GRANDE INTERESSE - Sono state oltre ottomila le prove effettuate nelle concessionarie Renault durante il “porte aperte” dedicato alla nuova Twizy (foto qui sotto), la insolita vetturetta a due posti mossa da motore elettrico e proposta dalla casa francese a meno di 7.000 euro. Si tratta di un dato rilevante, che rivela, un po’ a sorpresa, un interesse per la trazione elettrica più forte di quello che si pensava. Ciò anche se occorre tenere conto della curiosità che la Twizy ha suscitato tra i giovani per le sue caratteristiche particolari (e uniche). Nella foto in alto la Smart elettrica che si appresta ad arrivare sul mercato.
La Renault Twizy ha riscosso molto interesse in occasione del "porte aperte".
TROPPO POCHE - La tendenza si scontra però con i quasi inesistenti dati di immatricolazione di veicoli elettrici: non più di 289 in tutto il 2011, quando le auto nuove sono state oltre 1,7 milioni. Ad aprile le vetture elettriche immatricolate sono state 45; 163 da gennaio ad aprile, dunque con una certa accelerazione, ma non tale da far immaginare per fine anno una situazione fortemente diversa. Sicuramente modelli come la Twizy, o la Renault Kangoo ZE, potranno cambiare i numeri, dato il prezzo molto basso, ma una vera e propria corsa all’elettrico è di là da venire. Per la cronaca, in Francia, che risente molto dell’impegno messo dalle case costruttrici (Renault in testa) nel settore dell’elettrico, da gennaio a marzo le auto elettriche immatricolate sono state 1.199. Oltralpe le vendite sono spinte anche dagli incentivi statali, che vanno da 2 a 5.000 euro.
Altra elettrica già presente sul mercato è la Peugeot iOn.
INIZIATIVE PARLAMENTARI - C’è però chi è convinto che si tratti solo di volerla innescare tale corsa, attivando tutte le possibili iniziative che possono indurre alla scelta elettrica. Sono i deputati che hanno presentato due disegni di legge appunto miranti a incentivare l’acquisto di auto elettriche; iniziative di aree politiche differenti che poi però sono state inglobate in un solo provvedimento. Le misure previste sono di vario tipo: dall’esenzione fiscale totale sino addirittura alla capacità di “scaricare” , l’auto elettrica dalla dichiarazione dei redditi, oltre all’esenzione dall’Iva e dal bollo. E poi agevolazioni nel traffico e nei parcheggi.
La Renault Zoe è in arrivo a fine anno.
CI VOGLIONO INFRASTRUTTURE - C’è poi una parte relativa alle infrastrutture, indispensabili per una reale diffusione degli autoveicoli elettrici. In questo ambito la proposta si ricollega a quanto previsto nel provvedimento di inizio aprile per lo sviluppo, in cui c’è una parte che mira a incentivare l’installazione delle colonnine di ricarica nei luoghi pubblici, oltre che inserire norme che inducano anche i privati a darsi da fare in proposito. Il provvedimento addirittura prede che i Comuni rifiutino il certificato di abitabilità agli edifici nuovi che non sono dotati di centraline di ricarica.
Il gruppo Renault-Nissan è certamente quello che ha creduto di più nell'auto elettrica. Nella foto la Nissan Leaf.
I SOLDI CI SONO? - Ma come sempre e come tutto, le parole e le dichiarazioni di volontà non bastano. Per poter avviare un serio lavoro di installazione di colonnine occorrono investimenti. Così come ne occorrono per poter introdurre degli incentivi all’acquisto di auto elettriche, che secondo il disegno di legge dovrebbero essere di 5.000 euro, ogni anno per cinque anni. E con la situazione in cui si trovano le casse dello Stato, non è facile immaginare di trovare i 60-70 milioni ritenuti necessari per attuare la norma.