SE ARRIVERÀ, SARÀ ELETTRICA - A tredici anni dall’uscita di scena della Brera, l’argomento coupé torna di grande attualità in casa Alfa Romeo, anche se, per veder solcare le nostre strade una due porte con il tetto spiovente potrebbe volerci ancora qualche anno. Dipenderà da quanto l’azienda riuscirà a continuare a macinare utili, proseguendo nel percorso di crescita cominciato con i primi, incoraggianti segnali di ripresa di diciotto mesi fa. Un’Alfa Romeo coupé, al momento, non fa parte dei piani industriali del Biscione, ma potrebbe fare il suo ingresso in gamma nel 2026 o nel 2027, quando l’azienda avrà ormai smesso di produrre modelli con il motore termico.
PER IL NOME È ANCORA PRESTO… - In un’intervista rilasciata al magazine britannico Autocar, il capo dello stile dell’Alfa Romeo, Alejandro Mesonero-Romanos, ha parlato di una coupé alla quale il suo team, lontano dai riflettori e da occhi indiscreti, starebbe lavorando già da qualche tempo. Sul nome della nuova sportiva - che, è bene ricordarlo, non va confusa con la supercar in serie ultra-limitata attesa entro la fine di quest’anno - il designer spagnolo non ha fornito indicazioni precise: potrebbe chiamarsi GTV (acronimo che sta per Gran Turismo Veloce, e che identifica alcune grandi Alfa nate a cavallo tra gli anni ’60 e ’80), ma anche Alfetta coupé. Ma la verità è che è davvero troppo presto per dirlo, e attualmente le speculazioni valgono tutte.
LA SZ COME MUSA ISPIRATRICE - Argomento assai più concreto e tangibile è lo stile, che - ha anticipato ad Autocar Mesonero-Romanos - trae profonda ispirazione da quello, assai controverso ma indubbiamente di grande impatto, dell’Alfa Romeo SZ (nella foto qui sopra). “Inutile girarci intorno: dalla sua quell’auto non ha la bellezza canonica delle Alfa del passato. Ma progettando una coupé elettrica possiamo prendere spunto dal suo carattere così distintivo e unico”, ha spiegato il numero uno del design Alfa a proposito della coupé anni ’90 allestita dalla Zagato. “Personalmente ho sempre amato il suo profilo a cuneo, la coda squadrata e, in generale, il modo in cui le superfici vetrate scure risaltano sulla massiccia carrozzeria - ha proseguito il designer madrileno -. È un design brutale, ma anche speciale e impattante. Per questo ritengo che dobbiamo cercare di emularlo".
QUESTIONE DI... CENTIMETRI - Plasmare un corpo vettura ispirato a quello dell’Alfa Romeo SZ, tuttavia, non sarà un gioco da ragazzi. Perché se è vero che le piattaforme elettriche, con il loro pavimento piatto, pongono meno vincoli strutturali alla creatività dei designer, è altrettanto vero che quella su cui poggeranno i futuri modelli a corrente del Biscione è pensata per carrozzerie più alte. La cosa, tuttavia, non sembra preoccupare eccessivamente Mesonero-Romanos: “Per la Taycan, per esempio, la Porsche ha fatto dei ritagli nel sottoscocca. Insomma, le soluzioni per compensare l’ingombro in altezza degli accumulatori non mancano. Quel che è certo è che con gli ingegneri lotteremo per ogni singolo centimetro”.
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