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La Bugatti rende omaggio alla fabbrica di Campogalliano

Pubblicato 10 agosto 2019

Il presidente Winkelmann ha fatto visita all’ex fabbrica modenese, simbolo della Bugatti degli Anni 90, prima dell’era Volkswagen.

La Bugatti rende omaggio alla fabbrica di Campogalliano

UNA FABBRICA, UN EMBLEMA - La storia della Bugatti alterna periodi di splendore a momenti di crisi, perché il marchio di lusso francese, noto per le celebri Type 41 Royale e Type 57 Atlantic, è sempre andato avanti per alti e bassi: fondato nel 1909 dall’italiano Ettore Bugatti, ha scritto pagine storiche dell’automobilismo fino alla chiusura del 1963. Negli Anni 90 la casa automobilistica fu rilanciata da Romano Artioli e infine acquistata dal Gruppo Volkswagen, al quale appartiene dal 1999. Le  vicissitudini della Bugatti hanno come emblema lo stabilimento modenese di Campogalliano, una fabbrica oggi in disuso alla quale ha fatto visita nei giorni scorsi l’attuale presidente della casa di Molsheim, Stephan Winkelmann, insieme alla moderna Bugatti Chiron.

SIMBOLO DI GRANDEZZA - La fabbrica di Campogalliano doveva sancire la “rinascita” della Bugatti, rilevata da Artioli nel 1987 con l’obiettivo di farla tornare agli antichi splendori. L’uomo d’affari creò per l’occasione la società Bugatti International, con sede in Lussemburgo, e iniziò a pensare ad una sede all’altezza delle ambizioni della nuova società. Il luogo scelto è Campogalliano, in provincia di Modena, nel bel mezzo della cosiddetta “motor valley", a poca distanza da Ferrari, Lamborghini e Maserati, per sfruttare tutte le enormi competenze presenti in zona in tema di supercar. Il numero uno della Bugatti International sceglie l’architetto Giampaolo Benedini, al quale affida il progetto di una fabbrica per circa duecento persone, funzionale ma anche estremamente curata: vengono scelti i colori tipici della Bugatti, ovvero il bianco e il blu, in alcune stanze è presente marmo di Carrara e il soffitto del salone d’accesso ricorda la ruota della Type 59. Artioli non bada a spese, tanto da scegliere personalmente di far arrivare una porta in legno dalla storica fabbrica di Molsheim.

LA (NUOVA) CADUTA - Dopo tre anni di lavori lo stabilimento viene inaugurato il 15 settembre 1990, in occasione del 109° anniversario dalla nascita di Ettore Bugatti. All’evento sono presenti 77 modelli del passato. Le prime auto escono dalla fabbrica nel 1991, quando entra in produzione la Bugatti EB110, la prima nuova auto della casa francese dal 1956. La EB110 è una hypercar in puro stile Bugatti, quindi tecnologicamente avanzata, perché adotta un motore V12 di 3.5 litri con quattro turbo e fino a 610 CV, il telaio monoscocca in fibra di carbonio e la trazione integrale permanente. Lo ‘0-100’ in 3,3 secondi e la velocità massima di 351 km/h sono da primato per l’epoca, ma la EB110 stabilisce altri due record. Nel 1993 la Bugatti presenta la berlina di lusso EB112, ma i conti economici iniziano ad essere un problema e l’azienda chiude i battenti a luglio 1995, dopo aver prodotto 96 esemplari della EB110 GT e 32 della EB110 Super Sport. Da allora la fabbrica di Campogalliano è un involucro vuoto, tenuto però in ordine dal custode Ezio Pavesi.



