QUATTRO GENERAZIONI - Nel 2022 fanno quattro generazioni in vent’anni. E il bello è che la “formula”, super consolidata, alla base dell’Audi RS6 è sempre la stessa: far incontrare il lusso, il comfort e la versatilità di una grande auto da famiglia con le prestazioni di una supercar. Sin dalla sua prima apparizione all’alba degli anni 2000, la versione ad altissime prestazioni dell’Audi A6 ha costituito forse l’esempio più importante di come il reparto sportivo della casa di Ingolstadt sia in grado di curare ogni singolo dettaglio per mettere su strada una macchina capace di essere spaziosa, comoda e, naturalmente, velocissima e appagante da guidare. Dal primo modello del 2002 a quello attualmente in commercio, molte delle soluzioni tecniche adottate dagli ingegneri derivano dalle competizioni e, in particolare, dall’esperienza accumulata nelle gare di durata (la casa dei quattro anelli, con 13 vittorie, è seconda solo alla Porsche per numero di successi nella 24 Ore di Le Mans). Le abbiamo riassunte riportando le lancette dell’orologio indietro di due decenni tondi, analizzando tutte quelle caratteristiche che fanno dell’Audi RS6 una vettura unica nel panorama automobilistico moderno.
AUDI RS6 C5 (2002)
All’alba del nuovo millennio la divisione Quattro (oggi Audi Sport) decide di riproporre il concetto alla base della neonata Audi RS4 (1999) sulla sorella maggiore A6. Basata sul restyling del modello di seconda generazione, la prima Audi RS6, offerta con carrozzeria sia berlina sia station wagon, eredita il motore 4.2 V8 aspirato da 340 CV della S6. Grazie all’aggiunta di due turbocompressori, il cui ingombro richiede di allungare e allargare la scocca di circa 4 cm, l’otto raggiunge i 450 CV. Dell’elaborazione si occupano i tecnici della britannica Cosworth, che riescono a ottenere una potenza addirittura superiore a quella dell’Audi TT da corsa all’epoca impegnata nel campionato DTM. Fondamentali, per “addomesticare” una cavalleria così esuberante (scaricata a terra dalla trazione integrale Quattro abbinata a un convertitore di coppia Tiptronic a cinque rapporti), sono le raffinate sospensioni Dynamic Ride Control (DRC): costituite da robuste molle in acciaio e doppi ammortizzatori idraulici diagonalmente opposti, contrastano con grande efficacia le reazioni della scocca nei cambi di direzione più bruschi. In termini di velocità pura e accelerazione, le prestazioni sono paragonabili a quelle di una Porsche 911 Carrera, con una punta massima, per la RS6 Plus da 480 CV, di 280 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi. Numeri spaventosi per una berlina da famiglia.
AUDI RS6 C6 (2008)
A quattro anni dal lancio della A6 di terza generazione debutta la nuova Audi RS6, ora dotata di un più grande e potente motore 5.0 V10. Sovralimentato, come il precedente propulsore a otto cilindri, mediante l’azione di due turbocompressori, pesa solo 278 kg e sprigiona una potenza di 580 CV (20 in più rispetto al 5.2, sempre a dieci cilindri, dell’Audi R8 GT). Viene migliorato il cambio automatico, modificato negli ingranaggi per reggere le maggiori sollecitazioni derivate da una meccanica molto più “spinta” e vicina a quella di una vera auto da corsa. Un esempio su tutti? La lubrificazione, che è a carter secco: sparisce la tradizionale coppa dell’olio, contenuto in un serbatoio separato dal monoblocco e distribuito sotto pressione ai vari organi meccanici da un sistema di pompe di recupero e di mandata. Due i principali vantaggi: una riduzione dell’ingombro verticale del motore e la garanzia di una lubrificazione ottimale e costante anche in presenza di forti accelerazioni laterali. A proposito di primati, l’Audi RS6 ne mette a segno due: è il primo modello stradale della casa con cambio automatico a infrangere il muro dei 300 km/h (la versione Plus tocca i 303 km/h) e monta per la prima volta, a richiesta, freni carboceramici. Novità anche per le sospensioni DRC, ora dotate di un sistema con tre diverse regolazioni per gli ammortizzatori.
AUDI RS6 C7 (2013)
Due cilindri e venti cavalli in meno, sulla carta, sarebbero potuti bastare a innescare una “rivolta popolare” tra gli appassionati, ma l’Audi RS6 di terza generazione, ora disponibile solo nella configurazione giardinetta Avant, non ha impiegato molto a dimostrarsi una macchina più veloce, efficace ed efficiente delle precedenti. La diminuzione di potenza del motore, un 4.0 V8 bi-turbo da 560 CV (a fine carriera, però, i cavalli saranno 605), è impercettibile, per via di una coppia straripante (700 Nm) e di un dimagrimento complessivo di circa 120 kg (100 dei quali vengono limati all’anteriore, migliorandone la reattività nell’inserimento in curva). Migliorano anche i consumi, ridotti fino al 30% grazie al funzionamento modulare degli otto cilindri, la metà dei quali si disattiva quando non sono richieste le massime prestazioni. La carrozzeria evidenzia una muscolatura più massiccia rispetto al passato, con fianchi più larghi di 6 centimetri rispetto a una normale A6. Migliorano ulteriormente le prestazioni, con mezzo secondo in meno nell’accelerazione da 0 a 100 km/h (da 4,6 a 3,9 secondi), e il comfort, garantito da nuove sospensioni pneumatiche che abbassano l’auto di un paio di centimetri.
AUDI RS6 C8 (2019)
Sulla breccia da tre anni, l’attuale Audi RS6 è la prima dotata di un sistema di elettrificazione a 48 V. Con l’aiuto dell’ibrido, seppur leggero, il 4.0 V8 biturbo è un po' più efficiente da un punto di vista energetico, continuando a garantire prestazioni da capogiro. Con 600 CV di potenza e 800 Nm di coppia, bastano 3,6 secondi per bruciare lo 0-100 km/h e 12 secondi per infrangere il muro dei 200 all’ora con partenza da fermo. Debutta il retrotreno sterzante di serie, che migliora sia l’agilità sia la tenuta di strada, mentre la carrozzeria, rispetto a tutti i presenti modelli, è molto più appariscente e mantiene poco della normale Audi A6 Avant: solo il tetto, le porte anteriori e il portellone.