DALLA GERMANIA ALLA FRANCIA - Le idee degli ingegneri della BMW nascono in Germania, ma non possono trovare applicazione senza passare dalla Francia. Infatti, sorge a Miramas (a 60 chilometri da Marsiglia) il più grande centro prova che la casa tedesca ha in Europa: si estende su una superficie di 473 ettari e sviluppa oltre 50 km di piste prova di ogni tipo (da quelle in asfalto ai percorsi off-road, con aree specifiche per i test sul bagnato). È in questo contesto che sono stati presentati tre prototipi innovativi che mostrano altrettanti modi per ridurre i consumi e le emissioni delle vetture di domani, senza sacrificare le prestazioni.
BENTORNATO IDROGENO - Molti ricorderanno la BMW Hydrogen 7. Nata nel 2006, aveva un motore sei litri a dodici cilindri che bruciava idrogeno (o benzina, quando il primo era esaurito) per generare 260 cavalli: non molti, considerata anche la complessità dell’impianto che imponeva il raffreddamento di questo combustibile per mantenerlo allo stato liquido. Non a caso, questa tecnologia non ha preso piede, e la BMW si è spostata - come altre case - sulla strada dell’idrogeno abbinato alle celle a combustibile: una sorta di batteria in cui questo elemento (dal simbolo chimico H2) abbinato all’ossigeno presente nell’aria (O2) si trasforma in elettricità e vapore acqueo (H2O). Elettricità utilizzata per alimentare un motore elettrico. La collaborazione, iniziata nel 2013, con la Toyota ha dato ulteriore slancio ai progetti della BMW, il cui obiettivo è di costruire entro il 2020 il suo primo modello di serie con celle a combustibile (in inglese, Fuel Cell Electric Vehicle, FCEV). Intanto, continuano a macinare chilometri i primi prototipi, come la Serie 5 Gran Turismo mostrata nei giorni scorsi proprio a Miramas (foto qui sopra): ha un motore elettrico che eroga 245 cavalli, mentre il serbatoio per l’idrogeno (montato sotto il tunnel centrale) può essere di due tipi. Quello tradizionale contiene gas alla pressione di 700 bar, mentre una versione più compatta e raffreddata, brevettata dalla BMW, può essere riempita con 7 chilogrammi di idrogeno a 350 bar, per garantire un’autonomia di oltre 500 chilometri. Il sistema di alimentazione ad idrogeno è stato montato anche su un avveniristico prototipo che usa la struttura super leggera in carbonio della BMW i8 (foto più in alto).
VA IN SCENA ANCHE L’IBRIDO - Il prototipo della BMW Serie 2 Active Tourer Plug-in Hybrid (foto qui sopra) abbina un motore a combustione interna (nella fattispecie, un tre cilindri 1.5 turbo da 136 cavalli) a uno elettrico da 88 CV. Il primo è collegato alle ruote anteriori tramite un cambio automatico a sei rapporti, il secondo muove le ruote posteriori attraverso una trasmissione a due marce e un convertitore. Si ottiene così una vettura a trazione integrale: la distribuzione della spinta varia in base all’aderenza, alle informazioni sulla stabilità elaborate dalla centralina dell’Esp e alla modalità di guida selezionata dal guidatore (Comfort, Sport, Eco Pro). Chi si trova al volante può anche decidere, tramite il tasto eDrive, come gestire la carica della batteria (collocata sotto il divano): in modalità automatica, i due motori vengono attivati per puntare al massimo dell’efficienza complessiva (e a bassa velocità con un filo di gas viene privilegiato l’uso di corrente); la funzione Save Battery mantiene costante il livello di carica della batteria e, se questo è inferiore al 50%, gestisce la ricarica (il motore collegato alle ruote posteriori si trasforma in generatore); infine, con Max eDrive si viaggia solo in elettrico fino a 130 km/h. In questa modalità l’auto può percorrere, secondo la casa, 38 chilometri (in base al ciclo di omologazione europeo). In quella automatica, invece, il consumo dichiarato, partendo con batterie completamente cariche, è di circa 50 km/litro. Queste ultime si ricaricano in parte nelle decelerazioni, oltre che collegando la vettura a una presa di corrente. Niente male neppure le prestazioni dichiarate: circa 6,5 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h.
ACQUA NEL MOTORE? SÌ, GRAZIE - L’altra strada presentata dalla
BMW per ridurre i consumi è l’
iniezione d’acqua in camera di combustione (
foto qui accanto). Questa soluzione, già usata in via sperimentale nella BMW M4 che fa da Safety Car nel mondiale Moto GP, mira ad abbassare la temperatura nei cilindri, soprattutto quando viene richiesta molta potenza. In questo modo, aumenta l’efficienza. A Miramas è stato mostrato un prototipo di BMW Serie 1 con motore a benzina a tre cilindri con questa tecnologia. La casa tedesca promette un calo di consumi dell’8%, grazie all’effetto di raffreddamento (di circa 25 °C) ottenuto nebulizzando dell’acqua nel collettore d’aspirazione. Gli effetti maggiori si vedono nella guida a pieno carico e, a parità di consumi, è possibile ottenere un incremento di potenza fino al 10%. L’abbassamento della temperatura di combustione ha anche altri effetti positivi, come la riduzione degli ossidi di azoto (NOx) e la possibilità di aumentare il rapporto di compressione (che, infatti, per il prototipo è di 11:1, anziché di 9,5:1 come per le comuni Serie 1 con questo motore): migliora, quindim il rendimento anche ai bassi regimi. Ma come viene prodotta l’acqua da spruzzare nel motore? L’idea della BMW è di sfruttare la condensa raccolta dall’impianto di climatizzazione per riempire un serbatoio. Per evitare la corrosione del motore, ogni volta che quest’ultimo viene spento, l’acqua del sistema di nebulizzazione viene rimandata al serbatoio.