi, che la vita di fabbrica e dell’azienda, coi suoi vertiginosi alti e bassi, fa da contorno al mezzo meccanico, tra i più popolari nella storia dell’Alfa e tra i più potenti nel far vivere, per qualche lira in più rispetto al prezzo di una normale utilitaria, il mito del Biscione a intere generazioni di automobilisti. Con un nome che evocava i fasti dei bolidi da corsa che nel decennio precedente avevano dominato nel Mondiale sportprototipi, d’altronde, non poteva essere altrimenti. Coi suoi grintosissimi motori a quattro cilindri contrapposti, alimentati prima a carburatori e poi a iniziazione elettronica, l’Alfa Romeo 33 era capace di progressioni vigorose e dimostrò di meritare l’impegnativo paragone con l’Alfasud, della quale, oggi, rappresenta molto più di una figlia “spirituale”. Lo dimostra la sfilata, completissima, dei tanti volti di questa “piccola”, grande Alfa, che per la cronaca, con quasi un milione di esemplari venduti, nella classifica delle vendite del Biscione è seconda solo alla sua celebre progenitrice.
UNA “SCORPACCIATA” DI CHICCHE E CURIOSITÀ - Tra centinaia di foto a colori e in bianco e nero (molte delle quali inedite) e una panoramica completa delle versioni speciali (dall’elegante Privilege alla sportiva Imola, senza tralasciare quelle per i mercati esteri), pagina dopo pagina affiora ogni singola sfumatura di un modello che, con le sue doti e i suoi “punti deboli”, ha rappresentato e rappresenta con orgoglio una sintesi del marchio che porta sul cofano. A proposito di difetti, dell’Alfa Romeo 33 il volume include nelle pagine finali anche una preziosa guida al restauro, con tanti consigli utili per chi volesse cimentarsi in piccole operazioni di ripristino “fai-da-te”. E poi una vera chicca: in quanti, tra gli alfisti più “sfegatati”, sapevano dell’esistenza di un’Alfa 33 con carrozzeria aperta? Non mancano, infine, approfondimenti sul progetto, per l’epoca molto avanzato, di una 33 ibrida, sulla “Magnaghina”, una sfiziosa fuoristrada basata sulla 33 1.5 4x4, e sulla Tempo Libero, accogliente monovolume che testimonia la grande versatilità della meccanica Alfasud.
LA SCHEDA DEL LIBRO
Titolo: Alfa Romeo 33. Berlina e giardinetta
Autore: Lorenzo Ardizio e Leonardo Olivari
Casa editrice: Giorgio Nada
Pagine: 120
Illustrazioni: centinaia a colori e in bianco e nero
Formato: 24.3x27 cm brossura con alette
Testo: italiano
Prezzo: 32 euro