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Alfa Romeo 33: la storia completa, senza segreti

Pubblicato 10 febbraio 2023

Tra centinaia di immagini inedite, aneddoti e curiosità, un libro narra la storia dell’Alfa Romeo 33, l’ultima, gloriosa erede dell’Alfasud. 

Alfa Romeo 33: la storia completa, senza segreti

L’ALFA 33 SENZA SEGRETI - Non importa se di vecchia data o ancora in erba: per un alfista, il rombo accattivante di quel motore boxer è una melodia che prende lo stomaco. Gli intenditori della casa milanese - si sa - rimpiangono ancora quella guida brillante e quell’originale linea a “due volumi spezzato”. Sfreccia con grinta sul traguardo dei suoi primi quarant’anni, l’Alfa Romeo 33, e a raccontare la sua bella storia, fresca d’arrivo in libreria, è la monografia "Alfa Romeo 33" (Giorgio Nada Editore, vedi scheda più in basso). È scritta a quattro mani da due grandi cultori del marchio come Lorenzo Ardizio, curatore del Museo Storico Alfa Romeo, e Leonardo Olivari, grande appassionato ed esperto del modello. Entrambi hanno il pregio d’aver vissuto dal vivo l’epopea dell’ultima, gloriosa erede dell’Alfasud (qui per saperne di più), e quindi sono in grado non solo di narrarne i segreti e gli aneddoti, ma anche di gettare un fascio di luce su quello che per l’Alfa Romeo è stato un momento storico di grandi e stridenti contraddizioni.

NON DOVEVA FAR RIMPIANGERE L’ALFASUD - Pur coi conti in rosso e sempre più in difficoltà nello sfruttare la propria capacità produttiva, la casa milanese (all’epoca ancora nel “ventre” dell’Iri, dove stava muovendo i suoi ultimi passi come azienda di Stato, ormai sfiancata dai contrasti con la propria forza lavoro e da pesanti ingerenze politiche) finanziò il progetto dell’Alfa Romeo 33 con 154 miliardi delle vecchie lire. Quell’investimento monstre serviva a scongiurare i problemi di qualità che avevano afflitto (e in parte penalizzato sul piano della reputazione, e quindi delle vendite) l’Alfasud. Per allontanare lo spettro della ruggine, in particolare, le linee della fabbrica di Pomigliano d’Arco vennero completamente ripensate, con un massiccio impiego di robot, nuovi sistemi di prototipazione che consentivano di accelerare e migliorare la produzione e una miglior organizzazione del lavoro (per esempio, furono creati nuovi magazzini per i componenti semilavorati e la pianificazione della logistica fu affidata ad “Alcione”, un sistema computerizzato sviluppato in collaborazione con l’Olivetti).

UN MITO “POPOLARE” - Nel mondo dell’auto niente è avulso dal contesto. Ecco, quindi, che la vita di fabbrica e dell’azienda, coi suoi vertiginosi alti e bassi, fa da contorno al mezzo meccanico, tra i più popolari nella storia dell’Alfa e tra i più potenti nel far vivere, per qualche lira in più rispetto al prezzo di una normale utilitaria, il mito del Biscione a intere generazioni di automobilisti. Con un nome che evocava i fasti dei bolidi da corsa che nel decennio precedente avevano dominato nel Mondiale sportprototipi, d’altronde, non poteva essere altrimenti. Coi suoi grintosissimi motori a quattro cilindri contrapposti, alimentati prima a carburatori e poi a iniziazione elettronica, l’Alfa Romeo 33 era capace di progressioni vigorose e dimostrò di meritare l’impegnativo paragone con l’Alfasud, della quale, oggi, rappresenta molto più di una figlia “spirituale”. Lo dimostra la sfilata, completissima, dei tanti volti di questa “piccola”, grande Alfa, che per la cronaca, con quasi un milione di esemplari venduti, nella classifica delle vendite del Biscione è seconda solo alla sua celebre progenitrice. 

UNA “SCORPACCIATA” DI CHICCHE E CURIOSITÀ - Tra centinaia di foto a colori e in bianco e nero (molte delle quali inedite) e una panoramica completa delle versioni speciali (dall’elegante Privilege alla sportiva Imola, senza tralasciare quelle per i mercati esteri), pagina dopo pagina affiora ogni singola sfumatura di un modello che, con le sue doti e i suoi “punti deboli”, ha rappresentato e rappresenta con orgoglio una sintesi del marchio che porta sul cofano. A proposito di difetti, dell’Alfa Romeo 33 il volume include nelle pagine finali anche una preziosa guida al restauro, con tanti consigli utili per chi volesse cimentarsi in piccole operazioni di ripristino “fai-da-te”. E poi una vera chicca: in quanti, tra gli alfisti più “sfegatati”, sapevano dell’esistenza di un’Alfa 33 con carrozzeria aperta? Non mancano, infine, approfondimenti sul progetto, per l’epoca molto avanzato, di una 33 ibrida, sulla “Magnaghina”, una sfiziosa fuoristrada basata sulla 33 1.5 4x4, e sulla Tempo Libero, accogliente monovolume che testimonia la grande versatilità della meccanica Alfasud.

