I VALORI IN GIOCO - Guida autonoma? Sì grazie, e anche in circuito (guarda il video più in basso). L'Audi-pensiero è chiaro; altrimenti non avrebbe senso portare a Hockenheim un'Audi RS 7 e, in concomitanza dell'ultima tappa del DTM, farla girare in un tempo prossimo ai 2'10”. Non siamo certo alla competizione uomo-macchina, che riporta a tematiche quasi fantascientifiche, ma di sicuro è un bell'andare: la pole 2013 ottenuta da Spengler, a titolo di cronaca, è stata ottenuta con il tempo di 1'33”443.
CONFRONTO IMPARI? - Ma un'auto da DTM è un mezzo da corsa, non una superberlina con 560 rispettabilissimi cavalli come la RS 7 Sportback. Il suo obiettivo, a Hockenheim, non sono tanto i 240 km/h di punta massima, quanto il raggiungimento di un'accelerazione laterale pari a 1,1 g: impegnativo da mantenere per un guidatore in carne, ossa e corso di guida sportiva alle spalle.
IL PREGRESSO - Prima di Hockenheim, l'Audi aveva già sperimentato la guida autonoma in condizioni “estreme” in due passaggi chiave: una TT con il pilota automatico sul lago salato di Bonneville e un'altra che completa la Pikes Peak, una delle cronoscalate più celebri al mondo. Con molteplici sbocchi. La guida automatica avrà molti sbocchi sulle auto di serie e non è molto lontana dall'essere realizzata nella pratica su un'auto di serie. In un prossimo futuro (si parla del 2020) si potrà affidare all'auto la ricerca del parcheggio con annessa manovra autonoma, ma anche la normale guida nel traffico di tutti i giorni (vedi video).
SOTTO PELLE - L'Audi RS 7 che si esibirà sul circuito tedesco è per larga parte identica al modello di serie: le modifiche riguardano il servosterzo, i freni, il cambio (il tiptronic a 8 rapporti) e l'acceleratore. Gli elementi chiave preliminari per quanto riguarda, più che la guida autonoma, il pilotaggio autonomo, sono legati al posizionamento il più preciso possibile del mezzo e ai sistemi di controllo. Nel primo caso, i segnali sono quelli GPS, corretti per l'uso sulla pista: sono accurati fino al centimetro di tolleranza e trasmessi via rete senza fili all'auto (utilizzando la radiofrequenza come sistema secondario in caso di interruzione della wireless). Parallelamente a ciò, immagini acquisite da una videocamera 3D sono analizzate in tempo reale e confrontate con le informazioni immagazzinate a bordo dell'auto, per utilizzare dati di posizionamento supplementari. Si può dire che questi siano gli “occhi” del pilota automatico che permettono di scegliere le corrette traiettorie.
CONTROLLO - I sistemi di controllo partono dall'analisi di una macchina (perfetta): l'uomo. O, meglio, l'uomo-pilota. Studiato in modo profondo dagli ingegneri Audi, che su queste basi hanno messo a punto la tecnologia di controllo. Fondamentalmente, si parla di un set di istruzioni per combinare la sensoristica che sovraintende agli angoli di rotazione dello sterzo con la posizione della valvola dell'acceleratore, dei freni e della centralina del cambio. È plausibile ipotizzare una sorta di mappa precaricata per il giro singolo: interessante sapere se nel modello siano inseriti eventuali parametri di correzione nel caso di imprevisti. O, meglio, di deviazioni dai paramentri precaricati sulla base di quanto acquisito dalla telecamera: un'eventuale correzione su pista è la base, un domani, per un algoritmo di reazione sulle comuni strade.