CAMBIAMENTO DI GUSTI - “Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è”. Volendo prenderla con un po’ di sana filosofia, osservando quanto e come è cambiata la nuova BMW Serie 7 viene in mente una delle più celebri frasi-mantra buddiste. Non c’è ombra di dubbio che, in 45 anni e sei generazioni, l’ammiraglia della casa bavarese così “diversa” dal solito non era mai stata. Nulla di strano o inatteso, in realtà. Anzi: la rottura con il passato, nettissima, è il segno evidente (e ormai inequivocabile) del nuovo linguaggio stilistico adottato dalla casa dell’elica, che guarda con sempre maggior interesse ai mercati emergenti (soprattutto la Cina) e per guardare avanti ha deciso (non senza una buona dose di coraggio) di mettere da parte alcune delle pietre miliari su cui si fonda l’identità stessa del marchio.
Scelta impopolare? Scelta obbligata? La risposta, in entrambi i casi, è in buona parte sì, perché lo stravolgimento estetico di proporzioni colossali portato dal modello di settima generazione della BMW Serie 7, che a un paio di giorni dalla presentazione è già riuscito a dividere gli appassionati in guelfi e ghibellini, è l’inevitabile risultato di una strategia più ampia e articolata con cui il colosso di Monaco punta a intercettare il gusto di una clientela nuova, sempre più globale e, soprattutto, non necessariamente legata alla tradizione. Una tradizione gloriosa e lunga quasi mezzo secolo che abbiamo pensato di riassumere in una timeline fotografica, per riportare indietro le lancette della storia e ripercorrere tutte le tappe di un cambiamento così radicale.
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