LA SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Alfa Romeo 33. Berlina e giardinetta
Autore: Lorenzo Ardizio e Leonardo Olivari
Casa editrice: Giorgio Nada
Pagine: 120
Illustrazioni: centinaia a colori e in bianco e nero
Formato:  24.3x27 cm brossura con alette 
Testo: italiano
Prezzo: 32 euro



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Ritratto di marcoveneto
10 febbraio 2023 - 15:46
Il libro è Predali editori?
Ritratto di america
10 febbraio 2023 - 15:48
7
Beh...devi dar lode al suo impegno. Non è facile scrivere 120 pagine solo sulla 33!
Ritratto di marcoveneto
10 febbraio 2023 - 17:48
Un libro per appassionati, non c'è che dire!
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 16:08
Nemmeno sui posters. Leon > X3M > URus. Schkartoffen dixit
Ritratto di Gordo88
10 febbraio 2023 - 17:05
1
Ma questo si scrive e risponde da solo
Ritratto di Gordo88
10 febbraio 2023 - 21:26
1
Fai pure, ti diverti con poco
Ritratto di PONKIO 78
10 febbraio 2023 - 22:42
Ma QUELLO LA dov’è? Alfa 33 è il suo pane….
Ritratto di giocchan
12 febbraio 2023 - 01:03
Ahahahah... sono morto....
Ritratto di america
10 febbraio 2023 - 15:47
7
Hanno buttato fuori questo articolo in uno dei periodi in cui il nostro carissimo Pedrali non è presente.......che gran peccato. Speriamo torni presente tra noi a breve. Detto questo, la seconda serie mi piaceva, mi è sempre piaciuta. Ma non la considero meccanicamente una vera Alfa, solo esteticamente
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 16:07
Aspettiamo la Schkartoffen Ediscion per vedere se supera la Leòn
Ritratto di america
10 febbraio 2023 - 16:10
7
Ogni tanto mi chiedo chi sia "alveare", "alvolantino" ecc, perché per perdere tutto questo tempo in queste discussioni da undicenne deve essere fuori più di un balcone. Un attimo dopo mi ricordo però che non posso sprecare la mia mattina a pensare a qualcuno che non conosco e che può rivolgersi a qualche psichiatra fisico che può seguirlo correttamente. Pertanto lascio stare e vado avanti con i miei affari reali che sono decisamente più interessanti
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 16:15
Gli undicenni tendono ad avere i brufoli. Io nemmeno uno, ma posso parlare solo per me, eh... ;-D
Ritratto di america
10 febbraio 2023 - 16:13
7
Seconda ed ultima volta che ti risponderò, e questo te lo dico per il tuo bene. Trovati un hobby offline. Vedrai che dopo aver realizzato qualcosa di tuo per conto tuo ti formerà meglio come persona e ti farà star meglio mentalmente. Ti auguro buona nel realizzare i tuoi desideri e spero che da bambino (se non lo sei ancora) il tuo desiderio nella vita non fosse quello di fare il troll in un sito web (aspirazione strana per un bambino)
Ritratto di ziobell0
10 febbraio 2023 - 16:20
ma quale hobby, con il r.d.c. che gli paghiamo ne può scrivere di strunziate...
Ritratto di america
10 febbraio 2023 - 16:25
7
ed è un peccato, perché come dice ivan, rovina la qualità del sito. Alvolante quando vivevo in italia lo compravo sempre ed ho sempre avuto dei bei ricordi, per questo anche se sono vivo all'estero mi piace tornare qui, purtroppo poi, in molti se ne vanno da qui per via solo di un soggetto....
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 15:49
La prima faceva troppo effetto Volvo, serie 300, del decennio precedente (solo un po' più assottigliata, l'italiana). Alla fine meglio la seconda che almeno si inventava un'idea di linee più spigolose e inedite. E' pur vero che in tal secondo caso era praticamente una botta di anni alle spalle del progetto "vero" di partenza (l'Alfasud); anche se magari una volta ci si faceva caso, oggi non è per niente detto. Lasciando le solite apprezzatissime Panda Ypsilon ecc. (denigrate nei commenti ma poi vendutissime), metti una Model S con 10 anni pieni sul groppone e per quasi tutti pollice su ancora senza se e senza ma...
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 15:58
E Berilino?
