VIETATO DISTRARSI - Sappiamo che la guida autonoma non sta passando un bel momento, con investimenti che languono e risultati non molto soddisfacenti (qui per saperne di più). Fra le molte sperimentazioni in corso, l’Autopilot della Tesla spicca perché disponibile come accessorio a pagamento su automobili di serie e perché può vantare numeri attualmente insuperabili, sia come numero di veicoli che ne sono equipaggiati sia come miglia percorse. Ad onta di questi primati il sistema ha procurato molti grattacapi a Elon Musk e alla Tesla perché implicato in diversi incidenti, alcuni mortali e che sono stati dibattuti (o lo saranno) in tribunale. La questione è molto variegata e comprende perfino gli ’Hacker di Stato’ messi in campo dall’Olanda per accedere a tutti i dati di una Model 3 coinvolta in un incidente. L’azienda californiana fornisce i dati alle autorità, ma si è riscontrato che essi non sono completi, donde l’hackeraggio. L’azienda si è sempre difesa dichiarando che il sistema non sostituisce il guidatore, che dev’essere sempre pronto a intervenire. In realtà già nel 2016 una Model X dovrebbe aver guidato da sola per una trentina di km dato che il suo conducente aveva avuto un malore e ha ripreso il controllo solo vicino a un ospedale (leggi qui la notizia).
ROBOT A PROCESSO - Proprio in questi giorni si sta svolgendo a Los Angeles il processo per stabilire le responsabilità dell’incidente, avvenuto il 29 dicembre 2019, costato la vita a Gilberto Lopez e Maria Guadalupe Nieves-Lopez. Secondo la ricostruzione della polizia una Tesla Model S, guidata da Kevin George Aziz Riad, è uscita da un'autostrada e non ha rispettato un semaforo rosso dopo lo svincolo: la grossa berlina ha colpito una Honda Civic, causando la morte degli occupanti. L’Autopilot era attivo nel momento dello schianto e un tema centrale del dibattimento sarà chi è legalmente responsabile di un veicolo che può guidare, o guidare parzialmente, autonomamente. Tesla non è stata citata in tribunale, ma il processo è importante per come viene percepita l'azienda e sarà un test per capire se la tecnologia corre più della giurisprudenza. Edward Walters, un professore della facoltà di giurisprudenza della Georgetown University specializzato in questioni legate alla guida autonoma, ha detto a The Gurdian: "Di chi è la colpa, dell’uomo o della macchina? Lo stato avrà difficoltà a dimostrare la colpevolezza del guidatore umano perché alcune parti del compito di guidare erano gestite da Tesla".
CAUSE IN ARRIVO - Pochi mesi fa Elon Musk ha affermato che la Tesla ha un "obbligo morale" di implementare quello che descrive come un software di "guida completamente autonoma" anche se non perfetto e costato all’azienda cause legali, perché così facendo avrebbe “salvato vite umane”. In effetti i legali di Gilberto Lopez hanno impiantato un altro processo, che si svolgerà a luglio, e Donald Slavik, un avvocato della famiglia di Lopez, ha dichiarato alla Reuters: "Non posso dire che il guidatore non fosse in colpa, ma sembra chiaro che Tesla, il suo Autopilot e la comunicazione della Tesla incoraggiano i guidatori a essere meno attenti". Anche l’autorità regolatoria per la sicurezza delle strade USA, la National Highway TrafficSafety Administration, ha aperto da più di un anno indagini su 36 incidenti stradali che hanno visto coinvolte vetture Tesla. Preoccupante è poi un rapporto di NHTSA dal quale si evince chein soli 12 mesi gli incidenti che avevano coinvolto delle Tesla con l’Autopilot inserito erano stati 273, ossia il 70% di quelli riguardanti veicoli con guida assistita. Questi numeri andrebbero però presi con cautela perché negli USA le Tesla sono molte e quindi statisticamente esposte a più incidenti.
PUBBLICITÀ INGANNEVOLE? - Altri processi attendono i veicoli Tesla ma per fortuna non tutti riguardano eventi con esiti fatali. Sappiamo che tutte le Tesla sono dotate di Autopilot, che è una sorta di pacchetto ADAS avanzato. Chi lo desidera può avere come optional un sistema più avanzato, l’Enhanced Autopilot, e persino il software Full Self-Driving, che ormai costa 15.000 dollari. Tech Crunch riporta il caso di un proprietario di Tesla Model X del 2018, Briggs Matsko, che ha impiantato una causa dichiarando di aver pagato 5.000 dollari per l’Enhanced Autopilot. Nella sua denuncia sostiene che Tesla e il suo ceo Elon Musk hanno ingannevolmente pubblicizzato la loro tecnologia ADAS come completamente funzionante o prossima ad essere ‘risolta’ dal 2016, nonostante sapessero benissimo che le capacità di Autopilot e FSD non fossero all'altezza di questi annunci. Alla fine di agosto, il proprietario di una Tesla Model 3 ha intentato una causa contro la casa automobilistica sostenendo che un difetto dell'Autopilot ha causato una frenata senza motivo, creando una situazione di pericolo. Avevamo visto come queste frenate improvvise, dovute a situazioni limite che il software non sa come fronteggiare fossero uno degli intoppi principali che una vera guida autonoma deve eliminare: attualmente nelle sperimentazioni si ricorre a ‘controllori umani’ (qui la notizia) ma non è una soluzione praticabile nel caso di strade veloci con molti veicoli. Altre cause citano Tesla proprio per pubblicità ingannevole riguardo il suo Autopilot ma la questione della sicurezza è ancora più complicata e non si capisce bene quando (e se) la guida autonoma, non solo Tesla, ne verrà a a capo...