AGOSTO 2017 - Continua l’assurda gestione della questione autovelox da parte del Ministero. Dopo la disputa sui termini “omologazione” e “approvazione”, con la sentenza della Cassazione che arrivava addirittura a disporre il sequestro dei dispositivi approvati ma non omologati (qui la notizia), il ministero delle Instrastrutture e dei Trasporti alla fine della scorsa settimana aveva ideato un decreto che avrebbe dovuto omologare in automatico tutti gli autovelox approvati dopo il 13 agosto del 2017. Il provvedimento che avrebbe dovuto fare ordine rischiava però di disattivare la quasi totalità dei dispositivi installati sul territorio italiano, in quanto approvati prima di quella data. Da qui il dietrofront e la sospensione del decreto: “sono necessari ulteriori approfondimenti”, ha detto il ministro Matteo Salvini.
AVREBBE SPENTO I TUTOR - Tra i dispositivi che il decreto avrebbe di fatto spento ci sono anche i Tutor 1.0 e 2.0, tutti approvati prima dell’agosto del 2017, ma anche la maggior parte dei dispositivi a disposizione delle amministrazioni locali. “In piena estate e con l'esodo degli italiani per le vacanze, porterebbe alla disattivazione della stragrande maggioranza degli apparati di controllo velocità”, aveva denunciato l’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale. Continua invece la confusione per gli automobilisti, fa notare il Codacons: “Dopo anni di attesa e di sentenze controverse che hanno di fatto bocciato gli autovelox approvati ma non omologati, si assiste ad un nuovo rinvio nella risoluzione di una questione che ha portato ad una raffica di ricorsi da parte degli automobilisti e generato grande confusione sulla certezza delle multe stradali”, sottolinea l’associazione dei consumatori.
COSA CAMBIA? - Cosa succede ora? Per il momento resta tutto congelato in una continua diatriba tra termini e poteri dello Stato. L’impressione è che con il decreto il ministero abbia tentato di forzare la mano, aggirando le differenze tra approvazione e omologazione che più volte la Cassazione aveva confermato, senza descrivere la procedura da seguire per l’omologazione, che ad oggi continua a mancare. Una “scorciatoia” che però ci si è resi conto avrebbe lasciato senza controllo migliaia di chilometri di strade (e le casse dei Comuni al verde, ai quali lo Stato ha diminuito negli anni i trasferimenti, che vengono rimpinguate a spese degli automobilisti). Quindi le multe continueranno a essere rilevate da apparecchi per la maggior parte approvati ma non omologati per poi essere inviate ai presunti trasgressori, i quali per fare ricorso come suggeriscono gli avvocati dovranno essere disposti a impegnare tempo e soldi.