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Ritratto di Road Runner Superbird
10 agosto 2019 - 19:03
La Bugatti di Artioli e della EB110 ha poco a che fare con quella odierna. Avrebbero potuto acquisire lo stabilimento, all'epoca all'avanguardia, nel mezzo della motor valley, invece di spostare la produzione artificiosamente in Francia e con uomini tedeschi o all'occorrenza italiani. Inoltre la EB110 era davvero avanti tecnologicamente, archetipo delle supercar di oggi, mentre le Bugatti attuali sono principalmente sfarzose, pesanti, con un motore poco efficiente adatto più ad un carroarmato.
Ritratto di alex_rm
11 agosto 2019 - 18:13
La bugatti é stata fondata nel 1909 da Ettore bugatti a molsheim(all epoca Germania poi passata alla Francia con il trattato di Versailles). Negli anni 90 bugatti fu trasferita in Italia vicino Modena e fu boicottata da ferrari e con il gruppo Vag è tornata nella sede originale in Alsazia
Ritratto di Pavogear
10 agosto 2019 - 19:07
Imparagonabile la Bugatti di Campogalliano a quella attuale! Quella degli anni '90 era una Bugatti che aveva un' anima e che puntava a realizzare modelli competitivi sotto tutti i punti di vista e che facevano sognare. Oggi invece si punta ad ottenere il solito misero record di velocità e poco altro ed è diventata più una trovata pubblicitaria che un'azienda automobilistica ormai
Ritratto di AndyCapitan
8 giugno 2021 - 20:20
4
....io abito vicino a campogalliano...la realta' e' che la bugatti del 1990 era diretta da degli incompetenti....artioli in testa....i bastoni tra le ruote li ha messi anche ferrari tramite la dirigenza fiat che non voleva un competitor del genere a pochi km.....ma grosso modo loro non furono in grado di gestire il tutto.....i tedeschi lo fanno e bene....guardiamo cosa hanno fatto con ducati e lamborghini rivoltate come un calzino e impostate alla perfezione tedesca.....loro sanno gestire....noi ni.....
Ritratto di Michiflanoalila
10 agosto 2019 - 20:06
128 macchine in 5 anni é stato veramente poco. Peccato perché il potenziale era veramente alto
Ritratto di Strige
10 agosto 2019 - 21:50
128 macchine in 5 anni per colpa della ferrari che ha sabotato Bugatti. C'è un intervista in cui Artioli affermava che molti fornitori avevano ricevuto minacce da Ferrari e Maserati che se avessero venduto componenti a Bugatti avrebbero terminato il loro contratto con tali fornitori. Inoltre alcuni degli uomini dentro Bugatti erano finiti nel libro paga della Ferrari. Quell'intervista a me ha straziato il cuore. Nulla contro la Ferrari che alla fine ha fatto quello in suo potere per difendere i suoi interessi. Giustamente. Però quella intervista....strazia parecchio.
Ritratto di Pavogear
11 agosto 2019 - 12:06
Io in un' altra intervista, fatta a Nicolò Materazzi che all' epoca era stato coinvolto nel progetto, avevo sentito che la colpa del fallimento fu in parte anche di artioli e di scelte manageriali discutibili. Ad ogni modo ci sono molte versioni diverse sul fallimento della Bugatti di Campogalliano e onestamente credo che la verità stia un po' nel mezzo e probabilmente non sapremo mai cos'è accaduto veramente. Perché i presupposti per sfondare c'erano tutti. Alla fine Pagani è riuscito a sfondare neanche dieci anni più tardi e la prima zonda nonostante fosse più nuova era molto inferiore per caratteristiche tecniche rispetto alla EB110
Ritratto di FRANCESCO31
10 agosto 2019 - 22:32
Lo stato italiano deve nazionalizzare questa fabbrica, restaurarla e costruire la Bugatti Gangloff, . . . guardate il concept . . . è la fine del mondo , semplicemente stupenda (magari con un 5.0 V8 da 700 cavalli
Ritratto di Wikowako
11 agosto 2019 - 08:24
Vero che di sciocchi è pieno il mondo, però chiedere allo stato italiano di mettersi a costruire auto col nome Bugatti, quando c'è già la Bugatti, e fa capo ad un'azienda tedesca, è piuttosto insensato.
Ritratto di FRANCESCO31
12 agosto 2019 - 14:10
e nazionalizzare pure Ducati e Lamborghini
Ritratto di PABLO IN LANCIA
21 agosto 2019 - 18:49
3
Bello sarebbe se l'Italia nazionalizzasse tutto ciò che è italiano, proteggendolo e tutelandolo a partire dal popolo fatto di grandi lavoratori.
Ritratto di RobRun
11 agosto 2019 - 23:46
Credo che la vicenda della Bugatti italiana sia ancora non del tutto chiarita. Sicuramente ci sono stati degli errori di calcolo di costi, la EB110 era molto complessa da produrre e mettere a punto in quanto presentava complessità forse eccessive a dispetto della sua compattezza che oggi non hanno le Bugatti tedesche. Comunque oltre a questo, al di là delle ombre sui boicottaggi forse veri forse no, la gestione del progetto EB110 è stata sofferta fin dalla inizio vedendo l avvicendamento di molti progettisti esperti che evidentemente hanno faticato molto alla quadratura del cerchio. Secondo me la morale della vicenda Bugatti è che ottenere il successo duraturo non basta avere i migliori tecnici, lo stabilimento più evoluto, le idee più innovative ma occorre anche e soprattutto che ognuno faccia al meglio e con umiltà il proprio lavoro senza invadere competenze altrui.
Ritratto di Rav
12 agosto 2019 - 13:05
4
Quel che non capisco è come mai tengono una fabbrica in quello stato e in disuso. Potrebbero ristrutturarla e farne un atelier per vetture da restauro o per personalizzazioni varie. Certo è che di fascino ne ha ancora tanto e quando ci si passa davanti si fa sempre guardare. Spero solo che facciano in modo che non gli cada in testa, di certo la cosa bella è che, almeno per ora, se la tengono e non la svendono magari per farci un supermercato.
Ritratto di Rik-dmc12
17 agosto 2019 - 14:01
2
Non credo che la Volkswagen sia proprietaria anche della fabbrica... avrà rilevato solo il marchio. vai a sapere di chi è adesso.
Ritratto di AndyCapitan
8 giugno 2021 - 20:29
4
....e' di un imprenditore della zona di modena che l'ha voluta acquistare per sfizio!