Secondo il capo di BMW, l'introduzione di una data che definisca il divieto alla vendita di veicoli endotermici (in Europa è il 2035) potrebbe portare a mosse politiche pericolose, a danni per i consumatori e per le stesse case auto.
Le nuove auto elettriche sono costose da sviluppare e il tutto ricade sul costo finale. "Potrebbe non esserci più spazio per auto economiche sul mercato, quindi, non più acquistabili da buona parte del pubblico. Questo potrebbe essere molto pericoloso", ha sottolineato il ceo della BMW, Oliver Zipse (nella foto qui sopra).
La dura dichiarazione ha anticipato un ulteriore investimento di 1,7 miliardi di dollari, da parte di BMW, per la creazione e lo sviluppo di veicoli elettrici nella Carolina del Sud. BMW vorrebbe proporre al suo pubblico delle scelte e non dei divieti però, come tutte le altre case automobilistiche, teme le pesanti sanzioni europee ed è pronta ad adeguarsi alle disposizioni normative con una nuova gamma composta da inediti modelli elettrici.
La stessa BMW ha comunque affermato che la casa tedesca non ha ancora fissato una data per la fine della produzione dei propri veicoli a combustione interna, rimarcando che "deve esserci spazio anche per i veicoli più economici sul mercato. Non vogliamo che le auto vengano portate via dai segmenti base. Se l'auto diventerà a uso e consumo dei più ricchi, sarà molto pericoloso, anche a livello politico". Queste le parole di Zipse che hanno rimarcato le dichiarazioni di Carlos Tavares (Stellantis) e di Luca de Meo (Renault).
Ovviamente, chi non potrà permettersi un nuovo veicolo elettrico in futuro continuerà a guidare la sua "vecchia" auto termica, così che il mercato possa perdere un potenziale acquirente. Inoltre, "non c'è alcun segnale che la tecnologia del motore endotermico possa diventare obsoleta nei i prossimi 15 anni", ha rincarato la dose Oliver Zipse.
Il manager tedesco ha poi concluso con "si stanno eliminando alcune auto per 'regolamento', se fossi un politico starei bene attento a fare queste scelte".