Auto classe 2002: 10 ventenni da non farsi scappare

Nel club esclusivo delle berline ad altissime prestazioni è in pole position. Il perché è molto semplice: è costruita per durare a lungo, come tutti i modelli della casa dei quattro anelli, e in più ha un motore stratosferico. La prima Audi A6 griffata RennSport è spinta da un V8 di 4,2 litri sovralimentato mediante due turbocompressori e con 450 CV scatta da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi (la Avant con carrozzeria station wagon fa due decimi peggio: bazzecole). In pratica significa che ancora oggi è in grado di tenere testa a molte auto sportive più moderne e potenti. Piuttosto rara, dalle nostre parti, la berlina (nella foto); decisamente più facile trovare una giardinetta, con prezzi da circa 15.000 euro a salire.

Vent’anni, in realtà, non li ha ancora compiuti, perché è stata presentata al Salone di Parigi nell’autunno del 2002 e nelle concessionarie europee è arrivata solo nel marzo dell’anno successivo. Poco male, però, nel senso che se l’idea di pagare per un anno il bollo pieno non vi fa saltare sulla sedia può senz’altro valere la pena mettersi in garage l’esemplare “giusto” con un annetto d’anticipo, nell’attesa che ottenga i requisiti di legge per beneficiare degli sconti sulla tassa di possesso. In Italia gli esemplari più datati hanno quasi tutti motori a sei cilindri, e la buona notizia è che le 2.5i, i cui 192 CV bastano e avanzano per divertirsi, costano in media poco più di 10.000 euro. Ne vanno aggiunti un po’ più di 5000, invece, per una bella 3.0i (nella foto).

A Enzo Ferrari, che quando alla fine degli anni ’50 vide per la prima volta le piccole monoposto inglesi col motore dietro disse che non si era mai visto “il carro davanti ai buoi”, sarebbe piaciuta da matti, perché incarna a meraviglia la tradizione delle grandi gran turismo del cavallino rampante con il V12 collocato in posizione anteriore. La carrozzeria, rivista in alcuni dettagli per esigenze aerodinamiche, è quella, splendida, della 550 Maranello, mentre il dodici cilindri a V di 65° guadagna un quarto di litro di cilindrata e una trentina di cavalli. In totale fanno 5748 cc e 515 CV, che alla prova del cronometro equivalgono a 4,2 secondi per scattare da 0 a 100 km/h e 325 km/h di velocità massima. Con quotazioni che partono da circa 100.000 euro in Italia (nel resto d’Europa si può risparmiare un bel po’, però), i prezzi non sono certo alla portata di tutti, ma neppure folli, considerando che il valore è destinato a salire.

Con circa 16.000 esemplari prodotti tra il 2002 e il 2009 non è esattamente quello che si potrebbe chiamare un successo, e per giunta i difetti di qualità congeniti non sono pochi, con materiali e assemblaggi quasi mai all’altezza del ruolo di ammiraglia che era stata chiamata a ricoprire e della migliore concorrenza tedesca. Non avrà la solidità di una Mercedes o di una BMW, ma in quanto a stile e ricercatezza nulla ha da invidiare alle più blasonate rivali teutoniche. I prezzi sono ai minimi storici, e basta spulciare qualche annuncio online per scoprire che con poche migliaia di euro ci si può portare a casa un’auto che, da nuova, poteva costare anche più di 50.000 euro. Meglio quindi evitare i modelli a gasolio e puntare in alto, orientandosi, preferibilmente, sulle più nobili versioni equipaggiate con il potente 3.0 V6 benzina di origine Alfa Romeo. Difficilmente superano i 4.000 euro.

Conserva il fascino irresistibile della 3200 GT, di cui è la logica evoluzione, rinunciando però ai sottili fanalini posteriori a boomerang, uno degli spunti più originali dell’ultima GT spinta da un motore Maserati. Il propulsore, infatti, è nuovo, e deriva dall’unità ad alimentazione atmosferica della Ferrari 360 Modena. Il tiro e la sonorità dell’otto cilindri a V da 390 CV sono da sportiva di razza, mentre il cambio robotizzato non è rapidissimo. La buona notizia, per i puristi della guida, è che cercando bene si trovano ancora diversi esemplari con la tradizionale (e ben più appagante) trasmissione a sei rapporti con comando meccanico. I prezzi partono da circa 25.000 euro.

In Italia ha avuto un buon successo e non ha impiegato molto a entrare nella classifica delle dieci coupé più vendute. Pur rinunciando a un pizzico dell’eleganza “essenziale” del modello di prima generazione (la W208), vanta forme e proporzioni molto gradevoli. Oggi costa relativamente poco e con meno di 5.000 euro - se non si ambisce alle versioni con i motori benzina a sei cilindri - è possibile portarsi a casa una Mercedes che a vent’anni dal lancio fa ancora una gran figura. Prima di procedere a un eventuale acquisto, però, è fondamentale controllare attentamente i componenti elettronici: finché erano nuovi, funzionavano a meraviglia, ma con il passare degli anni infiltrazioni d’acqua, piccoli incidenti o interventi poco professionali potrebbero aver causato danni alla centralina SAM, il “cervello” che controlla il funzionamento degli specchietti elettrici, dei fari, del sensore pioggia e di molte altre parti elettroniche.

Praticamente è “classica” dalla nascita, la Mini moderna nata sotto l’ala della BMW nel 2001. Un anno dopo debuttava la versione più potente della gamma, la Cooper S, il cui motore Pentagon Chrysler-Rover, grazie all’aggiunta del compressore volumetrico, sviluppa 163 CV, certo non pochi per una macchinetta che ferma l’ago della bilancia a 1.215 chili e si muove tra le curve con l’agilità di un go-kart. Oggi si può acquistare per cifre intorno ai 3.000 euro, ma attenzione ai presunti “affaroni”, perché potrebbero nascondere un mucchio di rogne. È d’obbligo, innanzitutto, informarsi sulle condizioni del compressore: se fa rumori strani, significa che va revisionato di corsa, prima di incappare in guai peggiori. Con l’età tendono a cedere anche le pompe: dell’acqua, della benzina, dell’idroguida, insomma vanno controllate un po’ tutte quante e, nel caso, sostituite. 

Motore V6 da 276 CV, trazione posteriore, differenziale a slittamento limitato e distribuzione dei pesi pressoché perfetta (53/47): il mix di ingredienti, per divertirsi, con quel fascino da street racer che solo certe auto giapponesi degli anni ’90 e 2000 possono vantare, è quello giusto. E pure il prezzo, visto che armandosi di pazienza e con una buona dose di fortuna è ancora possibile trovare un esemplare in condizioni dignitose per cifre intorno ai 15.000 euro. Soldi ben spesi, per una sportiva di razza il cui pedigree risale addirittura alla leggendaria Datsun 240Z.