Una lettera non basta per evitare la confusione. Il tribunale di Monaco di Baviera ha dato ragione all'Audi, che aveva contestato alla rivale premium cinese Nio l'utilizzo di nomi troppi simili ad alcuni dei propri iconici modelli (S6, S7 e S8). Il contenzioso riguardava in particolare tre elettriche provenienti dal Celste Impero: ES6, ES7 e ES8. Nel comunicato diffuso dal tribunale è stato chiarito che la “E” non è sufficiente per distinguere le auto cinesi da quelle tedesche e che il suffisso può semmai portare i potenziali clienti a credere che si possa trattare delle versioni a zero emissioni dei modelli della casa di Ingolstadt.
Per questa ragione il dispositivo ha contemplato il divieto di ogni forma di pubblicità in Germania, almeno per le ES6 e ES8. In caso di infrazione è prevista una multa di 250.000 euro oppure sei mesi di reclusione per il responsabile delle operazioni tedesche di Nio. Il caso era stato aperto ufficialmente nell'ottobre del 2021 da Audi: le tempistiche delle successive udienze avrebbero dovuto condurre alla sentenza in maggio, ma poi tutto à slittato a questa mattina, anche per via della malattia del giudice. Nel frattempo i due costruttori hanno in qualche modo trovato il modo di confrontarsi.
La Nio è già intervenuta, anticipando la sentenza del tribunale. L'unico modello oggetto della disputa commercializzato in Germania - la ES7, un suv elettrico da 4,9 metri di lunghezza - sul sito ufficiale tedesco viene offerto come EL7. Delle altre due macchine non c'è ancora traccia. La sentenza, che è peraltro di primo grado, è stata accolta positivamente da Audi, che l'ha giudicata importante per la tutela del proprio marchio. La Nio non si è esposta sul merito perché ha reso noto di voler prima leggere le motivazioni, ma ha anticipato che, allo stato attuale, è intenzionata a presentare appello e di riservarsi “il diritto di intraprendere ogni ulteriore azione necessaria al riguardo”.