LEGGERE IL FUTURO - La minaccia (o l’imminenza) di dazi doganali sull’importazione negli Usa di auto prodotte nell’Unione Europea (qui la news) sta spingendo gli analisti a azzardare previsioni sulle reali conseguenze della misura. Avvalendosi delle valutazioni di analisti del settore, la testata specializzata Automotive News lo ha fatto a proposito della FCA, in particolare per quel che riguarda la Jeep che produce la Renegade anche a Melfi, in Basilicata (altra produzione del modello avviene in Brasile e in Cina).
DANNI PER FCA - La FCA “prenderebbe un grosso colpo se il presidente Trump imporrà i dazi” secondo le stime fatte dalla società di analisi Evercore ISI che precisa: i “dazi del 25% sulle importazioni ridurrebbero i profitti di FCA fino a 743 milioni di euro”. Ipotizzando dazi del 20% il calo sarebbe di 526 milioni di euro. L’articolo cita i numeri di mercato su cui sono state compiute le valutazioni. Anzitutto i veicoli importati dalla FCA negli USA da paesi non Nafta (USA, Canada, Messico): 158.553 nel 2017, in crescita nei confronti del 2016. 136.827 sono stati i veicoli importati dalla FCA dall’Italia. E nei primi cinque mesi di quest’anno le vendite negli USA di veicoli con questa provenienza sono aumentate del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. Le importazioni FCA negli USA dall’Italia nel 2017 ammontano a un valore di 4,8 miliardi di dollari.
JEEP RENEGADE GRANDE PROTAGONISTA - In questo quadro generale assume grande rilievo proprio il dato relativo alla Jeep Renegade prodotta in Italia: nel 2017 i due terzi delle 103.434 suv piccole vendute dalla Jeep negli USA provenivano dalla fabbrica italiana. E ovviamente anche i veicoli Maserati, Alfa Romeo venduti sul mercato americano sono fabbricati in Europa. Altri quantitativi di modelli Fiat arrivano infine da paesi non appartenenti all’Unione europea, come la Fiat 500L costruita in Serbia, il furgone Ram Promaster City prodotto in Turchia e la Fiat 124 Spider fabbricata in Giappone. Gli analisti della Evercore ISI hanno anche calcolato che le importazioni negli USA di veicoli di provenienza europea ha dato luogo a un fatturato di 3 miliardi di euro all’anno. È su queste cifre che sono state fatte le previsioni dei minori profitti del gruppo causati dagli ipotizzati dazi di Trump.
L’OPINIONE DI MARCHIONNE - Sulla questione vanno registrate le dichiarazioni di Sergio Marchionne, amministratore delegato della FCA, molto meno allarmate e tese piuttosto a sollecitare le autorità europee a moderare la risposta agli eventuali dazi di Trump. Marchionne ha dichiarato: “Capisco politicamente la posizione di Trump. Ma i dazi non sarebbero la fine del mondo. È un problema da gestire: è tutto gestibile". Marchionne ha anche sottolineato la differenza quantitativa del flusso di automobili verso gli Stati Uniti dall’Italia e dalla Francia rispetto a quello dalla Germania. Come a dare a intendere che le misure di Trump avrebbero come obiettivo proprio la Germania. Infine, appunto, l’ad della FCA esorta a “stare molto attenti a non esagerare nella risposta” da parte dell’Europa. Per poi concludere che “al termine della vicenda ci sarà una base diversa su cui ricostruire un equilibrio”. Senza troppi drammi.