LA “REGOLA” DEL 5% - Sembra che esista una soglia di adozione di una nuova tecnologia oltrepassata la quale la novità accelera velocemente fino a diventare di massa. Questa soglia è stimata essere del 5% circa ed è interessante notare che diversi Paesi l’hanno già superata nelle vendite delle auto elettriche: la diffusione delle BEV diventerà quindi di massa?
Bloomberg Green ha analizzato per la prima volta nel 2022 la quota delle auto elettriche nelle immatricolazioni, riscontrando che 19 Paesi avevano superato il 5%, ritenuto l’inizio dell’adozione generalizzata causato da un rapido cambiamento delle preferenze tecnologiche. L’analisi di quest’anno ha aggiunto altri cinque Paesi - Canada, Australia, Spagna, Thailandia e Ungheria - al gruppo di quelli che hanno superato il valore-soglia e che comprende anche Stati Uniti, Cina e molti Paesi dell’Europa occidentale.
LA “S” DELL’ADOZIONE TECNOLOGICA - Decenni di ricerche hanno portato alla conclusione che l’adozione delle nuove tecnologie segue una curva a forma di S: le vendite si muovono molto lentamente nella fase di introduzione sul mercato, per poi accelerare rapidamente fino a che non diventano mainstream: a questo punto si ha un nuovo rallentamento perché il mercato è vicino alla saturazione. I primi ad abbracciare la novità sono gli innovatori, poi quelli che la adottano presto (early adopter); a seguire abbiamo poi la maggioranza veloce e quella lenta (early e late majority) mentre gli ultimi sono i laggards, i ritardatari.
Un classico esempio è il forno a microonde che, brevettato nel 1946 e diventato pratico intorno agli anni ‘60 (prima era enorme e costosissimo), ha impiegato una ventina d’anni per arrivare al 10% delle famiglie statunitensi: la vera esplosione nelle vendite è arrivata negli anni ’80. Andamenti simili, più o meno diluiti nel tempo, li si è riscontrati per tantissime innovazioni, dall’elettricità alle radio fino ai più recenti TV a colori, telefoni cellulari e lampadine a LED.
AUTO ELETTRICHE, LA SOGLIA SARÀ VALIDA? - Il concetto è quindi che nei Paesi nei quali le auto elettriche abbiano superato il 5% nelle immatricolazioni esse diventeranno dominanti, in un tempo che varia ampiamente da paese a paese pochi anni. Una volta che le sfide importanti quali i costi elevati, la disponibilità dei punti di ricarica e lo scetticismo degli automobilisti saranno affrontate e superate dagli early adopters, le masse seguiranno rapidamente il cammino tracciato dai pionieri. È chiaro che la regola del 5% va presa con le debite precauzioni: l’automobile è il secondo investimento delle famiglie dopo l’abitazione ed è quindi ben più impegnativa rispetto a un forno o uno smartphone. Negli Stati Uniti, che sono la patria di Tesla, Ford e GM (questi marchi hanno tutti EV in listino), il tipping point del 5% è arrivato solo fino alla fine del 2021, relativamente tardi per un paese che un elevato potere di spesa.
Le ragioni di questo ritardo vanno ricercate nel fatto che gli statunitensi trascorrono più tempo in automobile alle altre popolazioni e volevano quindi autonomie più elevate; anche la loro predilezione verso i pickup e i grandi SUV ha giocato a sfavore, dato che la versione elettrica di questi veicoli richiede grandi batterie. Le vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti stanno aumentando rapidamente - l’incremento nel secondo trimestre 2023 è del 42% rispetto al 2022 - ma l’aumento è stato meno esplosivo rispetto ad altri Paesi. Le cose potrebbero cambiare con l’arrivo del Tesla Cybertruck e della versione elettrica di altri iconici pickup: Chevrolet Blazer e Silverado, Ford Explorer e F-150, Jeep Wrangler e Ram 1500.