Ritratto di alveolo
10 febbraio 2023 - 16:06
* Sta vicino al circuito di Schkartoffen, se la geografia t'inganna
Ritratto di Andre_a
10 febbraio 2023 - 18:23
Probabilmente costa più il libro della macchina
Ritratto di BZ808
10 febbraio 2023 - 18:30
Vai Giulio!!!
Ritratto di John V
10 febbraio 2023 - 19:03
Ai tempi dalle mie parti non se la filava nessuno, tranne la Sportwagon 4x4 per chi la si usava per andare a sciare, come seconda auto in famiglia, a volte anche terza, e spesso acquistata da chi manco era "alfista", anzi. Conoscevo tante persone, il campione statistico è dunque attendibile. Siamo comunque nell'opulento nord dove si lavorava - davvero - anche di sabato, non per finta fino alle 20:00 come in certa Milano. A meno che non ci siano di mezzo cifre da 4 zeri al mese, ma con davanti un due, o nelle vicinanze, sennò stai rovinando l'economia reale e basta, oltre a fare una vita di m3rda. Capito Artemio e compagni? Perché vi vedo sapete? Tutti lì a cazzeggiare davanti a un laptop inutilmente acceso, per la gioia di Greta. E fate 'sto benedetto: shutdown, per brindare a un incontro...; abbiatene le palle perdio. Il laptop: l'invenzione più paracula mai fatta nella storia dell'uomo. E infatti Milano è una città decadent inside, e quelli che se la godono sono praticamente tutti stranieri, che quando il bauscia è ancora sotto il neon se-la-godono (la vita "vera"; un concetto che vi spiegherò in un altro post più dannatamente off topic di questo). E il bauscia lo ammira, lo straniero, lo insegue invano. Ma quant'è patetic inside... Comunque, divagazioni a parte il più "strano" della compagniai di allora aveva, quanto a tre volumi compatta, una Renault 9 Turbo, totalmente e assurdamente fuori contesto, ma lui era così. A posteriori (ma fuori contesto anche allora), la 33 ha (aveva) un suo perché; solo la mk1 però. Col restyling l'auto non ha stilisticamente più senso, tutto buttato via con un frontale banalizzato e una coda aggraziata quanto un baulotto porta-sci per gitanti CAI della domenica. Piuttosto meglio una Uno, ma veramente e per il padre di famiglia una più decorosa Fiat, c'è poco da fare. Basta Alfa premium! Cercate di capire il senso della 156, che non era né 33 né Giulia ed ebbe un successo clamoroso. In medio stat virtus; non è il caso di altri brand, lo è hic et nunc per Alfa che non sarà mai quello che è stata. Il mgmt di allora l'aveva capito e de Silva l'avevano capito. Colore di presentazione? Azzurrino fuori tempo massimo, quello della vera Giulia del '62 però... La 33 manco aveva il vero rombo Alfa, quello del 4C bialbero mutilato dal Mutilair, per dire (che sicuramente avrà una linea di produzione dedicata, in quanto tale intoccabile, in pure logica FCA che fu, ma anche odierna, almeno per ciò che ne resta). La BMW ha prodotto il primo bialbero 4C di massa, il 6C della E34 è dell'anno dopo, con la E30 318is. Correva l'anno '89 quindi... L'Alfa, abbastanza diversamente, l'aveva in listino dal '55, per dire. Se non fosse esistita l'Alfasud forse non sarebbe cambiato niente, ma forse anche no; vado giù pesante proprio: la politica italiana fa schifo, i motori a due bancate su auto economiche sono da sciocchi e... E adesso basta però, eddai!
Ritratto di Miti
10 febbraio 2023 - 21:08
1
@John .... Biglietti !!!! Vendo biglietti !!! Lui è tornato !!!! Biglietti !!! Biglietti per il John V show !!!! Biglietti !!! In un attimo ho visto la vita dell'Italia dai anni '70 a 2023 !!! Come essere sulle montagne russe in un luna park !!! Biglietti !!!! Biglietti !!!!
Ritratto di John V
10 febbraio 2023 - 21:52
Dai che s'arrotonda e s'arriva ai fantomatici "quattrozeri". Seh... manco col binocolo! E specie oggi. Coi biglietti facciamo a metà, ti va? Ma mi sa tanto che così non si porta a casa nemmeno il necessario per una spesa, d'un solo giorno dico. Sempre forte Miti :-)
Ritratto di Miti
11 febbraio 2023 - 00:10
1
