IN TANTI POSSONO CONTROLLARE - Polizia Stradale, Carabinieri, Polizie locali, ma anche Guardia di Finanza. Queste, insieme anche ad altre minori, sono tutte forze dell’ordine italiane che per un motivo o per l’altro possono fermarci mentre viaggiamo in auto. Un posto di blocco può servire per fare i controlli di routine (la classica verifica di patente e libretto) oppure possono avere motivazioni specifiche, come per esempio quando si effettuano controlli sulla possibile assunzione di alcol o stupefacenti. Le ultime statistiche ufficiali disponibili testimoniano che nel 2023 la sola Polizia Stradale ha controllato quasi 2 milioni di persone, contestando 1.791.320 infrazioni, pari al 26% in più rispetto al 2022. Sorvegliata speciale è la velocità, che è stata la causa di quasi 740.000 violazioni (contro le 422.000 dell’anno precedente).
GLI OCCHI ELETTRONICI - Tuttavia i dati non raccontano quante di queste violazioni sono state contestate immediatamente, quindi fermando l’automobilista, e quante invece siano state rilevate da dispositivi - fissi o mobili - e poi abbiano portato a una multa recapitata via posta, senza che l’auto e il guidatore colpevoli venissero effettivamente fermati a bordo strada. Grazie ai controlli elettronici, le forze dell’ordine sono in grado di verificare la velocità dei veicoli, il rispetto dei semafori, l’occupazione delle corsie di emergenza senza scendere fisicamente in strada. Ci sono anche strumenti che, da remoto tramite la lettura della targa, consentono di verificare l’assicurazione e la revisione del veicolo.
DITECI LA VOSTRA - L’impressione generale, viaggiando sulle strade italiane, è che grazie a questi nuovi strumenti tecnologici il numero dei posti di blocco sia diminuito rispetto a qualche anno fa e che essere fermati per un controllo sia generalmente più raro di un tempo. Ma è davvero così? Racconta la tua esperienza con i posti di blocco, quante volte sei stato fermato negli ultimi anni, da chi e com’è andata.