SENTENZA - Una norma introdotta dal governo nel 2018 ha modificato il codice della strada (articolo 93), vietando di viaggiare con una vettura immatricolata all'estero a chiunque sia residente in Italia da più di 60 giorni. Altrimenti, verbale di 712 euro (che diventano 498,4 euro se si paga immediatamente, evitando anche il sequestro del mezzo). Ma la Corte di giustizia dell’Unione europea, sesta sezione, con sentenza del 16 dicembre 2021 (causa C-274/20) ha dato ragione a chi circola in Italia su un’auto con la targa estera: la pratica è regolare, nessuna multa. L’Italia si adegua alla volontà UE? Nelle prossime ore verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale una nuova norma, da interpretare: può essere utile un chiarimento ministeriale.
ESTEROVESTIZIONE, OCCHIO - Ma Antonio D’Agostino (vicepresidente Associazione polizie locali Comando Lazio) lancia l’allarme. La norma del 2018, infatti, ha un obiettivo: prevenire l’esterovestizione. Il fenomeno vede protagonista chi risiede nel nostro Paese, compra una vettura in Italia e subito la rivende a una concessionaria in Romania, Bulgaria, Albania o Germania, che è anche una società di noleggio a lungo termine o di leasing. Questa, a sua volta, gli ridà la macchina con un contratto di noleggio o leasing, dietro il pagamento di un canone mensile. E il cerchio si chiude.
CIAO CIAO MULTE - Stando a D’Agostino, se le regole cambiassero, qualche automobilista poco rispettoso delle regole potrebbe approfittarne per commettere infrazioni che, anche se rilevate dalle telecamere, resterebbero impunite. Le multe, infatti, vengono spedite (quando succede…) alle società di noleggio, che però non le prendono in considerazione: sanno che per i comuni è costoso cercare di recuperare i soldi o aprire contenziosi all’estero, mentre è molto più facile e redditizio sanzionare chi guida auto con targa italiana. Oltre all’ingiustizia, in questo modo si mette a rischio la sicurezza stradale: chi sa di non poter essere sanzionato, adotta comportamenti troppo disinvolti, e quindi rischiosi.