UNA FABBRICA, UN EMBLEMA - La storia della Bugatti alterna periodi di splendore a momenti di crisi, perché il marchio di lusso francese, noto per le celebri Type 41 Royale e Type 57 Atlantic, è sempre andato avanti per alti e bassi: fondato nel 1909 dall’italiano Ettore Bugatti, ha scritto pagine storiche dell’automobilismo fino alla chiusura del 1963. Negli Anni 90 la casa automobilistica fu rilanciata da Romano Artioli e infine acquistata dal Gruppo Volkswagen, al quale appartiene dal 1999. Le vicissitudini della Bugatti hanno come emblema lo stabilimento modenese di Campogalliano, una fabbrica oggi in disuso alla quale ha fatto visita nei giorni scorsi l’attuale presidente della casa di Molsheim, Stephan Winkelmann, insieme alla moderna Bugatti Chiron.
SIMBOLO DI GRANDEZZA - La fabbrica di Campogalliano doveva sancire la “rinascita” della Bugatti, rilevata da Artioli nel 1987 con l’obiettivo di farla tornare agli antichi splendori. L’uomo d’affari creò per l’occasione la società Bugatti International, con sede in Lussemburgo, e iniziò a pensare ad una sede all’altezza delle ambizioni della nuova società. Il luogo scelto è Campogalliano, in provincia di Modena, nel bel mezzo della cosiddetta “motor valley", a poca distanza da Ferrari, Lamborghini e Maserati, per sfruttare tutte le enormi competenze presenti in zona in tema di supercar. Il numero uno della Bugatti International sceglie l’architetto Giampaolo Benedini, al quale affida il progetto di una fabbrica per circa duecento persone, funzionale ma anche estremamente curata: vengono scelti i colori tipici della Bugatti, ovvero il bianco e il blu, in alcune stanze è presente marmo di Carrara e il soffitto del salone d’accesso ricorda la ruota della Type 59. Artioli non bada a spese, tanto da scegliere personalmente di far arrivare una porta in legno dalla storica fabbrica di Molsheim.
LA (NUOVA) CADUTA - Dopo tre anni di lavori lo stabilimento viene inaugurato il 15 settembre 1990, in occasione del 109° anniversario dalla nascita di Ettore Bugatti. All’evento sono presenti 77 modelli del passato. Le prime auto escono dalla fabbrica nel 1991, quando entra in produzione la Bugatti EB110, la prima nuova auto della casa francese dal 1956. La EB110 è una hypercar in puro stile Bugatti, quindi tecnologicamente avanzata, perché adotta un motore V12 di 3.5 litri con quattro turbo e fino a 610 CV, il telaio monoscocca in fibra di carbonio e la trazione integrale permanente. Lo ‘0-100’ in 3,3 secondi e la velocità massima di 351 km/h sono da primato per l’epoca, ma la EB110 stabilisce altri due record. Nel 1993 la Bugatti presenta la berlina di lusso EB112, ma i conti economici iniziano ad essere un problema e l’azienda chiude i battenti a luglio 1995, dopo aver prodotto 96 esemplari della EB110 GT e 32 della EB110 Super Sport. Da allora la fabbrica di Campogalliano è un involucro vuoto, tenuto però in ordine dal custode Ezio Pavesi.