SI MUOVONO I PAESI - Un punto di svolta potrebbe essere nell’orizzonte dell’India, il terzo mercato automobilistico dopo Cina e Stati Uniti. I veicoli elettrici hanno rappresentato il 3% delle vendite di auto nuove nel paese lo scorso trimestre, una quota che è raddoppiata in semestre. Le case automobilistiche indiane hanno investito molto nell’elettrificazione e il Paese appare promettente, tanto che il ceo di Tesla Elon Musk ha incontrato il primo ministro indiano Narendra Modi: a seguito di questo incontro Musk ha detto che intende entrare nel mercato indiano “non appena sia umanamente possibile”. Rimane il fatto che i Paesi che hanno superato il punto critico del 5% hanno registrato rapidi tassi di adozione, con una crescita media delle vendite del 55% nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Dalla tabella si nota che in Norvegia, pioniere globale dei veicoli elettrici, la quota degli EV ha superato l’82% e il primo trimestre sopra il 5% risale ormai a 10 anni fa: il paese scandinavo mostra segni di rallentamento essendo ormai nella zona di “mercato maturo”. Sopra il 30% dell’immatricolato sono anche Islanda, Svezia, Finlandia, Danimarca e Olanda; la Germania è al 17,5, il Regno Unito al 17,2% mentre intorno al 16% sono Cina, Francia e Portogallo. L’Italia, come laconicamente recitato da una nota metodologica, “ha superato il 5% delle vendite di veicoli elettrici per due trimestri nel 2021 prima di tornare al di sotto della soglia per il 2022 e il 2023. È stata quindi rimossa dall’elenco dei paesi che hanno superato i punti critici fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati”.
IL PUNTO CRITICO DELLE CASE AUTOMOBILISTICHE - Il concetto di tipping point è utilizzabile anche per descrivere le soglie di prezzo che innescano un’adozione più ampia di una nuova tecnologia: quando è diventato più economico installare parchi fotovoltaici piuttosto che nuove centrali a carbone i fornitori dell’energia hanno accelerato la domanda dell’energia solare. Lo stesso si può dire dei volumi di vendita, nel bene e nel male: quando Tesla ha iniziato a vendere la Model 3, nel 2017, ha rischiato la bancarotta perché non è stata in grado di produrre le auto così velocemente da ridurne a sufficienza il costo unitario.
Solo quando la produzione è salita a 5.000 auto a settimana si è innescato il circolo virtuoso che ha portato a una riduzione dei costi tale da consentire una diminuzione dei prezzi (qui per saperne di più). In effetti per sostenere la crescita delle vendite dei veicoli elettrici le case automobilistiche tradizionali e i loro fornitori dovranno effettuare investimenti in anticipo sperando che la domanda si materializzi completamente e velocemente.
Le fabbriche devono essere riorganizzate, le catene di fornitura riconfigurate e l’intero veicolo deve essere riprogettato in funzione della trazione elettrica, con elevati costi di transizione finché le vendite non diventano di massa. Nell'esperienza europea, una volta che il 10% delle vendite trimestrali di una casa automobilistica proveniva da veicoli “alla spina” (elettriche e ibride Plug-in), questa quota è triplicata mediamente in meno di due anni.
LA TRANSIZIONE GLOBALE AI VEICOLI ELETTRICI È INEVITABILE? - Bloomberg nota che, a oggi, il 90% delle vendite globali di veicoli elettrici proviene da Stati Uniti, Cina ed Europa: questo implica che i Paesi che valgono circa un terzo delle vendite totali delle automobili devono ancora superare la soglia critica e solo 4 dei 20 paesi più popolosi della Terra hanno superato il tipping point. Rimangono inoltre incognite quali la disponibilità dei materiali critici per le batterie, interruzioni della catena di approvvigionamento, crisi economiche, indirizzi politica, bancarotte varie e il gradimento del pubblico.
È comunque assodato che le vendite globali delle automobili con motori a combustione hanno raggiunto il picco nel 2017 e la crescita netta delle vendite è attualmente guidata interamente dai veicoli elettrici: secondo Bloomberg New Energy Finance questa tendenza continuerà finché l’automobile a benzina non diventerà una curiosità da museo e questo decennio sarà ricordato come gli anni ‘80 per i forni a microonde.
Un movimento verso l’elettrificazione al quale l’Italia sembra estranea: i dati UNRAE di luglio dicono le auto elettriche sono state il 3,4% e le ibride plug-in il 4,4%, per una quota complessiva scesa al 7,8% dal 9,8% di giugno. Sempre a luglio, i dati ACEA (la federazione dei costruttori europei) raccontano che in Europa la quota delle elettriche è salita del 60,6% al 13,6% quasi raggiungendo i motori diesel, scesi del 9,1% con uno share del 14,1%.