MENO 50% - Secondo un’analisi di ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, gli effetti della pandemia non accennano a mollare la presa sul settore del car sharing che nei primi 7 mesi del 2021 ha registrato un calo di circa il 50% dei noleggi effettuati nello stesso periodo del 2019. Tra le principali cause di questo crollo si segnalano il ricorso delle aziende al lavoro da casa e la circolazione ancora limitata nelle città in parte per effetto delle limitazioni alle libertà. Ma non sono da sottovalutare le ragioni psicologiche, con i potenziali utenti preoccupati rispetto al tema della sanificazione degli abitacoli e, aggiungiamo noi, il fastidio di dover viaggiare occupando solo un posto anteriore e uno posteriore per i “non congiunti”. Fattori però in calo per effetto delle ampie adesioni alla campagna vaccinale e al “green pass”.
COSÌ NON POTRANNO SOPRAVVIVERE - Gli addetti ai lavori di questa nicchia di mercato sostengono la necessità di abolire il canone annuale per i veicoli, la riduzione al 10% dell’IVA su questi servizi e la mancanza di incentivi specifici per il comparto. Difficilmente le società operanti nel settore potranno sopravvivere, a meno di ricorrere a nuovi sostegni dalle amministrazioni pubbliche. Dopo un 2020 drammatico (con un -53% dei noleggi e una riduzione della flotta del 27%), anche i primi 7 mesi del 2021 si sono rivelati quindi un difficile banco di prova per il comparto, atteso in questi anni a un deciso sviluppo nel nostro Paese e che invece poi è stato duramente colpito dagli effetti della pandemia.
L’EVOLUZIONE DI DOMANDA E OFFERTA NEL 2021 - Intanto qualcosa sta cambiando nelle abitudini di utilizzo del car sharing: sono diminuiti i noleggi in centro città e aumentati quelli in periferia; gli utilizzi si sono distribuiti in modo più uniforme nell’arco della giornata rispetto agli anni precedenti, quando si concentravano soprattutto nelle ore di punta. Sul versante dell’offerta, si registra l’incremento della durata dei noleggi, determinata dalle nuove formule di car sharing “a lungo termine”, attivate proprio per attirare una parte di domanda che, nonostante il Covid, ha manifestato il bisogno di mobilità in modo continuativo. Rispetto allo scorso anno i timori legati all’uso dell’auto condivisa nei prossimi mesi, secondo uno studio realizzato da ANIASA e da Bain & Company, sono stati espressi solo dal 13% degli italiani intervistati. Un segnale positivo se lo si confronta con il 54% del giugno 2020, che lascia ben sperare per i prossimi mesi e che premia gli sforzi compiuti dagli operatori sin dall’inizio della pandemia sul fronte dell’igienizzazione dei veicoli grazie alle più recenti ed efficaci tecnologie sul mercato.
ADATTARSI A CAMBIAMENTI EPOCALI - Chiaro però che il futuro di questo genere di servizi sarà legato all’evoluzione delle modalità di lavoro del grande pubblico e della fruizione del tempo libero. E, mentre per il secondo fattore è ipotizzabile un graduale ritorno alle precedenti abitudini, per il primo si prospettano mutamenti epocali che incideranno anche sul tempo trascorso dai cittadini nei trasferimenti casa-lavoro e sul numero degli stessi.