Johnny... guarda , è difficilissimo dare un contenuto migliore di tuo post ad un articolo del genere. l'Italia una volta era la terra dei motori. Per tutte le case automobilistiche locali. E se le auto italiane si riempivano di ruggine ( come la Lancia nel Regno unito) no che altre non prendevano la stessa strada. L'italiana non era meglio dell'inglese o la tedesca non era meglio della spagnola. Un giorno sono stati creati questi mostri che contengono marchi e marchi e marchi ancora. Ma per ogniuna salvata due sono cadute nel dimenticatoio. Auto che hanno portato i tuoi nonni o i tuoi genitori in giro per l'Italia. Questi mostri dovevano portare la prosperità, l'innovazione, il progresso. Ma non è stato così. Hanno fatto da freno. In tutti i modi possibili. Hanno traslocato la produzione nei paesi dove , con la scusa della mano lavoro meno cara, hanno spartito le loro bustarelle ai politici. Sono riusciti convincere che il petrolio era l'unica soluzione. E quando il cielo è diventato grigio hanno inventato le blue , il green da mettere sui veicoli inquinanti, sui carburanti inquinanti. Hanno distrutto le auto per la classe media dopo che lo hanno ridotta in mille pezzi. Tutto per diventare sempre più ricchi. Sempre più inattaccabili. E anche quando sono stati presi dalla mano della legge sono riusciti scappare non dalla porta dietro ma con un volo , con un piano di volo, con un aereo, da un aeroporto internazionale. Con la polizia alla porta. Gridando che sono innocenti. Forse non faremo soldi vendendo biglietti a quello che tu scrivi, ma è sempre meglio leggere i tuoi post che interri articoli che riguardano auto da migliaia di centinaia di euro per i ricchi sfondati che ogni mezz'ora si costruiscono un garage cimitero per le loro innumerevoli super mega auto. La passione per l'auto non sta nei soldi , non sta nei numeri, non sta nella super velocità. Sta in quella sensazione che hai quando ti metti dietro quel coso rotondo, metti la chiave nel contatto e con un leggero tocco parti. Eppur si muove, disse secoli fa Galileo. Eppur si muove, John V.
Ritratto di Alfiere
10 febbraio 2023 - 20:40
2
Ma dove è finito il giulio? E finito a scrivere per Alvolante?
Ritratto di Truman200
10 febbraio 2023 - 20:42
Un collega aveva la 33 sportwagon 1700cc con interni rossi, mi diceva che anche 3 km al litro consumava, con 4 carburatori
Ritratto di lovedrive
10 febbraio 2023 - 21:26
non sei strano solo tu, ma anche i tuoi colleghi . non sanno neanche mettere la seconda.
Ritratto di Miti
10 febbraio 2023 - 21:11
1
Pedraliiiiiiiiiiiii !!!!!! Dove sei!!!!!! Pedraliiiiiiiiiiiii!!!!!!
Ritratto di lovedrive
10 febbraio 2023 - 21:24
proprietario di una sportwagon 1.5 sw 4x4 dal 1989 al 1992. forse l'unica station wagon di segmento c costruito in italia. ebbe un certo successo.
Ritratto di lovedrive
10 febbraio 2023 - 21:27
scusate, dimenticavo. c'era una volta anche l'alfasud station e anche la giulia ( se si puo dire che era segmento c per quei tempi).
Ritratto di Quello la
11 febbraio 2023 - 15:05
Ma qualcuno ha notizie? Ha un nuovo nick? Io sono seriamente preoccupato! :-(
Ritratto di Oxygenerator
11 febbraio 2023 - 18:39
Vista da vicino accanto ad una 500 moderna. Sembra vecchia di 100 anni. La 500 sembra gigante
Ritratto di Quello la
12 febbraio 2023 - 13:47
Questo è vero, caro Oxygenerator. E' una sensazione che ho provato più volte ad ogni nuova generazione di auto. Ricordo ancora la prima Yaris acanto ad una Polo, fine anni 90. La Yaris, che forse era addirittura più piccola, sembrava enorme al confronto.
Ritratto di pippero-bis
13 febbraio 2023 - 17:58
Forse e' il caso di ricordare che l'alfa 33 era un incrocio fra l'alfasud e l'arna. non certo una vettura da ricordare, salvo voler ricordare la PROPRIA gioventu' http://allarovescia.blogspot.com/2020/10/lalfasud-morte-desiderata-dellalfa.html
Ritratto di Velocissimo
18 febbraio 2023 - 23:07
Ideato, scritto, prodotto, venduto e comprato da Giulio Pedrali

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